LA POESIA
Non stenda la mano sull'arpa del vateChi ferver, quai fiamme dai venti agitate,Magnanimi affetti non sente nel cor!E qui più vivaci scintillan le stelle,Qui sboccian le rose più grate, più belle,Qui splenda nel Verso più luce d'amor.Somigli all'olezzo dei floridi piani,Somigli alla lava dei nostri vulcani,Somigli al sereno dell'italo ciel.Ah fosse scintilla di luce divinaQuest'alma inquieta che va pellegrinaQual'umile vela su flutto crudel!Vorrei dell'afflitto sul languido corePassar dolcemente qual brezza sul fioreIl vile, il superbo vorrei fulminar....E queste montagne che bacian l'empiro,Le nubi, le stelle, l'immenso zaffiro,Gli antichi castelli, la voce del mar;Le note d'un'arpa lontana lontana,Il suon di campestre notturna campana,La foglia cadente su queto ruscel;Un raggio tra gli archi del tempio languente,La pallida gota di bella dolente,Il canto solingo di flebile augel;La luna tra i fiori d'antica ruina,La croce tra i salci d'aperta collina,Un serto appassito su marmo feral;Di supplice veglio le palme tremanti,Di vispo fanciullo le chiome ondeggianti,La rosa caduca, la querce immortal;E i molti fantasmi di vinti nemici,Di prodi esultanti, di prodi infeliciChe vagan tra l'urne dell'italo suol;E questo rimbombo di grida di pianti,Di preghi e bestemmie che all'inno dei santi,Si mesce varcando la spera del sol;Arcani concenti mi svegliano in petto;E come a fanciulla se vide il diletto,E come alla terra se il giorno sentì.Un lampo m'arride di gioia immortaleAllor che dei vati la febbre m'assale....Ardenti quai raggi di fervido dìTraboccan gli affetti... già tutto m'inondaLa piena... ma come del verso la spondaIl turgido fiume raccoglier potrà?...O caro usignolo che in selva tacenteLa luna novella dal balzo sorgenteSaluti coll'inno che pianger mi fà,O caro usignolo!... qual corda di cetraTe scoton le brezze vaganti nell'etra,Il raggio degli astri, l'oleggio dei fior:E come dal monte perenne fontana,Dal pieno tuo core prorompe l'arcanaNotturna melode che inebbria d'amor.Io come saetta nel nembo raccolta,Io come facella nell'urna sepolta,Ho fiamma nel petto che irromper non può.E al par della nube che in cielo viaggia,E al par della nave che cerca una spiaggiaVarcando la vita senz'orma morrò.
Non stenda la mano sull'arpa del vateChi ferver, quai fiamme dai venti agitate,Magnanimi affetti non sente nel cor!
Non stenda la mano sull'arpa del vate
Chi ferver, quai fiamme dai venti agitate,
Magnanimi affetti non sente nel cor!
E qui più vivaci scintillan le stelle,Qui sboccian le rose più grate, più belle,Qui splenda nel Verso più luce d'amor.
E qui più vivaci scintillan le stelle,
Qui sboccian le rose più grate, più belle,
Qui splenda nel Verso più luce d'amor.
Somigli all'olezzo dei floridi piani,Somigli alla lava dei nostri vulcani,Somigli al sereno dell'italo ciel.
Somigli all'olezzo dei floridi piani,
Somigli alla lava dei nostri vulcani,
Somigli al sereno dell'italo ciel.
Ah fosse scintilla di luce divinaQuest'alma inquieta che va pellegrinaQual'umile vela su flutto crudel!
Ah fosse scintilla di luce divina
Quest'alma inquieta che va pellegrina
Qual'umile vela su flutto crudel!
Vorrei dell'afflitto sul languido corePassar dolcemente qual brezza sul fioreIl vile, il superbo vorrei fulminar....
Vorrei dell'afflitto sul languido core
Passar dolcemente qual brezza sul fiore
Il vile, il superbo vorrei fulminar....
