CAPITOLO VIII.Ecco dunque finite le particolari osservazioni che erano da notarsi intorno al nostro passato contegno, e molte altre sarebbero ancora, le quali, in grazia appunto della brevità, vengono ommesse; ma a questo, ed a più inoltre è stato provveduto dalla pietà e saviezza di Sua Maestà Imperiale (che Dio feliciti) mediante sua clementissima sovrana legge con poche bensì, ma però significanti parole, avendo imposto agli ebrei a dover erigere scuole in cui le proli israelitiche imparar debbano la lingua tedesca nella vera purità, del che certamente gioirà ogni amico dell'umanità, comprendendo quanto vantaggio ricaveranno le proli future.Sta dunque ora a voi, miei fratelli e signori, a sollecitare l'effetto, ed a dar pronta mano all'opra sì salutare con fondare scuole, provvedendole di tutto ciò che per esse è necessario, mediante le quali abbiamo tutta la speranza di conseguire l'effetto che si propose l'Augusto Monarca, e che tende alla [pg 41] felicità de' nostri figli, come si è detto; giacchè tutti gli oggetti che da principio si fondano con pietà e giustizia, è assai facile di conseguirne il loro avanzamento e la propagazione, non meno che una incessante sussistenza; ma li principj tutti sono difficili, e specialmente in questo caso in cui si tratta di piantare nella nazione una novità sin ad ora inaudita, di cui per il corso di molti secoli li nostri padri non ne hanno avuto uso; nulladimeno gente di abilità e buona condotta, come voi siete, non deve dubitare, nè perdersi di coraggio per quelle piccole difficoltà che s'incontrano, giacchè la vostra azione sarà compensata dal buon successo; riflettete dunque, che non fate altro che rimontare li nostri antichi principj e rimettere i nostri prudenti usi che non furono dimessi, fuorchè per l'odio de' nostri indiscreti persecutori, come abbiamo dimostrato alcap. 3. Ora disponetevi dunque a porre il tutto nel suo dovuto ordine; e veramente fa duopo di una gran diligenza, e buon metodo nella prima instituzione; ed il massimo pensiere deve essere quello di scegliere maestri e professori abili e timorati di Dio, e ben periti tanto nella grammatica e purità della lingua ebrea, quanto nella tedesca, perchè possino instruire dal bel principio li loro discepoli a leggere, e conoscere tutte due le lingue nel modo dovuto; e per ben intendere la sacra scrittura, abbiamo già detto, non esservi meglio che il Pentateuco già tradotto dal lodato eruditissimosignor Mendelssohn, giacchè la traduzione è perfetta nella lingua, le spiegazioni sono secondo l'intelligenza già approvata; e l'esposizioni secondo il vero senso litterale de' testi rispettivi.E se poi per avventura ne' vostri paesi non poteste rinvenire soggetti abili per tutte e due le lingue, è vostro dovere di cercarli in tutta la nazione, procurandoli, occorrendo, da' lontani paesi ancora, perchè nel breve corso di anni tre, ne avrete formati nelle vostre stessecommunità; e molti de' vostri figli si renderanno capaci d'instruire li propri confratelli, [pg 42] dacchè molti tra la vostra gioventù si daran coraggio di ben studiare, e d'imitare i dotti maestri che si saranno introdotti: molti si affaticheranno e si moltiplicheranno le cognizioni, e così accaderà ancora con le scienze legali, fisiche, e matematiche, giacchè allora quando la gioventù si presenterà di buona voglia alle università delle rispettive nazioni, ciascuno riuscirà in quella scienza a cui averà maggiore inclinazione, e fra pochi anni averemo il bel piacere di avere in qualunque scienza de' professori nazionali, e così deve ancora accadere nella compilazione de' libri atti ad instruire i giovani nella fede e nella morale, che avendo tra