ATTO TERZO.

ATTO TERZO.

Salottino in casa Delisi. Vecchio arredo modestissimo. Su una mensola nella parete di fondo, tra due usci con tende, un grande quadro della Madonna del Rosario col lampadino appeso davanti, bene in vista. Lateralmente a destra e a sinistra, altri due usci, anch'essi con tende.

Salottino in casa Delisi. Vecchio arredo modestissimo. Su una mensola nella parete di fondo, tra due usci con tende, un grande quadro della Madonna del Rosario col lampadino appeso davanti, bene in vista. Lateralmente a destra e a sinistra, altri due usci, anch'essi con tende.

Sono in iscena Padre Landolina e Rosaria Delisi, quello seduto sul vecchio canapè, questa sulla poltroncina accanto. Padre Landolina sorseggia una tazza di caffè.

Sono in iscena Padre Landolina e Rosaria Delisi, quello seduto sul vecchio canapè, questa sulla poltroncina accanto. Padre Landolina sorseggia una tazza di caffè.

Landolina.

Sì, sì, creda, è andata bene, proprio bene, perchè lui credette d'aver indovinato lo scopo della mia visita.... (Com'è buono questo caffè!)

Rosaria.

Va bene, di zucchero?

Landolina.

Benissimo, ottimo!

Riprendendo il discorso.

Riprendendo il discorso.

E a un certo punto m'interruppe: “Padre, glielo dico io, lesto lesto, alla spiccia: Lei viene a pregarmi a nome della sorella, perchè Giacomino non metta più piede in casa mia. Non èquesto?„

Imitando il suo fare, con mansuetudine dispettosa.

Imitando il suo fare, con mansuetudine dispettosa.

“No, professore, non èquesto....„

E si mette a ridere.

E si mette a ridere.

Ah ah ah, le dico che è andata bene, proprio bene! come meglio non poteva andare!

Rosaria.

M'immagino lui, allora!

Landolina.

Restò. Non se l'aspettava....

Accenna d'alzarsi per posare la tazza vuota.

Accenna d'alzarsi per posare la tazza vuota.

Rosaria

pronta, prevenendolo.

pronta, prevenendolo.

No, no, dia qua, dia a me!

Landolina.

No.... prego....

Le cede la tazza, che Rosaria va a posare su la mensola.

Le cede la tazza, che Rosaria va a posare su la mensola.

Grazie.

Appena risiede Rosaria, riprende il discorso.

Appena risiede Rosaria, riprende il discorso.

Restò, perchè gli sembrava che il più fosse questo, capisce? impedire l'andata di Giacomino in casa sua. Come seppe che questo invece per noi era oramai pacifico, e che non doveva più mettersi in discussione.... — “Macome?„dice.... “Eallora?„

Rosaria.

Già.... già.... m'immagino.... Ma forse sarebbe stato meglio, padre, se lei se la fosse fatta scrivere subito, sotto gli occhi, l'assicurazione per me, che io potevo star tranquilla....

Landolina.

Gliel'ho chiesto, sa? Come no? Gliel'ho chiesto. Ma mi rispose che non aveva tempo. Insistere, per il momento, non sarebbe stato prudente. Bisognava dir la cosa — e saperla dire — ponendola come base della mia visita; ma poi lasciarla lì, fingendo che per me quest'assicurazione non aveva nessun valore pratico, mi spiego? ma che era soltanto come un'opera di carità, vede? che iogli chiedevo per lei, per dare a lei un semplice conforto e nient'altro, mi spiego?

Rosaria.

Sì, capisco, capisco.... Ma sa che cosa io temo adesso? Che ci ripensi e non me la faccia più! Le disse proprio che me l'avrebbe fatta?

Landolina.

Sì, sì. Mi disse che potevo andarmene tranquillo. — “Gliela faccio e gliela mando! — mi disse. — A leidirettamente.„— Lei sa, del resto, signorina, che quest'assicurazione per me è indispensabile. Bisogna averla assolutamente, perchè il padre della ragazza lo mette comeconditio sine qua non. L'ha detto a me. Non perchè tema, non perchè diffidi di Giacomino, ma perchè teme e diffida di loro, tanto della moglie quanto del marito. E ha ragione, siamo giusti!

Rosaria.

