DCCCCLXXXIAnno diCristoDCCCCLXXXI. Indiz.IX.BenedettoVII papa 7.OttoneII imperadore 15 e 9.Era tuttavia in Ravenna l'AugustoOttone IInel dì 15 di gennaio, citando il Rossi[Rubeus, Hist. Ravenn., lib. 5.]un suo diploma, datoXVIII kalendas februarii anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXI, Indictione IX, regni XX, imperii XIV. Ravennae.Passò dipoi a Roma per attestato dell'Annalista sassone[Annalista Saxo, apud Eccardum.], in compagnia delle Auguste, cioè diAdelaidesua madre e diTeofaniamoglie, e vi solennizzò la Pasqua. Confermò all'insigne monistero di Farfa isuoi privilegii con un diploma[Chronicon Farfens., P. II, tom. 2 Rer. Ital.]datoIII nonas maii, anno dominicae Incarnatione DCCCCLXXXI, Indictione VIII(scriviVIIII),imperii autem ejus XIV. Actum Romae.Un altro suo diploma in favor del monistero di Casauria fu speditoXIV kalendas maiinell'anno suddetto,Indictione nona, regni vero domni Ottonis secundi vicesimo primo, imperii autem ejus decimoquarto. Actum Romae in palatio juxta ecclesiam beati Petri Apostoli, cioè fuor di Roma, dove soleano abitar gli imperadori, allorchè andavano a quella augusta città . Lo stesso pure praticavano in Ravenna, in Milano ed in altre città , abitando fuori d'essa, credo io, per loro maggior sicurezza, e quiete ancora dei cittadini. Susseguentemente nel mese d'agosto confermò tutti i privilegii e beni al celebratissimo monistero di Monte Casino. Il suo diploma, che tuttavia originale col suo sigillo di cera si conserva nell'archivio casinense, dato alla luce dal padre abbate Gattola[Gattola, Hist. Monaster. Casinens. P. I.], si vede speditoVIII idus augusti anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXI, imperii vero domni secundi Ottonis imperatoris Augusti quartodecimo Indictione nona. Actum Cevice.Quivi è degno d'attenzione ciò che dice quest'imperadore in confermare adAligerno abbatetutte le tenute del monistero casinensein ambobus ducatibus nostris spoletino atque firmano, seu infra omnes fines nostri regni italici. Il ducato di Fermo, appellato anche Marca di Fermo, altro non è che il ducato ossia la Marca di Camerino. Or di qua si vegga, se possa sussistere che i due Ottoni primo e secondo avessero donato, ossia confermato, alla santa Chiesa romanacunctum ducatum spoletinum, seu beneventanum. Ognun sa, per conto del beneventano, che esso era in questi tempi de' suoi proprii principi, i quali riconoscevano ora i greci, ora i latini imperadori per loro sovrani, senza che mai niuno de' papi se ne lamentasse, o vipretendesse. Così i due ducati ossia le due marche di Spoleti e di Camerino dipendevano dai soli imperadori d'Occidente, ed erano parti del regno d'Italia; e i re e gl'imperadori vi mettevano al governo i duchi di mano in mano; il che appunto succedette nell'anno presente, imperciocchè venne a mortePandolfo Capodiferro, potentissimo principe di Benevento e Capua, che per molti anni era anche stato duca di Spoleti e marchese di Camerino. Dopo l'aprile, e prima del mese di giugno di quest'anno egli terminò i suoi giorni, e fu seppellito in Capua. ALandolfo IVsuo primogenito toccò il principato di Benevento e Capua; a Pandolfo ossia Paldolfo secondogenito restò il principato di Salerno. Per conto diSpoletie diCamerino, siccome vedremo, questo pervenne aTrasmondoduca e marchese, nominato nelle croniche di Farfa e del Volturno. Trovavasi in Capua l'Augusto Ottone