voi soggetto che ne sia capace, sarà un ottima cosa; e poichè è in verità molto difficile di compilare un opera in buon ordine, e che sia analoga e proporzionata alla qualità ed abilità de' discepoli, e che l'opera sia analoga a' principj della nostra religione, e che sia tale, onde non abbia alcun difetto, ed estesa in ebraico tale da potersi agevolmente tradurre in lingua tedesca; e poichè, dissi, ciò è molto difficile, convien cercare un tale soggetto in tutta la nazione sino a tanto che vi riesca di rinvenirlo; e con questo mezzo lo ritrovarete, giacchè, Dio lodato, non siamo interamente spogli di letterati, ed ogni secolo vanta soggetti proporzionati al bisogno; sicchè non mancherà chi faccia la cosa a dovere; basta però al primo ingresso, che si insegnino li testi della scrittura santa con la citata traduzione, ben instruendoli nell'una e nell'altra lingua, ed in progresso poi di tempo averemo de' scrittori, e nelle scienze, e nella morale; ed anzi averete tra voi stessi uomini versati in ogni letteratura.Avvertite però, che gli scolari siano divisi nelle proporzionate classi, e che nessuno passi da quella scuola ove s'insegnano le rispettive lingue, a quella in cui s'insegna la scrittura sacra, la fede, e la morale, sino a che non sia stato prima ben esaminato da' direttori delle scuole, e che giudichino, se abbia fatto il proprio dovere nella prima scuola, o meno; [pg 43] e così pure dalla seconda scuola non passi a quella in cui s'insegna il codice misnico e le parafrasi, sino a tanto che si abbia giudicato, che abbia adempito il suo dovere nella scuola da cui sorte; e se non è giudicato capace allo studio del codice misnico e talmudico, meglio sia che egli non perda inutilmente il tempo, e si dia a quell'arte o professione a cui meglio inclina, e che continui a frequentare le cattedre della scrittura sacra e di morale, onde impari vieppiù i doveri di ebreo, e quelli di cittadino, rendendosi così utile a' suoi simili, tanto con la professione, quanto con i buoni costumi; ed un eguale contegno si deve tenere con quelli che passano dalla cattedra misnica a quella delle sottili e profonde instruzioni talmudiche, e così tutti si renderanno felici proporzionatamente all'abilità ed alla professione, e que' pochi che si renderanno esperti nella difficile cognizione talmudica, e che si saranno già prima perfezionati nelle scienze legali e matematiche, riusciranno veri letterati, giacchè tratteranno li principj della propria religione con il vero modo, e con quel retto contegno in cui saranno stati istrutti, e col mezzo delle cognizioni acquistate capiranno le proposizioni talmudiche nella loro vera vista e con un distinto criterio, e si renderanno utili alla religione e alla republica, facendo anche onore alla nazione, ed i loro fratelli in qualsivoglia esercizio impiegati li sosteniranno, e li ajuteranno, perchè saranno di sollievo alle società rispettive, e utili alle società generali ed allo stato, giacchè non siamo creati per essere tutti profondi logici, talmudici, teologhi, o casisti, avendo la bontà di Dio impartite alle anime distinte forze, e qualità proporzionate, assegnando ad ognuna certa limitata disposizione dal momento in cui fu creato, e ciascun si perfeziona a seconda delle proprie inclinazioni intrinseche ed estrinseche.E chiaramente si sono spiegati i nostri savi Rabini, dicendo, che di cento che si presentano alle scuole, due soli riusciranno per il Talmud, e cinque per l'intelligenza della scrittura; [pg 44] perchè dunque vorremo noi forzare gli animi a quelle funzioni per le quali non hanno una naturale disposizione, tanto più, che con un simile contegno noi li allontaniamo da