Ragione! Come no? Di lei, della moglie specialmente, bisogna temere, padre! di codesta donnaccia, figlia d'un bidello, che ha potuto ardire....

Si copre la faccia con le mani.

Si copre la faccia con le mani.

Ah, io non so.... io non so come si possa aver l'ardire.... Dio! Dio! Dio!

Landolina.

Mah! La corruzione del popolo adesso è tanta, signorina Rosaria!

Rosaria.

Mettersi con un giovinotto, povero, sì, ma di buona famiglia, educato come ho potuto educarlo io, padre, lei lo sa! E indurlo in peccato mortale! Figuriamoci se vorrà lasciarlo in pace! Perciò era necessario, le ripeto, averla subito quest'assicurazione!

Landolina.

L'avremo, l'avremo, non dubiti. L'otterremo aogni costo. Il fidanzamento, altrimenti, non potrebbe aver luogo. Intanto, con la mia visita abbiamo ottenuto già questo: che il professore non mette più neppur lui in discussione che Giacomino possa andare in casa sua....

Non ha finito di dir questo che la vecchia serva Filomena, tutta spaventata, si precipita in iscena per l'uscio comune, annunziando:

Non ha finito di dir questo che la vecchia serva Filomena, tutta spaventata, si precipita in iscena per l'uscio comune, annunziando:

Filomena.

Il professore, signorina! Il professore! il professore!

Landolina.

Oh!

Rosaria.

Ah!

Landolina.

Ma come?

Rosaria.

Qua?

Filomena.

Davanti la porta! Ho sentito il campanello; ho aperto la spia: lui! lui, e col bambino!

Rosaria.

Ah! Col bambino anche?

Landolina.

Oh! Ma questa è una tracotanza che sorpassa ogni limite!

Rosaria.

Sta vedendo, padre? Sta vedendo? Non può metter più neppure lui in discussione che Giacomino vada in casa sua, ed eccolo qua che viene lui invece in casa di Giacomino!

Filomena.

Che debbo fare, intanto? che debbo dirgli? Oh Signor Iddio!

Landolina.

Non bisogna assolutamente farlo entrare!

Rosaria

a Filomena.

a Filomena.

Ditegli che Giacomino non c'è! non c'è!

Landolina.

Non c'è! Assolutamente!

Rosaria.

Non aprite! Senza aprire! Dalla spia! Glielo dite dalla spia!

Filomena.

Non dubiti, non dubiti! Gli dico che non c'è!

S'avvia.

S'avvia.

Landolina

richiamandola.

richiamandola.

Pss! Pss! E che non sapete dove sia, chi sa ve lo domanda!

Filomena.

Sì, sì, va bene....

Via per l'uscio donde è entrata.

Via per l'uscio donde è entrata.

Rosaria.

Lo vede, padre? E lei che diceva....

Landolina.

Ma io sono trasecolato, creda, signorina! L'improntitudine di quest'uomo vuol dire che proprio.... oh Dio mio! Dio mio!

Rosaria.

E come si fa ora? come s'ha da fare?

Landolina.

Ma tener duro! Non transigere! Non transigere! Dio mio, pareva rassegnato.... Io non so! Pretese lui stesso che io gli parlassi chiaro, aperto.... E io, con tutti i debiti riguardi.... Non m'oppose nessuna difficoltà! Torno a dirle che mi licenziò assicurandomi che me ne potevo andar tranquillo....

Rosaria.

Tranquillo, sì.... ecco qua....

Landolina.

Meditava questo, dunque! La sfrontatezza di quest'uomo è inarrivabile! inimmaginabile! Venire qua! Lui! Lui!

Rosaria.

E condurre con sè il bambino! Portargli il bambino qua, in casa!

Landolina.

È dunque capace di tutto! di tutto!

Rosaria.

E non gliel'ho detto io? Di tutto! Ed è certo la moglie che lo manda....

Landolina.

Ma in questo caso, allora, io mi domando se non ci convenga piuttosto — un uomo così — affrontarlo risolutamente, signorina! anzichè nasconderci come stiamo facendo!

Rosaria.

E chi l'affronta? Lei?

Landolina.

Io, no!... non credo che gioverebbe.... Non per tirarmi indietro; ma qua ci vuole una persona interessata.... Lei, signorina Rosaria, perchè no? la sorella.... O se no, lo stesso Giacomino!

Rosaria.

No! Giacomino, no! No!

Landolina.

Dia ascolto a me! Non dico ora, perchè non è prevenuto. Ma se Giacomino ha il coraggio di dirgli in faccia lui stesso che tutto è finito e che non s'arrischi più di venire qua.... — Ah, ecco qua la nostra buona Filomena!

Rientra in iscena Filomena.

Rientra in iscena Filomena.

Rosaria

subito.

subito.

Che v'ha detto? che v'ha detto? Se n'è andato?

Filomena.

Ma che andarsene! Non vuol sentire niente!

Rosaria.

Ma gli avete detto che Giacomino non c'è?

Filomena.

Come non gliel'ho detto? Cento volte gliel'ho detto! Non vuol sentire niente! Ride.

Landolina.

Ride?

Filomena.

E dice: — “Va bene.... Vabene....„— Che vuol parlare con lei, dice.

Rosaria.

Con me?

Filomena.

La sorella — dice. Gli ho detto allora che non era in casa neanche lei.

Rosaria.

E lui?

Filomena.

Niente. Ride e dice: “Apritemi:l'aspetto„.— E io: “La porta è fermata, e non ho lachiave!„— Cicrede? S'è seduto sullo scalino, dicendomi: “E allora la aspettoqua!„Come s'ha da fare? Non se n'andrà, nemmeno a legnate!

Landolina

risolutamente.

risolutamente.

Orsù, coraggio, signorina Rosaria: lo riceva! lo riceva, ma senza comprometter nulla! La parte la farà poi lui, Giacomino! Bisogna assolutamente che la faccia Giacomino! Finchè non la farà lui, saremo sempre punto e daccapo! Lei procuri di frenarsi quanto più può. Gli dica che Giacomino non c'è, ma che si farà un dovere di andarlo a trovare domani alla scuola per parlargli seriamente.... Ecco, gli dica così e basta!

Rosaria.

Ma come farò a frenarmi? come farò?

Landolina.

Fermezza! pazienza! Lei ne ha tanta! Dia ascolto a me. — Voi andate ad aprire, Filomena. — Io mi ritiro, qua, col suo permesso....

Indica l'uscio laterale a destra.

Indica l'uscio laterale a destra.

Rosaria.

Sì, sì.... Può girare e andar da Giacomino, in camera sua.

Landolina.

Sta bene.

A Filomena.

A Filomena.

Andate, andate....

Filomena, via.

Filomena, via.

Fermezza, e calma, signorina, mi raccomando.... Io sono qua, con Giacomino....

Si ritira per l'uscio laterale a destra. Poco dopo dall'uscio comune per cui è uscita Filomena s'introduce piano piano e placido, il professor Toti col bambino per mano.

Si ritira per l'uscio laterale a destra. Poco dopo dall'uscio comune per cui è uscita Filomena s'introduce piano piano e placido, il professor Toti col bambino per mano.

Toti.

Cara signorina Rosaria....

Rosaria.

Ma come, professore! Viene a cercarlo in casa, mio fratello? pure in casa, adesso? E che vedo! anche col bambino? ha portato con sè anche il bambino?

Toti.

Già.... È una bellissima giornata.... Eran tre giorni che il povero piccino non usciva di casa.... L'ho portato dalla mamma e le ho detto: “Vestimelo, che gli faccio fare duepassetti.„C'è un'aria che ristora! E i piccini sono come gli uccellini. Ora con tutte le pennucce arruffate, e un minuto dopo, spunta un occhio di sole, e tutti vispi e gai.... Era palliduccio.... e vede ora come è bello, eh? che occhietti vivi, eh?

Rosaria.

Ma non aveva altro posto dove portarselo? giusto qua, scusi?

Toti.

E perchè no, qua? Giacomino, da parecchi giorni, non si fa vedere. So che non è andato neanche alla Banca.... Per via non l'ho più incontrato.... Forse, mi son detto, non starà tanto bene in salute. E uscendo col piccino ho pensato di venire qua per vedere come stava....

Rosaria.

Sta bene.... sta benissimo, professore. E lei poteva fare a meno d'incomodarsi. — Non c'è. — Mi pare che Filomena gliel'ha detto chiaramente.

Toti.

Mi scusi, signorina. Lei mi tratta in un modo che.... non so! Ho fatto forse, senza saperlo, qualche offesa a lei, o a Giacomino, venendo qua?

Rosaria.

No, professore, non si tratta d'offesa.... si tratta di peggio! Lei, santo Dio, dovrebbe capire....

Il professor Toti si picchia parecchie volte con la punta dell'indice il petto con tale aria di filosofica malizia, che ella rimane come stordita, e domanda:

Il professor Toti si picchia parecchie volte con la punta dell'indice il petto con tale aria di filosofica malizia, che ella rimane come stordita, e domanda:

Come? che vuol dire?

Toti.

Dico che quanto a capire, — sono vecchio, signorina Rosaria — e tante cose capisco, che lei non può neanche immaginarsi! E prima di tutto, sa che cosa capisco? che certe furie.... certe furie, meglio lasciarle svaporare, signorina, svaporare....

Rosaria.

Ma io non ho nessuna furia, per sua regola, professore! Le dico che Giacomino non c'è, e basta. Se lei vuol trovarlo, non c'è bisogno che s'incomodi un'altra volta a venire qua, perchè Giacomino verrà lui a trovarlo — a casa, no! a casa, niente più! — deve farmi il piacere che tanto della sua casa, quanto di questa non se ne deve più parlare. — Alla scuola! Verrà a trovarlo a scuola — e basta!

Toti.

Vede? E poi dice che non ha furia! Qua dev'esserci un piccolo malinteso, signorina. Lei dice che dovrei capire. Sì, signorina. Ma, da vecchio, sa che cosa capisco io? Che quando c'è un malinteso, bisogna subito chiarire, chiarire, signorina, chiarire francamente, senza sotterfugi.... senza riscaldarsi.... Vede me? — Un sorbetto.... — Chiarire.... chiarire....

Rosaria.

Va bene, d'accordo, professore. Lei intende, spiegarci? E va bene. Quanto prima, tanto meglio!

Toti.

Ah! Ora sì che ci siamo. Non dubiti: si metterà tutto bene in chiaro. Dunque, mi lasci sedere e vada a chiamarmi Giacomino.

Rosaria.

Ma se le ho detto e ridetto che non c'è! Non c'è! non c'è! Quante volte gli si deve dire?

Toti.

Lo vede? No, signorina Rosaria. Se dobbiamo spiegarci francamente.... Scusi, i preti a casa sua parlano forse soli? o con le seggiole?

Rosaria

stordita.

stordita.

I preti? Come c'entrano adesso i preti?

Toti

prendendo da una seggiola accanto al canapè il tricorno di Padre Landolina e mostrandoglielo.

prendendo da una seggiola accanto al canapè il tricorno di Padre Landolina e mostrandoglielo.

Eccolo qua! Conosco la buona educazione della famiglia, e non posso supporre che lei lasci un santo sacerdote senza compagnia. Giacomino è certo di là, che parla con lui. Me lo vada a chiamare.

Rosaria.

Ma nient'affatto! Padre Landolina era qua con me. Ora parla di là con Filomena, e lei non deve immischiarsi negli affari di casa mia!

Toti.

No! Io? E quando mai? Io non ho questo vizio, signorina! S'immischiano gli altri invece negli affari di casa mia e non vogliono lasciarmi tranquillo, senza ch'io faccia nulla di male! Ma io, no! Non ho questo vizio, creda! — Basta. Dunque, Giacomino non c'è?

Rosaria.

Non c'è.

Toti.

E allora debbo andarmene? Perchè vuol farmi ritornare?

Rosaria.

Ma le ho detto che non c'è bisogno che lei ritorni; anzi deve farmi il piacere di non ritornare più qua!... Verrà Giacomino a trovar lei, a scuola.

Toti.

Vuol farlo incomodare, santo Dio, a venire alla scuola, mentre io sono qua e lui di là, e potremmo parlar subito, e spiegarci....

Rosaria.

Sì, sì, ha ragione, è meglio, professore! Vado a chiamarglielo, per finirla una buona volta, una volta e per sempre, poichè abbiamo da fare con una persona così petulante!

Toti.

Calma.... calma.... calma, signorina!

Rosaria.

Che calma! Lei non è un uomo, è un demonio tentatore!

Toti.

Il bambino sta a guardarla con tanto d'occhi....

Rosaria.

Me ne vado perchè non so più che mi verrebbe di fare! Aspetti qua! Vado a chiamarlo!

