Chapter 10

Insomma, l’orgoglio occupa una parte troppo grande tra i sentimenti che muovono così gli uomini come i popoli moderni. Questa è la debolezza dei nostri tempi; una ragione di tante catastrofi e di questa terribile guerra. E il male è compenetrato così addentro nella carne e nelle ossa del mondo moderno, che l’estirparlo è impresa ardua tra tutte.

Ma il mondo va sempre cercando, da un eccessoall’altro, un equilibrio che mai non trova. Una catastrofe tanto immane non può mancar di muovere profondamente le anime, in tutti gli ordini sociali, perchè tutte ci rimettono uomini e beni. Nei palazzi come nelle capanne oggi si piangono quelli che sono partiti e che non torneranno più; si pensa con ansia al futuro. Chi teme che tra poco gli manchi addirittura il pane; chi trema che precipiti quella che era per lui la ragione stessa del vivere: il potere e il prestigio della propria famiglia, della propria classe, del proprio partito, della propria patria. Perciò quanti si illudono che, conchiusa la pace, noi ripiglieremo la vita che conducemmo sino al primo giorno di agosto del 1914, si accorgeranno che la vita della nostra generazione è stata troncata da questo cataclisma; e che ormai a tutti sarà necessario rifarsi da capo. Nè il corusco orgoglio di cui oggi sfolgora la civiltà moderna è una forza necessaria della grandezza civile: poichè altre civiltà che pur fecero grandi cose, come le civiltà antiche, non lo conobbero; furono prudenti e modeste. Non c’è dunque ragione di pensare che la storia non possa muoversi più, se non per la spinta di questa forza satanica. Il mondo vive trasfigurandosi di continuo; le epoche si succedono, spesso contrapponendosi. Al secolo dell’orgoglio, della guerra e del ferro, potrebbe forse succedere un secolo di più operosa modestia, di più raccolta serietà, di pace più sicura e sincera.


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