nell'ultimo dì di settembre, allorchè confermò una gran copia di beni donati al nobil monistero di san Salvatore di Pavia dall'imperadriceAdelaidesua madre, piissima fondatrice di quel sacro luogo. Il diploma fu dato[Margarinius, Bullar. Casines., tom. 2, Constitut. LX.]pridie kalendas octobris anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXI, Indictione X, regni domni secundi Ottonis XXIV, imperii quoque XIV. Actum Capuae. Gli anni del regno sono scorretti, nè si accorda questo diploma colla dotazione fatta più tardi di esso monistero dall'Augusta Adelaide. Attese in questi tempi l'imperadore Ottone ad ammassar gente, e a far tutti i preparativi per cominciar la guerra coi Greci. Ma perchèPandolfo principedi Salerno doveva essere ora dipendente da essi, Ottone, per attestato di Romoaldo salernitano[Romuald. Salernit., Chron., tom. 7, Rer. Ital.], assediò quella città , e la prese:Veniens Salernum obsedit, cepitque illam expugnans: sono parole di quello storico. Ed Ermanno Contratto[Hermannus Contractus, in Chron.]scrive a quest'anno:Otto imperator peragrata Italia, Campaniam, calabrosque fines cum exercitu ingreditur. Lasciò scritto Lupo Protospata[Lupus Protospata, in Chronico, tom. 5 Rer. Italic.]sotto quest'anno, chefecit praelium Otho rex cum Saracenis in Calabria in civitate Cotruna, et mortui sunt ibi quadraginta millia Poenorum(enorme slargata di bocca)cum rege eorum, nomine Bulcassimus. Ma questa notizia è fuor di sito, conoscendosi che appartiene all'anno seguente; ed è anche alterata di molto. Così egli narra all'anno 982 la morte di Ottone II, la quale pure accadde solamente nel 983.Ci vien poi dicendo Gotifredo da Viterbo[Godefredus Viterbiensis, Panth. de Othone II.], che prima che Ottone II tornasse in Italia, erano qui insorte fra i popoli, e massimamente in Roma, varie sedizioni. Arrivato ch'egli fu a Roma in collera, sentì le doglianze de' popoli, notò i rei; ed un giorno, fatto un solenne convito, in cui si trovarono tutti i principi e baroni, e circondato il luogo dalle sue guardie, mentre erano sul più bello dell'allegria, intimò il silenzio a tutti. Quindi ordinò che si leggesse il processo dei delinquenti, a cadaun dei quali immediatamente fu spiccato il capo dal busto:Qui meruit, damnatur ibi poena capitali.Sanguine nobilium jam mensa potest maculari.Otho sibi capita vult quasi fercula dari.Humani capitis dum mensa cruore medescit.Non minus ante datis Rex imperat undique vesci.Da Gotifredo prese queste notizie il Sigonio[Sigonius, de Regno Ital., lib. 7.], come buona moneta, e le inserì nei suoi Annali. Ma s'ha da tenere per certo che queste son tutte fandonie, almeno per quel che riguarda Ottone II imperadore. Al più al più potrebbe aver dato motivo a questa favola Ottone III suo figliuolo, per l'operato suo in Roma: del che parleremo a suo luogo. E che lo stesso Gotifredo imbrogli qui i fatti del terzoOttone con quei del secondo, si scorge dal dire egli che Ottone II portò da Benevento il corpo di san Bortolomeo apostolo: il che sappiamo attribuito dai vecchi scrittori ad Ottone III, tuttochè neppur questo sussista. Ora non parlando alcuno degli antichi storici della sopraddetta rigorosa, anzi orrida giustizia, che avrebbe fatto grande strepito nel mondo: non è bastante farcela credere l'autorità di Gotifredo, lontano da questi tempi, e scrittore dell'anno 1190. Abbiamo poi dall'Annalista Sassone[Annalista