E queste montagne che bacian l'empiro,Le nubi, le stelle, l'immenso zaffiro,Gli antichi castelli, la voce del mar;
E queste montagne che bacian l'empiro,
Le nubi, le stelle, l'immenso zaffiro,
Gli antichi castelli, la voce del mar;
Le note d'un'arpa lontana lontana,Il suon di campestre notturna campana,La foglia cadente su queto ruscel;
Le note d'un'arpa lontana lontana,
Il suon di campestre notturna campana,
La foglia cadente su queto ruscel;
Un raggio tra gli archi del tempio languente,La pallida gota di bella dolente,Il canto solingo di flebile augel;
Un raggio tra gli archi del tempio languente,
La pallida gota di bella dolente,
Il canto solingo di flebile augel;
La luna tra i fiori d'antica ruina,La croce tra i salci d'aperta collina,Un serto appassito su marmo feral;
La luna tra i fiori d'antica ruina,
La croce tra i salci d'aperta collina,
Un serto appassito su marmo feral;
Di supplice veglio le palme tremanti,Di vispo fanciullo le chiome ondeggianti,La rosa caduca, la querce immortal;
Di supplice veglio le palme tremanti,
Di vispo fanciullo le chiome ondeggianti,
La rosa caduca, la querce immortal;
E i molti fantasmi di vinti nemici,Di prodi esultanti, di prodi infeliciChe vagan tra l'urne dell'italo suol;
E i molti fantasmi di vinti nemici,
Di prodi esultanti, di prodi infelici
Che vagan tra l'urne dell'italo suol;
E questo rimbombo di grida di pianti,Di preghi e bestemmie che all'inno dei santi,Si mesce varcando la spera del sol;
E questo rimbombo di grida di pianti,
Di preghi e bestemmie che all'inno dei santi,
Si mesce varcando la spera del sol;
Arcani concenti mi svegliano in petto;E come a fanciulla se vide il diletto,E come alla terra se il giorno sentì.
Arcani concenti mi svegliano in petto;
E come a fanciulla se vide il diletto,
E come alla terra se il giorno sentì.
Un lampo m'arride di gioia immortaleAllor che dei vati la febbre m'assale....Ardenti quai raggi di fervido dì
Un lampo m'arride di gioia immortale
Allor che dei vati la febbre m'assale....
Ardenti quai raggi di fervido dì
Traboccan gli affetti... già tutto m'inondaLa piena... ma come del verso la spondaIl turgido fiume raccoglier potrà?...
Traboccan gli affetti... già tutto m'inonda
La piena... ma come del verso la sponda
Il turgido fiume raccoglier potrà?...
O caro usignolo che in selva tacenteLa luna novella dal balzo sorgenteSaluti coll'inno che pianger mi fà,
O caro usignolo che in selva tacente
La luna novella dal balzo sorgente
Saluti coll'inno che pianger mi fà,
O caro usignolo!... qual corda di cetraTe scoton le brezze vaganti nell'etra,Il raggio degli astri, l'oleggio dei fior:
O caro usignolo!... qual corda di cetra
Te scoton le brezze vaganti nell'etra,
Il raggio degli astri, l'oleggio dei fior:
E come dal monte perenne fontana,Dal pieno tuo core prorompe l'arcanaNotturna melode che inebbria d'amor.
E come dal monte perenne fontana,
Dal pieno tuo core prorompe l'arcana
Notturna melode che inebbria d'amor.
Io come saetta nel nembo raccolta,Io come facella nell'urna sepolta,Ho fiamma nel petto che irromper non può.
Io come saetta nel nembo raccolta,
Io come facella nell'urna sepolta,
Ho fiamma nel petto che irromper non può.
E al par della nube che in cielo viaggia,E al par della nave che cerca una spiaggiaVarcando la vita senz'orma morrò.
E al par della nube che in cielo viaggia,
E al par della nave che cerca una spiaggia
Varcando la vita senz'orma morrò.
FINE.
INDICEA Giovanni BertolliPag. 3La Madre Povera5Davanti al cimitero della terra natale7Saluto a' quattro Poeti italiani9L'Ave Maria della mattina13L'Ave Maria della sera15La Campana del Deprofundis20Rimembranze d'infanzia26Il Salice28La Trovatella30Per un nuovo Ponte sull'Arno32Il Giovine35La Sposa del Ricco38Il Poeta cieco42Lamento56A G. B. Niccolini58La Poesia59
Nota del TrascrittoreOrtografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio.
Nota del Trascrittore
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Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio.