CAPITOLO II.La legge morale ne' primitivi tempi era maneggiata dagli uomini più rispettabili; ed i suoi dettami hanno formate le unioni sociali, e fondate le monarchie, dividendo in seguito i popoli in differenti gerarchie: parte di questi destinati furono a presiedere al governo ed alla giudicatura, e parte ad essere condottieri di armate in difesa dello stato: i più savi hanno erette scuole per instruire la nazione nelle scienze e nelle virtù, ed il rimanente del popolo è stato diviso, chi alle arti meccaniche, e chi all'agricoltura; ed ogni differente società ha stabilito certi usi e costumi, sì per trattare con i propri individui, che per contenersi con gli estranei; e quindi si è formato il diritto delle genti, affinchè questo serva di base alle regole con le quali un regno od un popolo debba trattare con l'altro; il che ha contribuito non solo a formare de' trattati di pace; ma ancora delle alleanze che servirono a communicarsi a vicenda le arti, le scienze, il commercio, e concambio delle rispettive derrate, con il di cui mezzo le differenti parti del mondo si sono collegate una con l'altra, tendendo ognuna a cercare l'altrui pace e felicità, sicuri essendo, che tanto il bene, che il male di una popolazione influirebbe sul bene, o male dell'altra, ed in tal guisa ogni privato può, e deve riuscire di vantaggio alla generale popolazione dell'universo.Nel modo istesso la legge morale ha servito di base fondamentale al contegno de' capi rispettabili d'Israele; e sebbene i re, i profeti, i ministri di Dio, e più di ogn'altro il nostro legislatore Mosè cui gli statuti legali rivelati furono, fosser stati da Dio ispirati; pure nulla per via di rivelazione han saputo delle leggi morali, quantunque abbin appreso cose maggiori; poichè al contegno morale il sommo Dio aveva già provveduto nell'atto di creare il genere umano, con accordargli [pg 11] diverse cognizioni, e l'abilità altresì di poterle comprendere da se stesso, riflettendo agli oggetti che la creata natura presentava loro; e però poteva trarne delle massime conseguenti ed atte a formar delle leggi e delle regole capaci a sostenere le republiche in ogni parte, ed in qualsivoglia provincia che esister potesse; e prima ancora che la divinità si fosse dimostrata a' nostri santi maggiori, essi già erano perfettamente instruiti di tutte le leggi umane, tanto ne' rispettivi diritti e buon governo, quanto anche nelle cognizioni, e fisiche, e speculative; ed abbenchè fossero illuminati dallo spirito divino, nulladimeno non si sono allontanati da un simile contegno di mondo, il quale si rese sempre indispensabile e necessario, tanto per trattare con i privati, quanto col publico; e per sostenere altresì proposizioni con grazia ed energia, e per incamminare i trattati che dovevano indispensabilmente avere con altri popoli, e così con i loro rispettivi sovrani, non essendo possibile, che un uomo dirigga un popolo intiero, e lo conservi in una buona armonia, senza essere un perfetto conoscitore de' diritti publici e privati, e così pure dell'uman cuore, e de' costumi ed inclinazioni delle nazioni.E ciò è tanto più naturale, cioè, che allora quando i nostri maggiorihanno preso un regolato sistemaabitando la terra santa, fondando il loro regno secondo il dettame della divina legge, e stabilendo le proprie tribù nelle città e distretti stati loro assegnati, abbiano avuto bisogno maggiormente di un contegno morale per stabilire i rispettivi tribunali di giustizia e per disporre il governo con quell'ordine umano che fu poi meglio perfezionato dalle divine prescrizioni, destinando maestri, onde vegliassero all'educazione della gioventù, incaricandoli di regolarla sul piano del divino volere; ed indi hanno avuto bisogno di agrimensori par la giusta divisione delle terre, e così pure degli architetti per piantare abitazioni, per costruire torri, fortezze e fortificazioni, e per formare le città, ed hanno avuto bisogno de' conoscitori dell'arte della [pg 12] guerra, e de' fabbricatori d'armi, degli aritmetici, degli astronomi, e degli agricoltori, e di uomini abili a conoscere il contegno de' regni, delle provincie, e de' rispettivi sovrani, non meno che le loro religioni, le leggi, e le loro forze, non che di aver attenzione a quello che succedeva giornalmente, e così degli scrittori i quali scrivessero i fatti storici che accadevano; il che si vede con ispecialità espresso nel Paralipomenon8, essendo queste cose tanto necessarie e per il buon governo e per la durabilità del medesimo; ed a tutto ciò non si nega, che sia superiore la legge divina, che egualmente si deve conoscere affine di saper esercitare le funzioni dalla medesima prescritte, e per mantenere un contegno divoto, e per conseguire le cognizioni metafisiche che formano la felicità dell'anima; in tutti i modi però queste due leggi sono necessarie egualmente, perchè ambedue riconoscono il medesimo divino autore, servendo la legge rivelata di ornamento e di corona alla morale; e quantunque parte delle cognizioni divine siano il decoro delle leggi umane presso tutte le nazioni; si rende nulladimeno necessario, che la morale preceda, e sia appunto la prima a piantarsi, non altrimenti che precede l'infanzia e la gioventù alla maturità ed alla rispettabile vecchiezza, la notte al giorno, ed il verno all'estate. Così appunto la morale dispone l'anima la quale si rende poi perfetta mediante le cognizioni maggiori, come abbiamo dimostrato; e questo si è il contegno che ne' nostri tempi si osserva, poichè tutte le nazioni che sussistono, che riconoscono la subordinazione, e che amano la tranquillità, devono tuttociò alle leggi della buona morale con cui si regolano, procurando a tutti i sudditi una lingua istessa, ed un contegno eguale ne' professori di arti, scienze, o lettere, potendo ognuno appigliarsi a quell'arte o scienza che più gli aggrada, ed a cui meglio inclina; e mediante un tale [pg 13] contegno viene sostenuta la società: contegno, che dal più al meno è osservato in qualunque paese; essendo per altro considerabile, che a misura che un paese viene trattato con buona morale, a misura è ancora felice, savio, potente, onorato, e rispettato; ove all'opposto qualora vi manchi il buon costume, il paese decade, non solo nel credito; ma ancora nella felicità: ciocchè è tanto noto universalmente, che non occorrono prove per accertarlo.
CAPITOLO II.La legge morale ne' primitivi tempi era maneggiata dagli uomini più rispettabili; ed i suoi dettami hanno formate le unioni sociali, e fondate le monarchie, dividendo in seguito i popoli in differenti gerarchie: parte di questi destinati furono a presiedere al governo ed alla giudicatura, e parte ad essere condottieri di armate in difesa dello stato: i più savi hanno erette scuole per instruire la nazione nelle scienze e nelle virtù, ed il rimanente del popolo è stato diviso, chi alle arti meccaniche, e chi all'agricoltura; ed ogni differente società ha stabilito certi usi e costumi, sì per trattare con i propri individui, che per contenersi con gli estranei; e quindi si è formato il diritto delle genti, affinchè questo serva di base alle regole con le quali un regno od un popolo debba trattare con l'altro; il che ha contribuito non solo a formare de' trattati di pace; ma ancora delle alleanze che servirono a communicarsi a vicenda le arti, le scienze, il commercio, e concambio delle rispettive derrate, con il di cui mezzo le differenti parti del mondo si sono collegate una con l'altra, tendendo ognuna a cercare l'altrui pace e felicità, sicuri essendo, che tanto il bene, che il male di una popolazione influirebbe sul bene, o male dell'altra, ed in tal guisa ogni privato può, e deve riuscire di vantaggio alla generale popolazione dell'universo.Nel modo istesso la legge morale ha servito di base fondamentale al contegno de' capi rispettabili d'Israele; e sebbene i re, i profeti, i ministri di Dio, e più di ogn'altro il nostro legislatore Mosè cui gli statuti legali rivelati furono, fosser stati da Dio ispirati; pure nulla per via di rivelazione han saputo delle leggi morali, quantunque abbin appreso cose maggiori; poichè al contegno morale il sommo Dio aveva già provveduto nell'atto di creare il genere umano, con accordargli [pg 11] diverse cognizioni, e l'abilità altresì di poterle comprendere da se stesso, riflettendo agli oggetti che la creata natura presentava loro; e però poteva trarne delle massime conseguenti ed atte a formar delle leggi e delle regole capaci a sostenere le republiche in ogni parte, ed in qualsivoglia provincia che esister potesse; e prima ancora che la divinità si fosse dimostrata a' nostri santi maggiori, essi già erano perfettamente instruiti di tutte le leggi umane, tanto ne' rispettivi diritti e buon governo, quanto anche nelle cognizioni, e fisiche, e speculative; ed abbenchè fossero illuminati dallo spirito divino, nulladimeno non si sono allontanati da un simile contegno di mondo, il quale si rese sempre indispensabile e necessario, tanto per trattare con i privati, quanto col publico; e per sostenere altresì proposizioni con grazia ed energia, e per incamminare i trattati che dovevano indispensabilmente avere con altri popoli, e così con i loro rispettivi sovrani, non essendo possibile, che un uomo dirigga un popolo intiero, e lo conservi in una buona armonia, senza essere un perfetto conoscitore de' diritti publici e privati, e così pure dell'uman cuore, e de' costumi ed inclinazioni delle nazioni.E ciò è tanto più naturale, cioè, che allora quando i nostri maggiorihanno preso un regolato sistemaabitando la terra santa, fondando il loro regno secondo il dettame della divina legge, e stabilendo le proprie tribù nelle città e distretti stati loro assegnati, abbiano avuto bisogno maggiormente di un contegno morale per stabilire i rispettivi tribunali di giustizia e per disporre il governo con quell'ordine umano che fu poi meglio perfezionato dalle divine prescrizioni, destinando maestri, onde vegliassero all'educazione della gioventù, incaricandoli di regolarla sul piano del divino volere; ed indi hanno avuto bisogno di agrimensori par la giusta divisione delle terre, e così pure degli architetti per piantare abitazioni, per costruire torri, fortezze e fortificazioni, e per formare le città, ed hanno avuto bisogno de' conoscitori dell'arte della [pg 12] guerra, e de' fabbricatori d'armi, degli aritmetici, degli astronomi, e degli agricoltori, e di uomini abili a conoscere il contegno de' regni, delle provincie, e de' rispettivi sovrani, non meno che le loro religioni, le leggi, e le loro forze, non che di aver attenzione a quello che succedeva giornalmente, e così degli scrittori i quali scrivessero i fatti storici che accadevano; il che si vede con ispecialità espresso nel Paralipomenon8, essendo queste cose tanto necessarie e per il buon governo e per la durabilità del medesimo; ed a tutto ciò non si nega, che sia superiore la legge divina, che egualmente si deve conoscere affine di saper esercitare le funzioni dalla medesima prescritte, e per mantenere un contegno divoto, e per conseguire le cognizioni metafisiche che formano la felicità dell'anima; in tutti i modi però queste due leggi sono necessarie egualmente, perchè ambedue riconoscono il medesimo divino autore, servendo la legge rivelata di ornamento e di corona alla morale; e quantunque parte delle cognizioni divine siano il decoro delle leggi umane presso tutte le nazioni; si rende nulladimeno necessario, che la morale preceda, e sia appunto la prima a piantarsi, non altrimenti che precede l'infanzia e la gioventù alla maturità ed alla rispettabile vecchiezza, la notte al giorno, ed il verno all'estate. Così appunto la morale dispone l'anima la quale si rende poi perfetta mediante le cognizioni maggiori, come abbiamo dimostrato; e questo si è il contegno che ne' nostri tempi si osserva, poichè tutte le nazioni che sussistono, che riconoscono la subordinazione, e che amano la tranquillità, devono tuttociò alle leggi della buona morale con cui si regolano, procurando a tutti i sudditi una lingua istessa, ed un contegno eguale ne' professori di arti, scienze, o lettere, potendo ognuno appigliarsi a quell'arte o scienza che più gli aggrada, ed a cui meglio inclina; e mediante un tale [pg 13] contegno viene sostenuta la società: contegno, che dal più al meno è osservato in qualunque paese; essendo per altro considerabile, che a misura che un paese viene trattato con buona morale, a misura è ancora felice, savio, potente, onorato, e rispettato; ove all'opposto qualora vi manchi il buon costume, il paese decade, non solo nel credito; ma ancora nella felicità: ciocchè è tanto noto universalmente, che non occorrono prove per accertarlo.
La legge morale ne' primitivi tempi era maneggiata dagli uomini più rispettabili; ed i suoi dettami hanno formate le unioni sociali, e fondate le monarchie, dividendo in seguito i popoli in differenti gerarchie: parte di questi destinati furono a presiedere al governo ed alla giudicatura, e parte ad essere condottieri di armate in difesa dello stato: i più savi hanno erette scuole per instruire la nazione nelle scienze e nelle virtù, ed il rimanente del popolo è stato diviso, chi alle arti meccaniche, e chi all'agricoltura; ed ogni differente società ha stabilito certi usi e costumi, sì per trattare con i propri individui, che per contenersi con gli estranei; e quindi si è formato il diritto delle genti, affinchè questo serva di base alle regole con le quali un regno od un popolo debba trattare con l'altro; il che ha contribuito non solo a formare de' trattati di pace; ma ancora delle alleanze che servirono a communicarsi a vicenda le arti, le scienze, il commercio, e concambio delle rispettive derrate, con il di cui mezzo le differenti parti del mondo si sono collegate una con l'altra, tendendo ognuna a cercare l'altrui pace e felicità, sicuri essendo, che tanto il bene, che il male di una popolazione influirebbe sul bene, o male dell'altra, ed in tal guisa ogni privato può, e deve riuscire di vantaggio alla generale popolazione dell'universo.
Nel modo istesso la legge morale ha servito di base fondamentale al contegno de' capi rispettabili d'Israele; e sebbene i re, i profeti, i ministri di Dio, e più di ogn'altro il nostro legislatore Mosè cui gli statuti legali rivelati furono, fosser stati da Dio ispirati; pure nulla per via di rivelazione han saputo delle leggi morali, quantunque abbin appreso cose maggiori; poichè al contegno morale il sommo Dio aveva già provveduto nell'atto di creare il genere umano, con accordargli [pg 11] diverse cognizioni, e l'abilità altresì di poterle comprendere da se stesso, riflettendo agli oggetti che la creata natura presentava loro; e però poteva trarne delle massime conseguenti ed atte a formar delle leggi e delle regole capaci a sostenere le republiche in ogni parte, ed in qualsivoglia provincia che esister potesse; e prima ancora che la divinità si fosse dimostrata a' nostri santi maggiori, essi già erano perfettamente instruiti di tutte le leggi umane, tanto ne' rispettivi diritti e buon governo, quanto anche nelle cognizioni, e fisiche, e speculative; ed abbenchè fossero illuminati dallo spirito divino, nulladimeno non si sono allontanati da un simile contegno di mondo, il quale si rese sempre indispensabile e necessario, tanto per trattare con i privati, quanto col publico; e per sostenere altresì proposizioni con grazia ed energia, e per incamminare i trattati che dovevano indispensabilmente avere con altri popoli, e così con i loro rispettivi sovrani, non essendo possibile, che un uomo dirigga un popolo intiero, e lo conservi in una buona armonia, senza essere un perfetto conoscitore de' diritti publici e privati, e così pure dell'uman cuore, e de' costumi ed inclinazioni delle nazioni.
E ciò è tanto più naturale, cioè, che allora quando i nostri maggiorihanno preso un regolato sistemaabitando la terra santa, fondando il loro regno secondo il dettame della divina legge, e stabilendo le proprie tribù nelle città e distretti stati loro assegnati, abbiano avuto bisogno maggiormente di un contegno morale per stabilire i rispettivi tribunali di giustizia e per disporre il governo con quell'ordine umano che fu poi meglio perfezionato dalle divine prescrizioni, destinando maestri, onde vegliassero all'educazione della gioventù, incaricandoli di regolarla sul piano del divino volere; ed indi hanno avuto bisogno di agrimensori par la giusta divisione delle terre, e così pure degli architetti per piantare abitazioni, per costruire torri, fortezze e fortificazioni, e per formare le città, ed hanno avuto bisogno de' conoscitori dell'arte della [pg 12] guerra, e de' fabbricatori d'armi, degli aritmetici, degli astronomi, e degli agricoltori, e di uomini abili a conoscere il contegno de' regni, delle provincie, e de' rispettivi sovrani, non meno che le loro religioni, le leggi, e le loro forze, non che di aver attenzione a quello che succedeva giornalmente, e così degli scrittori i quali scrivessero i fatti storici che accadevano; il che si vede con ispecialità espresso nel Paralipomenon8, essendo queste cose tanto necessarie e per il buon governo e per la durabilità del medesimo; ed a tutto ciò non si nega, che sia superiore la legge divina, che egualmente si deve conoscere affine di saper esercitare le funzioni dalla medesima prescritte, e per mantenere un contegno divoto, e per conseguire le cognizioni metafisiche che formano la felicità dell'anima; in tutti i modi però queste due leggi sono necessarie egualmente, perchè ambedue riconoscono il medesimo divino autore, servendo la legge rivelata di ornamento e di corona alla morale; e quantunque parte delle cognizioni divine siano il decoro delle leggi umane presso tutte le nazioni; si rende nulladimeno necessario, che la morale preceda, e sia appunto la prima a piantarsi, non altrimenti che precede l'infanzia e la gioventù alla maturità ed alla rispettabile vecchiezza, la notte al giorno, ed il verno all'estate. Così appunto la morale dispone l'anima la quale si rende poi perfetta mediante le cognizioni maggiori, come abbiamo dimostrato; e questo si è il contegno che ne' nostri tempi si osserva, poichè tutte le nazioni che sussistono, che riconoscono la subordinazione, e che amano la tranquillità, devono tuttociò alle leggi della buona morale con cui si regolano, procurando a tutti i sudditi una lingua istessa, ed un contegno eguale ne' professori di arti, scienze, o lettere, potendo ognuno appigliarsi a quell'arte o scienza che più gli aggrada, ed a cui meglio inclina; e mediante un tale [pg 13] contegno viene sostenuta la società: contegno, che dal più al meno è osservato in qualunque paese; essendo per altro considerabile, che a misura che un paese viene trattato con buona morale, a misura è ancora felice, savio, potente, onorato, e rispettato; ove all'opposto qualora vi manchi il buon costume, il paese decade, non solo nel credito; ma ancora nella felicità: ciocchè è tanto noto universalmente, che non occorrono prove per accertarlo.