Saxo.]che il suddetto imperadore celebrò la festa del santo Natale in Salerno: il che ci vien sempre più assicurando che in quest'anno egli se ne impadronì colla forza dell'armi. Lamberto da Scafnaburgo[Lambertus Schafnaburgensis, in Chronico.]dice ch'egli solennizzò essa festa in Roma. Ma qui non se gli può prestar fede. Nella Cronica del monistero del Volturno[Chron. Vulturnen., P. II, tom. 1 Rer. Ital.]abbiamo un bel placito tenutoipso die lunae, quinto die intrante mense decembrio, Indictione X super salernitanam civitatem, in qua residebat supradictum imperatorem cum suis honoralibus hostiliter, anni Domini DCCCCLXXXI, imperii vero domni secundi Ottoni XIIII. Cadde appunto in quest'anno il dì quinto di dicembre in lunedì; e però abbiamo che allora l'imperadore era ad oste sotto Salerno, ed avendolo preso prima del Natale, quivi dovette celebrar quella festa. A questo anno parimente dovrebbe appartenere un diploma d'esso Ottone, conceduto ai canonici di Lucca[Antiquit. Italic., Dissert. LXII.]XII kalendas januarias, anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXII, Indictione X, anno regni secundi Ottonis XXV, imperii quoque ejus XV. Actum justa civitatem Salernum.Sono scorrette queste note. L'anno, per mio avviso, ha da essereDCCCCLXXXI. Quando nulladimeno fosse dato nell'anno susseguente, di qui apprenderemmo che anche nell'anno appresso l'imperadore celebrò il Natale del Signore in Salerno:cosa nondimeno ch'io peno a credere. Nè si dee tralasciare ciò che scrive l'autore della Cronica di Casauria[Chron. Casauriense, P. II, tom. 2 Rer. Ital.], cioè che nell'anno presentedominus Otto imperator ex romulea egressus urbe, et aedificata sibi regali domo in campo, qui vocatur de Cedici, toto ipso aestivo tempore ibi perendinans mansit. Era questo luogo nel territorio di Marsi, ciò apparendo da un placito, da me aggiunto alla medesima Cronica, tenutoin territorio Marsicano in ipso campo de Cedici, ubi erat ipsa casa domni Ottonis aedificata, ubi residebat in placito Gislebertus venerabilis episcopus(di Bergamo), ec. Esso placito fu celebratoanno ab Incarnatione Domini nostri Jesu Cristi DCCCCLXXXI, anno imperatoris magni Ottonis filii quondam Ottonis imperatoris Augusti XIV, die mensis augusti, Indictione IX Actum in Marsi.Adamo abbatedi Casauria vinse quivi una lite di beni. Truovasi ancora nella Cronica del monistero di santa Sofia[Ughell., Ital. Sacr., tom. 8.]un diploma d'esso Augusto, impetrato daGregorio abbatedi quel sacro luogo, e datoXV kalendas novembris, anno dominicae Incarnationis 997, imperii vero domni secundi Ottonis XIV, Indictione X. Actum in civitate beneventana in palatio regio. Ma è grossamente fallato l'anno, e s'ha da scrivereanno DCCCCLXXXI. Ho detto di sopra che il principato di Benevento e di Capua, dopo la morte diPandolfo Capodiferro, fu governato daLandolfo IVsuo figlio. Aggiungo ora che in quest'anno coll'espulsione d'esso Landolfo IV, Benevento pervenne alle mani diPandolfo IIfigliuolo diLandolfo III, cioè di un fratello del suddetto Capodiferro. AnchePandolfo IIprincipe di Salerno[Peregrinus, Hist. Princip. Langobard.]era stato spossessato di quel principato daMansoneduca di Amalfi, il quale conGiovanni Isuo figliuolo il tenne per due anni. E quantunque Ottone II assediasse e prendesse quella città , siccome abbiam veduto, pure tanto sapere ebbero, cherestarono amendue confermati in quel principato.
Era tuttavia in Ravenna l'AugustoOttone IInel dì 15 di gennaio, citando il Rossi[Rubeus, Hist. Ravenn., lib. 5.]un suo diploma, datoXVIII kalendas februarii anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXI, Indictione IX, regni XX, imperii XIV. Ravennae.Passò dipoi a Roma per attestato dell'Annalista sassone[Annalista Saxo, apud Eccardum.], in compagnia delle Auguste, cioè diAdelaidesua madre e diTeofaniamoglie, e vi solennizzò la Pasqua. Confermò all'insigne monistero di Farfa isuoi privilegii con un diploma[Chronicon Farfens., P. II, tom. 2 Rer. Ital.]datoIII nonas maii, anno dominicae Incarnatione DCCCCLXXXI, Indictione VIII(scriviVIIII),imperii autem ejus XIV. Actum Romae.Un altro suo diploma in favor del monistero di Casauria fu speditoXIV kalendas maiinell'anno suddetto,Indictione nona, regni vero domni Ottonis secundi vicesimo primo, imperii autem ejus decimoquarto. Actum Romae in palatio juxta ecclesiam beati Petri Apostoli, cioè fuor di Roma, dove soleano abitar gli imperadori, allorchè andavano a quella augusta città . Lo stesso pure praticavano in Ravenna, in Milano ed in altre città , abitando fuori d'essa, credo io, per loro maggior sicurezza, e quiete ancora dei cittadini. Susseguentemente nel mese d'agosto confermò tutti i privilegii e beni al celebratissimo monistero di Monte Casino. Il suo diploma, che tuttavia originale col suo sigillo di cera si conserva nell'archivio casinense, dato alla luce dal padre abbate Gattola[Gattola, Hist. Monaster. Casinens. P. I.], si vede speditoVIII idus augusti anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXI, imperii vero domni secundi Ottonis imperatoris Augusti quartodecimo Indictione nona. Actum Cevice.Quivi è degno d'attenzione ciò che dice quest'imperadore in confermare adAligerno abbatetutte le tenute del monistero casinensein ambobus ducatibus nostris spoletino atque firmano, seu infra omnes fines nostri regni italici. Il ducato di Fermo, appellato anche Marca di Fermo, altro non è che il ducato ossia la Marca di Camerino. Or di qua si vegga, se possa sussistere che i due Ottoni primo e secondo avessero donato, ossia confermato, alla santa Chiesa romanacunctum ducatum spoletinum, seu beneventanum. Ognun sa, per conto del beneventano, che esso era in questi tempi de' suoi proprii principi, i quali riconoscevano ora i greci, ora i latini imperadori per loro sovrani, senza che mai niuno de' papi se ne lamentasse, o vipretendesse. Così i due ducati ossia le due marche di Spoleti e di Camerino dipendevano dai soli imperadori d'Occidente, ed erano parti del regno d'Italia; e i re e gl'imperadori vi mettevano al governo i duchi di mano in mano; il che appunto succedette nell'anno presente, imperciocchè venne a mortePandolfo Capodiferro, potentissimo principe di Benevento e Capua, che per molti anni era anche stato duca di Spoleti e marchese di Camerino. Dopo l'aprile, e prima del mese di giugno di quest'anno egli terminò i suoi giorni, e fu seppellito in Capua. ALandolfo