Si ritira di furia per l'uscio laterale a sinistra.

Si ritira di furia per l'uscio laterale a sinistra.

Toti

prendendosi sulle gambe Ninì.

prendendosi sulle gambe Ninì.

Che è, Ninì? Niente, bellino.... non aver paura.... Scherza, la zia! Ora gliela faremo sbollir noi tutta questa furia.... Sai chi verrà ora qua? Giamì! Gli vuoi bene tu, a Giamì, è vero? Ti porta anchelui, Giamì, le chicche, i giocattolini. Ma, tu devi voler più bene a me, piccino mio.... assai, assai più, perchè io, sai? ci sono e non ci sono più, per te. Queste cose tu ancora non puoi capirle e non le capirai mai, figlietto mio bello, perchè quando potrai capirle, non ti ricorderai più di me.... che t'ho tenuto in braccio così.... che t'ho stretto a me così.... così.... e che ho.... che ho pianto per te, figliuolo....

Con un dito si porta via le lacrime dagli occhi.

Con un dito si porta via le lacrime dagli occhi.

Che dici? Giamì? Sì, ora verrà.... Ah, dici d'andarcene? Sì, ora ce ne andremo.... Ma prima bisogna che venga Giamì.... e tu devi star bonino.... Guarda qua.... ecco, ti dò questa borsetta, e tu ci giochi, eh?

Cava dal taschino del panciotto una borsetta di seta rossa a maglia, con anellini d'acciaio, piena di monetine.

Cava dal taschino del panciotto una borsetta di seta rossa a maglia, con anellini d'acciaio, piena di monetine.

Senti come suona? Ah, ecco Giamì.... Va'.... va'.... va' da Giamì....

Si alza col bambino e lo spinge verso Giacomino che entra dall'uscio a sinistra, torbido, rabbuffato.

Si alza col bambino e lo spinge verso Giacomino che entra dall'uscio a sinistra, torbido, rabbuffato.

Dio, che faccia.... Oh, Giacomino?

Giacomino.

Che ha da dirmi, professore?

Toti.

Come! E non vedi il bambino?

Giacomino.

Io mi sento male, professore.... Ero buttato sul letto.... Non posso nè parlare e neanche guardare....

Toti.

Va bene; ma il bambino?

Giacomino

chinandosi per compiacenza a carezzare appena la testina del bimbo.

chinandosi per compiacenza a carezzare appena la testina del bimbo.

Ecco.... sì.... Mi dica subito, piuttosto, quello che m'ha da dire....

Toti.

Vieni qua, Ninì.... bellino mio, qua.... Siedi qua.... no, guarda.... statti così, in ginocchio.... ci arrivi meglio....

Lo pone a seder su le ginocchia su una seggiola presso un tavolinetto su cui sta un vecchio album di fotografie, poi si volge a Giacomino e indicandogli l'album gli domanda:

Lo pone a seder su le ginocchia su una seggiola presso un tavolinetto su cui sta un vecchio album di fotografie, poi si volge a Giacomino e indicandogli l'album gli domanda:

Posso prenderlo, questo?

Giacomino.

Ma prenda quello che vuole!

Toti

a Ninì.

a Ninì.

Ecco, Ninì.... giuoca con questo.... lo guardi.... lo apri così.... Vedi come è bello.... vedi qua.... uh, quanti pupi! vedi?... Poi volti così, ma piano, eh? senza strappare.... Uh, guarda, guarda qua.... lo vedi qua? lo riconosci chi è questo?... chi è?... Giamì, lo vedi?... Giamì, quand'era piccolo piccolo come te.... coi capellucci.... coi riccioli come questi tuoi.... Guarda, guarda da te, ora....

Voltandosi verso Giacomino.

Voltandosi verso Giacomino.

Oh! Vuoi sapere che t'ho da dire? Ti senti male, è vero? Me lo sono immaginato. E son venuto apposta. Il capo, eh? ti fa male il capo? Si vede.

Giacomino

impaziente.

impaziente.

Professore....

Toti.

Siedi. Così in piedi non possiamo discorrere, figliuolo....

Siede sul divano e invita Giacomino a sedergli accanto; poi si volta di nuovo verso il bambino.

Siede sul divano e invita Giacomino a sedergli accanto; poi si volta di nuovo verso il bambino.