quelli esercizi a' quali sono naturalmente portati: oltre a che vi sono ancora tanti oggetti a' quali conviene saviamente provvedere; ma io mi accerto, che la vostra prudenza e buon contegno disponerà ogni cosa a dovere; giacchè la lettera amica che io vi scrivo, non è, che un effetto di amore fraterno per prevenire il minuto popolo, il quale non comprendendo l'origine delle cose, e restando sorpreso dalle novità, non sa distinguere, quale sia il vero bene, e quale il vero male; quindi per instruire il medesimo, rapporto al fine delle cose, ha clementissimamente fatte le sue ordinazioni S. M. I. il vostro savio sovrano (che Iddio benedica) le quali tendono alla vostra felicità, ed al perpetuo bene della vostra discendenza, tanto per il passaggiero bene di questo mondo, quanto per promuovere il culto divino e conseguire l'eterna salute.Io mi dichiaro di non avere avuta intenzione d'imporre leggi alla parte sana della nazione, ed a' direttori della medesima, perchè questi sanno da se stessi molto più di quello che io li potrei rendere intesi.Ora dunque, miei fratelli e signori, capi e direttori della nazione, se voi vi darete pena di ben ordinare questo importante affare a seconda delle savie prescrizioni del vostro pio monarca, riscuoterete lodi e benedizioni universali, ed in seguito le generazioni future benediranno il vostro nome, e ne terranno perpetua ricordanza, con giustizia dicendo: siano pur benedetti li nostri buoni antecessori, cui Dio ha inspirato di operare tanto gloriosamente a nostro favore, e sopra tutti sia benedetta ed esaltata la maestà del pio imperatore, il quale da se stesso (e senza essere supplicato) ha instituiti ordini tanto salutari alli suoi felici sudditi, non dimenticandosi della nostra nazione, provvedendo anche ad essa in modo che ella [pg 45] si rendi felice, ed instruita, e tutti i nostri figli che da una all'altra generazione si renderanno sempre più eruditi, si renderanno in conseguenza utili alla società ed allo stato col mezzo delle loro cognizioni ed azioni, e si dirà a ragione di loro: queste sono le provvidissime produzioni del pio e savio sovrano, il quale calpestando con magnanimo piede i pregiudizi delli trascorsi secoli, ha introdotta la tolleranza tra i popolatori della terra.Il quale è appunto il grande, l'incomparabile, il gloriosissimo sovranoGIUSEPPEII, il di cui decoro sia esaltato; e diremo noi tutti, che come egli ha valorosamente superata la natura per operare graziosamente in una maniera del tutto eccedente l'umano ordinario contegno, così il supremo Dio, poichè lo ha distinto con una sì bella e virtuosa anima, continuamente si degni di confortarlo, e di assisterlo con buone inspirazioni, piovendogli in seno le più doviziose sue benedizioni, colmandolo di felicità e di pace, in questa e nella migliore vita. Amen.Discorso del vostro fratello, e servitoreNaftalì Herz Weisel.IL FINE.Note[1]Il nostro autore ha dato alla luce diverse opere, fra le quali quella che dà l'idea della vera sapienza, quella che spiega anzi parafrasa il trattato etico-misnicoAvòt, e la traduzione del libro della sapienza con una eruditissima parafrasi.[2]Il traduttore ha scritto un libriccino sulla medesima materia, l'anno scorso dato alle stampe.[3]Prov. cap. 22, v. 6.[4]Surenunzio nella prefazione della traduzion sua del Codice Misnà.[5]Socrate, Platone, ed altri filosofi non hanno permesso ai loro discepoli di scrivere le lezioni; il primo rimproverò uno che ne scriveva alcune, asserendo, che egli più si fidava delle pelli degli animali morti, che di una memoria viva; ed il secondo ordinò ad un discepolo di bruciare un libretto in cui aveva egli scritte le ascoltate lezioni, dicendo, che fidandole ad un libro, perduto questo, esse sarebbero del pari perdute; ed all'incontro conservandole nella memoria, non si sarebbero mai perdute.[6]Il nostro celebre Maimonide nel suo Jad achazakà, Tratt. de' Re, cap. 9, art. 1, c'insegna, che questi siano, al numero di 6 precetti negativi, stati dati ad Adamo, allorchè proibita fugli l'idolatria, la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio, il furto, e la violazione della giustizia; e che a Noè sia stato aggiunto l'altro della proibizione dell'uso della carne staccata da un animale vivo.[7]Deuteron. cap. 14, v. 21.[8]Paralipom. Lib. I, cap. 29, v. 29, 30.[9]Questo è un tratto della modestia dell'autore; giacchè il traduttore nel citato suo discorso ha provato, che nel corso di pochi anni li fratelli di lui ebrei Allemanni hanno prodotte cinquanta e più opere letterarie; e la maggior parte in materie profonde, e nelle lingue latina, tedesca, e francese.[10]Quì il nostro autore fa un modesto ritratto del celebre filosofo, e metafisico sig.Mosè Mendelssohn, e di altri suoi simili, i quali dalle nostre sacre cognizioni, e dalla lettura de' medesimi filosofi sono giunti al sublime grado delle vere cognizioni.[11]Il Benverga nel suo Scevèt Jeudà, un altro spagnuolo nel suo libro intitolato le tribolazioni d'Israello, e Abarbanel nelle sue opere, hanno dato conto delle persecuzioni sofferte; ma più fusamente il sig. de Basnage nella sua storia ebraica.[12]Il traduttore nel suo citato discorso ha provato questo contegno con le scritture sacre, con gli storici della nazione, e con la pratica ancora, come si vede nella sua citazione dalla pag. [pg 13]_ sino alla pag. [pg 17]_.[13]Eccl. cap. 3, v. 1.[14]Reg. lib. 1, cap. 10, v. 1.[15]Eccl. cap. 3, v. 9.[16]È nostro usodi aggiugnere una benedizione al nome del sovrano.[17]Isaja cap. 5, v. 12.[18]Proverb. cap. 2, v. 5.[19]Oportunamente è stato scritto dal dotto Rabino Simone Calimani di Venezia un Catechismo in italiano per la gioventù ebrea, e questo, che è già sortito da' torchi del Ces. Reg. privilegiato Stampatore Giacomo Tommasini di Gorizia, è prossimo a venire alla luce da' torchi medesimi in lingua ebraica e tedesca.[20]Exod. cap. 20, v. 14.[21]Levit. cap. 19, v. 18.[22]Levit. cap. 19, v. 17.[23]Levit. cap. 19, v. 17.[24]Proverb. cap. 11, v. 3.[25]Proverb. cap. 14, v. 5.[26]Proverb. cap. 1, v. 3.[27]Psalm. cap. 15, v. 5.[28]Salm. 15, v. 5.[29]Talmud, tratt. Macot pag. 24, fr.[30]Prov. cap. 15, v. 23.[31]Salm. 12,v. 7.[32]I maestri della nazione ebreahanno bisogno di una somma attenzionenell'insinuare la pronuncia alle tenere proli, giacchè la loro lingua avendo laZain, laSamech, laTzade, e laScin, forma una pronunciazione assai particolare che bisogna adattare a quelle delle rispettive nazioni, come devono fare i greci, gli allemanni, gl'illirici ecc.[33]Sal. 96,v. 3.[34]Vedi la lettera di Monsieur l'Advocat professore di Sorbona 30 agosto 1762 portata dal traduttore a car. 80 nel suo discorso succennato.Nota di TrascrizioneAlcune parole compaiono nel corso del testo con varianti ortografiche che sono state trascritte fedelmente, comecomunità/communità, Mosè/Moisè, istrutti/istruiti; in altri casi l'accentazione o gli apostrofi sono diversi dall'uso moderno:un'importante.Sono stati corretti i seguenti refusi:p.11 l.22anno preso un regolato sistema—>hanno preso un regolato sistemap.14, nota (a), l.2Mosè Mendelschon—>Mosè Mendelssohnp.16 l.-5istrute—>istruitep.19 l.-5quando a quella—>quanto a quellap.20 l.12quando nelle scienze—>quanto nelle scienzep.21 l.11i quali anno per base—>i quali hanno per basep.22, nota (a)E nostro uso—>È nostro usop.25 l.-8vedendo prosperate—>vedendo prosperarep.25 l.-6nomi che anno avuto—>nomi che hanno avutop.27 l.1(b)—>(a) (riferimento a nota 18)p.30 l.8i Rabini anno spiegato—>i Rabini hanno spiegatop.32, nota (a)Salm. 12, v 7.—>Salm. 12,v. 7.p.32, nota (b)anno bisogno di una somma attenzione—>hanno bisogno di una somma attenzionep.36, nota (a)Sal. 96, v 3—>Sal. 96,v. 3.p.41, l.-10signor Mendelhsson—>signor MendelssohnLe note a pie' pagina, marcate alfabeticamente per pagina nell'originale, sono state rinumerate progressivamente.*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOKDISCORSI EBRAICI DI TOLLERANZA E FELICITÀ***
CAPITOLO VIII.Ecco dunque finite le particolari osservazioni che erano da notarsi intorno al nostro passato contegno, e molte altre sarebbero ancora, le quali, in grazia appunto della brevità, vengono ommesse; ma a questo, ed a più inoltre è stato provveduto dalla pietà e saviezza di Sua Maestà Imperiale (che Dio feliciti) mediante sua clementissima sovrana legge con poche bensì, ma però significanti parole, avendo imposto agli ebrei a dover erigere scuole in cui le proli israelitiche imparar debbano la lingua tedesca nella vera purità, del che certamente gioirà ogni amico dell'umanità, comprendendo quanto vantaggio ricaveranno le proli future.Sta dunque ora a voi, miei fratelli e signori, a sollecitare l'effetto, ed a dar pronta mano all'opra sì salutare con fondare scuole, provvedendole di tutto ciò che per esse è necessario, mediante le quali abbiamo tutta la speranza di conseguire l'effetto che si propose l'Augusto Monarca, e che tende alla [pg 41] felicità de' nostri figli, come si è detto; giacchè tutti gli oggetti che da principio si fondano con pietà e giustizia, è assai facile di conseguirne il loro avanzamento e la propagazione, non meno che una incessante sussistenza; ma li principj tutti sono difficili, e specialmente in questo caso in cui si tratta di piantare nella nazione una novità sin ad ora inaudita, di cui per il corso di molti secoli li nostri padri non ne hanno avuto uso; nulladimeno gente di abilità e buona condotta, come voi siete, non deve dubitare, nè perdersi di coraggio per quelle piccole difficoltà che s'incontrano, giacchè la vostra azione sarà compensata dal buon successo; riflettete dunque, che non fate altro che rimontare li nostri antichi principj e rimettere i nostri prudenti usi che non furono dimessi, fuorchè per l'odio de' nostri indiscreti persecutori, come abbiamo dimostrato alcap. 3. Ora disponetevi dunque a porre il tutto nel suo dovuto ordine; e veramente fa duopo di una gran diligenza, e buon metodo nella prima instituzione; ed il massimo pensiere deve essere quello di scegliere maestri e professori abili e timorati di Dio, e ben periti tanto nella grammatica e purità della lingua ebrea, quanto nella tedesca, perchè possino instruire dal bel principio li loro discepoli a leggere, e conoscere tutte due le lingue nel modo dovuto; e per ben intendere la sacra scrittura, abbiamo già detto, non esservi meglio che il Pentateuco già tradotto dal lodato eruditissimosignor Mendelssohn, giacchè la traduzione è perfetta nella lingua, le spiegazioni sono secondo l'intelligenza già approvata; e l'esposizioni secondo il vero senso litterale de' testi rispettivi.E se poi per avventura ne' vostri paesi non poteste rinvenire soggetti abili per tutte e due le lingue, è vostro dovere di cercarli in tutta la nazione, procurandoli, occorrendo, da' lontani paesi ancora, perchè nel breve corso di anni tre, ne avrete formati nelle vostre stessecommunità; e molti de' vostri figli si renderanno capaci d'instruire li propri confratelli, [pg 42] dacchè molti tra la vostra gioventù si daran coraggio di ben studiare, e d'imitare i dotti maestri che si saranno introdotti: molti si affaticheranno e si moltiplicheranno le cognizioni, e così accaderà ancora con le scienze legali, fisiche, e matematiche, giacchè allora quando la gioventù si presenterà di buona voglia alle università delle rispettive nazioni, ciascuno riuscirà in quella scienza a cui averà maggiore inclinazione, e fra pochi anni averemo il bel piacere di avere in qualunque scienza de' professori nazionali, e così deve ancora accadere nella compilazione de' libri atti ad instruire i giovani nella fede e nella morale, che avendo tra voi soggetto che ne sia capace, sarà un ottima cosa; e poichè è in verità molto difficile di compilare un opera in buon ordine, e che sia analoga e proporzionata alla qualità ed abilità de' discepoli, e che l'opera sia analoga a' principj della nostra religione, e che sia tale, onde non abbia alcun difetto, ed estesa in ebraico tale da potersi agevolmente tradurre in lingua tedesca; e poichè, dissi, ciò è molto difficile, convien cercare un tale soggetto in tutta la nazione sino a tanto che vi riesca di rinvenirlo; e con questo mezzo lo ritrovarete, giacchè, Dio lodato, non siamo interamente spogli di letterati, ed ogni secolo vanta soggetti proporzionati al bisogno; sicchè non mancherà chi faccia la cosa a dovere; basta però al primo ingresso, che si insegnino li testi della scrittura santa con la citata traduzione, ben instruendoli nell'una e nell'altra lingua, ed in progresso poi di tempo averemo de' scrittori, e nelle scienze, e nella morale; ed anzi averete tra voi stessi uomini versati in ogni letteratura.Avvertite però, che gli scolari siano divisi nelle proporzionate classi, e che nessuno passi da quella scuola ove s'insegnano le rispettive lingue, a quella in cui s'insegna la scrittura sacra, la fede, e la morale, sino a che non sia stato prima ben esaminato da' direttori delle scuole, e che giudichino, se abbia fatto il proprio dovere nella prima scuola, o meno; [pg 43] e così pure dalla seconda scuola non passi a quella in cui s'insegna il codice misnico e le parafrasi, sino a tanto che si abbia giudicato, che abbia adempito il suo dovere nella scuola da cui sorte; e se non è giudicato capace allo studio del codice misnico e talmudico, meglio sia che egli non perda inutilmente il tempo, e si dia a quell'arte o professione a cui meglio inclina, e che continui a frequentare le cattedre della scrittura sacra e di morale, onde impari vieppiù i doveri di ebreo, e quelli di cittadino, rendendosi così utile a' suoi simili, tanto con la professione, quanto con i buoni costumi; ed un eguale contegno si deve tenere con quelli che passano dalla cattedra misnica a quella delle sottili e profonde instruzioni talmudiche, e così tutti si renderanno felici proporzionatamente all'abilità ed alla professione, e que' pochi che si renderanno esperti nella difficile cognizione talmudica, e che si saranno già prima perfezionati nelle scienze legali e matematiche, riusciranno veri letterati, giacchè tratteranno li principj della propria religione con il vero modo, e con quel retto contegno in cui saranno stati istrutti, e col mezzo delle cognizioni acquistate capiranno le proposizioni talmudiche nella loro vera vista e con un distinto criterio, e si renderanno utili alla religione e alla republica, facendo anche onore alla nazione, ed i loro fratelli in qualsivoglia esercizio impiegati li sosteniranno, e li ajuteranno, perchè saranno di sollievo alle società rispettive, e utili alle società generali ed allo stato, giacchè non siamo creati per essere tutti profondi logici, talmudici, teologhi, o casisti, avendo la bontà di Dio impartite alle