IVsuo primogenito toccò il principato di Benevento e Capua; a Pandolfo ossia Paldolfo secondogenito restò il principato di Salerno. Per conto diSpoletie diCamerino, siccome vedremo, questo pervenne aTrasmondoduca e marchese, nominato nelle croniche di Farfa e del Volturno. Trovavasi in Capua l'Augusto Ottone nell'ultimo dì di settembre, allorchè confermò una gran copia di beni donati al nobil monistero di san Salvatore di Pavia dall'imperadriceAdelaidesua madre, piissima fondatrice di quel sacro luogo. Il diploma fu dato[Margarinius, Bullar. Casines., tom. 2, Constitut. LX.]pridie kalendas octobris anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXI, Indictione X, regni domni secundi Ottonis XXIV, imperii quoque XIV. Actum Capuae. Gli anni del regno sono scorretti, nè si accorda questo diploma colla dotazione fatta più tardi di esso monistero dall'Augusta Adelaide. Attese in questi tempi l'imperadore Ottone ad ammassar gente, e a far tutti i preparativi per cominciar la guerra coi Greci. Ma perchèPandolfo principedi Salerno doveva essere ora dipendente da essi, Ottone, per attestato di Romoaldo salernitano[Romuald. Salernit., Chron., tom. 7, Rer. Ital.], assediò quella città , e la prese:Veniens Salernum obsedit, cepitque illam expugnans: sono parole di quello storico. Ed Ermanno Contratto[Hermannus Contractus, in Chron.]scrive a quest'anno:Otto imperator peragrata Italia, Campaniam, calabrosque fines cum exercitu ingreditur. Lasciò scritto Lupo Protospata[Lupus Protospata, in Chronico, tom. 5 Rer. Italic.]sotto quest'anno, chefecit praelium Otho rex cum Saracenis in Calabria in civitate Cotruna, et mortui sunt ibi quadraginta millia Poenorum(enorme slargata di bocca)cum rege eorum, nomine Bulcassimus. Ma questa notizia è fuor di sito, conoscendosi che appartiene all'anno seguente; ed è anche alterata di molto. Così egli narra all'anno 982 la morte di Ottone II, la quale pure accadde solamente nel 983.
Ci vien poi dicendo Gotifredo da Viterbo[Godefredus Viterbiensis, Panth. de Othone II.], che prima che Ottone II tornasse in Italia, erano qui insorte fra i popoli, e massimamente in Roma, varie sedizioni. Arrivato ch'egli fu a Roma in collera, sentì le doglianze de' popoli, notò i rei; ed un giorno, fatto un solenne convito, in cui si trovarono tutti i principi e baroni, e circondato il luogo dalle sue guardie, mentre erano sul più bello dell'allegria, intimò il silenzio a tutti. Quindi ordinò che si leggesse il processo dei delinquenti, a cadaun dei quali immediatamente fu spiccato il capo dal busto:
Qui meruit, damnatur ibi poena capitali.Sanguine nobilium jam mensa potest maculari.Otho sibi capita vult quasi fercula dari.Humani capitis dum mensa cruore medescit.Non minus ante datis Rex imperat undique vesci.
Qui meruit, damnatur ibi poena capitali.
Sanguine nobilium jam mensa potest maculari.
Otho sibi capita vult quasi fercula dari.
Humani capitis dum mensa cruore medescit.
Non minus ante datis Rex imperat undique vesci.
Da Gotifredo prese queste notizie il Sigonio[Sigonius, de Regno Ital., lib. 7.], come buona moneta, e le inserì nei suoi Annali. Ma s'ha da tenere per certo che queste son tutte fandonie, almeno per quel che riguarda Ottone II imperadore. Al più al più potrebbe aver dato motivo a questa favola Ottone III suo figliuolo, per l'operato suo in Roma: del che parleremo a suo luogo. E che lo stesso Gotifredo imbrogli qui i fatti del terzoOttone con quei del secondo, si scorge dal dire egli che Ottone II portò da Benevento il corpo di san Bortolomeo apostolo: il che sappiamo attribuito dai vecchi scrittori ad Ottone III, tuttochè neppur questo sussista. Ora non parlando alcuno degli antichi storici della sopraddetta rigorosa, anzi orrida giustizia, che avrebbe fatto grande strepito nel mondo: non è bastante farcela credere l'autorità di Gotifredo, lontano da questi tempi, e scrittore dell'anno 1190. Abbiamo poi dall'Annalista Sassone[Annalista Saxo.]che il suddetto imperadore celebrò la festa del santo Natale in Salerno: il che ci vien sempre più assicurando che in quest'anno egli se ne impadronì colla forza dell'armi. Lamberto da Scafnaburgo[Lambertus Schafnaburgensis, in Chronico.]dice ch'egli solennizzò essa festa in Roma. Ma qui non se gli può prestar fede. Nella Cronica del monistero del Volturno[Chron. Vulturnen., P. II, tom. 1 Rer. Ital.]abbiamo un bel placito tenutoipso die lunae, quinto die intrante mense decembrio, Indictione X super salernitanam civitatem, in qua residebat supradictum imperatorem cum suis honoralibus hostiliter, anni Domini DCCCCLXXXI, imperii vero domni secundi Ottoni XIIII. Cadde appunto in quest'anno il dì quinto di dicembre in lunedì; e però abbiamo che allora l'imperadore era ad oste sotto Salerno, ed avendolo preso prima del Natale, quivi dovette celebrar quella festa. A questo anno parimente dovrebbe appartenere un diploma d'esso Ottone, conceduto ai canonici di Lucca[Antiquit. Italic., Dissert. LXII.]XII kalendas januarias, anno dominicae Incarnationis DCCCCLXXXII, Indictione X, anno regni secundi Ottonis XXV, imperii quoque ejus XV. Actum justa civitatem Salernum.Sono scorrette queste note. L'anno, per mio avviso, ha da essereDCCCCLXXXI. Quando nulladimeno fosse dato nell'anno susseguente, di qui apprenderemmo che anche nell'anno appresso l'imperadore celebrò il Natale del Signore in Salerno:cosa nondimeno ch'io peno a credere. Nè si dee tralasciare ciò che scrive l'autore della Cronica di Casauria[Chron. Casauriense, P. II, tom. 2 Rer. Ital.], cioè che nell'anno presentedominus Otto imperator ex romulea egressus urbe, et aedificata sibi regali domo in campo, qui vocatur de Cedici, toto ipso aestivo tempore ibi perendinans mansit. Era questo luogo nel territorio di Marsi, ciò apparendo da un placito, da me aggiunto alla medesima Cronica, tenutoin territorio Marsicano in ipso campo de Cedici, ubi erat ipsa casa domni Ottonis aedificata, ubi residebat in placito Gislebertus venerabilis episcopus(di Bergamo), ec. Esso placito fu celebratoanno ab Incarnatione Domini nostri Jesu Cristi DCCCCLXXXI, anno imperatoris magni Ottonis filii quondam Ottonis imperatoris Augusti XIV, die mensis augusti, Indictione IX Actum in Marsi.Adamo abbatedi Casauria vinse quivi una lite di beni. Truovasi ancora nella Cronica del monistero di santa Sofia[Ughell., Ital. Sacr., tom. 8.]un diploma d'esso Augusto, impetrato daGregorio abbatedi quel sacro luogo, e datoXV kalendas novembris, anno dominicae Incarnationis 997, imperii vero domni secundi Ottonis XIV, Indictione X. Actum in civitate beneventana in palatio regio. Ma è grossamente fallato l'anno, e s'ha da scrivereanno DCCCCLXXXI. Ho detto di sopra che il principato di Benevento e di Capua, dopo la morte diPandolfo Capodiferro, fu governato daLandolfo IVsuo figlio. Aggiungo ora che in quest'anno coll'espulsione d'esso Landolfo IV, Benevento pervenne alle mani diPandolfo IIfigliuolo diLandolfo III, cioè di un fratello del suddetto Capodiferro. AnchePandolfo IIprincipe di Salerno[Peregrinus, Hist. Princip. Langobard.]era stato spossessato di quel principato daMansoneduca di Amalfi, il quale conGiovanni Isuo figliuolo il tenne per due anni. E quantunque Ottone II assediasse e prendesse quella città , siccome abbiam veduto, pure tanto sapere ebbero, cherestarono amendue confermati in quel principato.