Senza strappare, eh, Ninì? Piano piano.

A Giacomino.

A Giacomino.

Ti volevo domandare se il direttore della Banca ti ha detto qualche cosa....

Giacomino.

A me? No.... Perchè?

Toti.

Non ci vai da tre giorni....

Giacomino.

Ma non ci sono andato, perchè....

Toti

subito interrompendolo.

subito interrompendolo.

Non ti dico per questo.... Te lo dico perchè jeri l'ho incontrato per istrada e m'ha domandato di te. Siamo entrati in discorso.... S'è parlato dello stipendio.... Io gli ho fatto notare che il tuo non è quello che dovrebbe essere.... E siamo rimasti d'accordo che ti sarà cresciuto....

Giacomino

convellendosi, come sulle spine, strizzandosi le mani.

convellendosi, come sulle spine, strizzandosi le mani.

Professore, io la ringrazio.... ma....

Toti.

Ma che! Di che mi ringrazi?

Giacomino

seguitando.

seguitando.

Ma mi faccia il piacere.... mi faccia la carità dl.... di non incomodarsi più.... di non curarsi più di me, ecco!

Toti.

Ah sì? Bravo, bravo.... Non abbiamo più bisogno di nessuno ora, eh?

Giacomino.

Non per questo, professore! Se lei non vuol capire....

Toti.

Che devo capire? Piano, figliuolo mio.... scusa! Dobbiamo ragionare? E vuoi ragionare così? Mi puoi impedire, scusa, mi puoi impedire, se io voglio farti un po' di bene, che te lo faccia?

Giacomino.

Ma se io non io voglio? Se le dico che io non lo voglio?

Toti.

Tu non lo vuoi, e io te lo voglio fare! Per mio piacere! Non son padrone? Mi dici che non debbo curarmi più di te.... E se non mi curo più di te, di chi vuoi che mi curi io? Aspetta! Senza furie! Poi parlerai tu; lascia parlare a me adesso! Devi sapere, figliuolo mio, che ai vecchi — ai vecchi, s'intende, che non siano egoisti e che hanno tanto stentato nella vita, com'ho stentato io, per arrivare a farsi, bene o male, uno stato — piace, figliuolo mio, di vedere i giovani come te meritevoli farsi avanti per loro mezzo, e godono se essi sono contenti, godono della loro allegria, delle speranze che loro si aprono, del posto che prendono in società.... E se possono risparmiar loro tutti gli stenti ch'essi sanno, come fa ogni buon padre coi suoi figliuoli....

S'interrompe.

S'interrompe.

Ma scusa, non lo sai tu, Giacomino, non lo sai che io ti considero tal quale come un figliuolo mio? Che è? Che fai? Piangi?

Giacomino ha nascosto infatti il volto tra le mani e sussultacome per un impeto di singhiozzi che vorrebbe frenare. Egli allora si alza e fa per posargli una mano sulla spalla.

Giacomino ha nascosto infatti il volto tra le mani e sussultacome per un impeto di singhiozzi che vorrebbe frenare. Egli allora si alza e fa per posargli una mano sulla spalla.

Come? Perchè?... Via.... via....

Giacomino

balzando in piedi, convulso, come se provi ribrezzo, e mostrando il viso contraffatto per una fiera risoluzione improvvisa.

balzando in piedi, convulso, come se provi ribrezzo, e mostrando il viso contraffatto per una fiera risoluzione improvvisa.

Non mi tocchi! non mi s'accosti, professore! Lei mi sta facendo soffrire una pena d'inferno! Io non voglio, non voglio codesto suo affetto! Per carità, la scongiuro, se ne vada! se ne vada! E si scordi che io esisto!

Toti

sbalordito.

sbalordito.

Ma che hai?... Come!... Perchè?

Giacomino.

Vuol sapere perchè? Glielo dico subito, glielo dico. Io mi sono fidanzato, professore! Ha capito? Mi sono fidanzato!

Toti

vacilla come per una mazzata sul capo, si porta le due mani alla testa, casca a sedere quasi stroncato, balbetta:

vacilla come per una mazzata sul capo, si porta le due mani alla testa, casca a sedere quasi stroncato, balbetta:

Fi....fidan.... fidanzato?...

Giacomino.

Sissignore! E dunque basta! basta per sempre, professore! Capirà ora che non posso più vederla qua.... comportare la sua presenza in casa mia....

Toti

quasi senza voce, quasi istupidito.

quasi senza voce, quasi istupidito.

Mi.... mi cacci via?

Giacomino

dolente, mortificato.

dolente, mortificato.

No.... no.... ma se ne vada.... è bene che lei.... che lei se ne vada, professore.

Toti

si leva a stento, non si regge in piedi, s'appoggia alla poltrona, viene pian piano, pian piano verso il bambino, lo guarda, gli carezza i capelli. Poi, stando sempre presso il bambino, volgendosi a Giacomino:

si leva a stento, non si regge in piedi, s'appoggia alla poltrona, viene pian piano, pian piano verso il bambino, lo guarda, gli carezza i capelli. Poi, stando sempre presso il bambino, volgendosi a Giacomino:

Quando? Senza.... senza dirmene nulla.... Con chi ti.... ti sei fidanzato?...

Giacomino non risponde.

Giacomino non risponde.

Dimmelo, con chi?...

Giacomino.

Qua, professore.... È già da un mese....

Toti.

Già da un mese? E seguitavi a venire in casa mia?

Giacomino.

Lei sa come ci venivo....

Toti

piano.

piano.

Zitto.... Zitto. — Con chi?

Giacomino.

Con una povera orfana come me, professore.... Amica di mia sorella....

Toti

seguita a guardarlo come inebetito, con la bocca aperta, e non trova più neanche la voce per parlare.

seguita a guardarlo come inebetito, con la bocca aperta, e non trova più neanche la voce per parlare.

E.... e.... e si lascia tutto.... così?... e.... e.... e non si pensa più a.... a niente? non.... non si tien più conto di niente?

Giacomino.

Ma scusi, professore.... scusi, che mi voleva schiavo lei?

Toti.

Io? schiavo?

Ha uno schianto nella voce, e insorge a poco a poco.

Ha uno schianto nella voce, e insorge a poco a poco.

Ah! lo puoi dire? Io? io che t'ho fatto padrone della mia casa? Codesta, sì, vedi? codesta, sì, che è vera ingratitudine! E che t'ho forse fatto il bene per me, io, figliuolo mio? Che ne ho avuto io del bene che t'ho fatto? Le ingiurie, la baja di tutta la gente stupida che non vuol capire il sentimento mio! Ah, dunque non vuoi capirlo neanche tu, il sentimento di questo povero vecchio che sta per andarsene e che era tranquillo e contento di lasciar tutto a posto, una madre.... il bambino.... e te.... in buone condizioni.... felici? Io ho settant'anni; io domani me ne vado, Giacomino! Che ti sei impazzito, figliuolo mio? Non so ancora.... e non voglio sapere chi è, la tua fidanzata.... Chi è? No, non me lo dire! non voglio saperlo! Sarà buona, sarà buona certo, se l'hai scelta tu, un'onesta giovine — perchè tu sei buono, lo so.... — Ma pensa, pensa che non è possibile che tu abbia trovato di meglio, Giacomino, della madre di questo bambino! Non ti parlo dell'agiatezza soltanto, bada! Ma tu hai ora la tua famiglia, in cui non ci sono di più che io, io solo ancora per poco.... io che non conto per nulla.... Ma che fastidio vi dò io? Io sono come il padre di tutti.... Io posso anche, se tu vuoi, per la vostra pace.... sì, me ne posso anche andare.... Ma dimmi come è stato? Che cos'è accaduto? come ti s'è voltata così tutt'a un tratto la testa, figliuolo mio? Dimmelo.... dimmelo....

Lo prende per le braccia.

Lo prende per le braccia.

Giacomino.

Che vuole che le dica? Ma come non s'accorge, professore, che tutta codesta sua bontà....

Toti.

Questa mia bontà.... sèguita! che vuoi dire?

Giacomino.

Mi lasci stare! Non mi faccia parlare!

Toti.

No! Parla, anzi! Devi parlare! Me lo devi dire!

Giacomino.

Lo vuol detto? E non lo comprende lei che certe cose si possono far soltanto di nascosto, e non son possibili alla vista di tutti, con lei che sa, con la gente che ride?

Toti.

Ah, è per la gente? Tu parli della gente che ride? Ma ride per me la gente, e ride perchè non capisce, e io la lascio ridere perchè non me ne importa niente! Che n'hai da fare tu, se la gente ride? All'ultimo devi vedere chi riderà meglio! È l'invidia, figliuolo, credi a me, l'invidia di vederti a posto, tranquillo, sicuro del tuo avvenire....

Giacomino.

Sta bene, professore! Guardi.... se è così, guardi.... — lasci star me — ci sono tant'altri giovani che hanno bisogno di ajuto, professore!

Toti

ferito, ha un feroce scatto d'indignazione, gli va con le mani sulla faccia, poi l'afferra per il petto e lo scrolla e lo strappa.

ferito, ha un feroce scatto d'indignazione, gli va con le mani sulla faccia, poi l'afferra per il petto e lo scrolla e lo strappa.

Oh! che cosa? che cosa hai detto? È giovane, sì, Lillina. Ma è onesta, perdio! E tu lo sai! E nessuno meglio di te può saperlo! È qua, è qua, il suo male.

Si picchia forte sul cuore.

Si picchia forte sul cuore.

Dove credi che sia? Pezzo d'ingrato! Ah, la insulti ora per giunta? E non ti vergogni? non ne senti rimorso in faccia a me? tu? E per chi l'hai presa? Ah credi che ella possa passare dall'uno all'altro come niente? Madre di questo bambino, che tu sai bene di chi è! Ma che dici? Ma come puoi parlar così?

Giacomino.

Ma lei, professore, lei piuttosto, mi scusi, lei, lei come può parlar così?

Toti.

Hai ragione.... hai ragione.... hai ragione....

Rompe in un pianto disperato, buttandosi sul divano e abbracciandosi forte forte il bambino, che, sentendolo piangere, è accorso a lui.

Rompe in un pianto disperato, buttandosi sul divano e abbracciandosi forte forte il bambino, che, sentendolo piangere, è accorso a lui.

Ah povero Ninì mio.... povero piccino mio.... che sciagura.... che rovina.... E che ne sarà della tua mammina ora? che ne sarà di te, Ninì, bello mio.... con una mammina come la tua.... senza esperienza.... senza più chi l'assista e chi la guidi?... Ah, che baratro!... che baratro!...

Sollevando il capo con fierezza, rivolto a Giacomino.

Sollevando il capo con fierezza, rivolto a Giacomino.

Piango, perchè mio è il rimorso; piango, perchè io t'ho protetto; io t'ho accolto in casa; io ho parlato a lei di te in modo da toglierle ogni scrupolo d'amarti! E ora che lei t'amava sicura.... madre di questo bimbo qua.... ora, tu....

Balza in piedi terribile, risoluto, convulso.

Balza in piedi terribile, risoluto, convulso.

Pensaci, Giacomino! Io sono buono, ma appunto perchè sono così buono, se vedo la rovina d'una povera donna, la rovina tua, la rovina di questa creatura innocente, io divento capace di tutto! Pensaci, Giacomino! Io ti faccio cacciar via dalla Banca! Ti butto di nuovo in mezzo a una strada!

Giacomino.

E va bene! Faccia, faccia quello che vuole, professore! Io già questo me l'aspettavo....

Toti.

Ah sì? Te l'aspettavi? Ma quello che non t'aspetti, son capace di farlo, sai? Ora stesso, con questo bambino per mano, io vado a presentarmi alla tua fidanzata!

Giacomino.

Ah, no, perdio! Questo, professore, lei non lo farà!

Toti.

Non lo farò? E chi me l'impedisce? Tu?

Giacomino.

Gliel'impedisco io, sì! Perchè lei non ha il diritto d'andare a turbare una povera ragazza!

Toti.

Non ho il diritto? Chi t'ha detto che non l'ho? Io difendo la madre a questa creaturina! difendo questa creaturina! e difendo anche te, ingrato, che non ragioni più! Io vado a trovarla, vado a trovar suo padre, gli espongo il caso, gli presento qua questo piccino, e gli domando se c'è coscienza a rovinar così una casa, una famiglia, a far morire di crepacuore un povero vecchio, una povera madre, e lasciar senz'ajuto e senza guida un povero innocente come questo, Giacomino, come questo.... Ma non lo vedi? non hai più cuore, figliuolo mio? non lo vedi qua, il tuo piccino? è tuo! è tuo!


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