anime distinte forze, e qualità proporzionate, assegnando ad ognuna certa limitata disposizione dal momento in cui fu creato, e ciascun si perfeziona a seconda delle proprie inclinazioni intrinseche ed estrinseche.E chiaramente si sono spiegati i nostri savi Rabini, dicendo, che di cento che si presentano alle scuole, due soli riusciranno per il Talmud, e cinque per l'intelligenza della scrittura; [pg 44] perchè dunque vorremo noi forzare gli animi a quelle funzioni per le quali non hanno una naturale disposizione, tanto più, che con un simile contegno noi li allontaniamo da quelli esercizi a' quali sono naturalmente portati: oltre a che vi sono ancora tanti oggetti a' quali conviene saviamente provvedere; ma io mi accerto, che la vostra prudenza e buon contegno disponerà ogni cosa a dovere; giacchè la lettera amica che io vi scrivo, non è, che un effetto di amore fraterno per prevenire il minuto popolo, il quale non comprendendo l'origine delle cose, e restando sorpreso dalle novità, non sa distinguere, quale sia il vero bene, e quale il vero male; quindi per instruire il medesimo, rapporto al fine delle cose, ha clementissimamente fatte le sue ordinazioni S. M. I. il vostro savio sovrano (che Iddio benedica) le quali tendono alla vostra felicità, ed al perpetuo bene della vostra discendenza, tanto per il passaggiero bene di questo mondo, quanto per promuovere il culto divino e conseguire l'eterna salute.Io mi dichiaro di non avere avuta intenzione d'imporre leggi alla parte sana della nazione, ed a' direttori della medesima, perchè questi sanno da se stessi molto più di quello che io li potrei rendere intesi.Ora dunque, miei fratelli e signori, capi e direttori della nazione, se voi vi darete pena di ben ordinare questo importante affare a seconda delle savie prescrizioni del vostro pio monarca, riscuoterete lodi e benedizioni universali, ed in seguito le generazioni future benediranno il vostro nome, e ne terranno perpetua ricordanza, con giustizia dicendo: siano pur benedetti li nostri buoni antecessori, cui Dio ha inspirato di operare tanto gloriosamente a nostro favore, e sopra tutti sia benedetta ed esaltata la maestà del pio imperatore, il quale da se stesso (e senza essere supplicato) ha instituiti ordini tanto salutari alli suoi felici sudditi, non dimenticandosi della nostra nazione, provvedendo anche ad essa in modo che ella [pg 45] si rendi felice, ed instruita, e tutti i nostri figli che da una all'altra generazione si renderanno sempre più eruditi, si renderanno in conseguenza utili alla società ed allo stato col mezzo delle loro cognizioni ed azioni, e si dirà a ragione di loro: queste sono le provvidissime produzioni del pio e savio sovrano, il quale calpestando con magnanimo piede i pregiudizi delli trascorsi secoli, ha introdotta la tolleranza tra i popolatori della terra.Il quale è appunto il grande, l'incomparabile, il gloriosissimo sovranoGIUSEPPEII, il di cui decoro sia esaltato; e diremo noi tutti, che come egli ha valorosamente superata la natura per operare graziosamente in una maniera del tutto eccedente l'umano ordinario contegno, così il supremo Dio, poichè lo ha distinto con una sì bella e virtuosa anima, continuamente si degni di confortarlo, e di assisterlo con buone inspirazioni, piovendogli in seno le più doviziose sue benedizioni, colmandolo di felicità e di pace, in questa e nella migliore vita. Amen.Discorso del vostro fratello, e servitoreNaftalì Herz Weisel.IL FINE.Note[1]Il nostro autore ha dato alla luce diverse opere, fra le quali quella che dà l'idea della vera sapienza, quella che spiega anzi parafrasa il trattato etico-misnicoAvòt, e la traduzione del libro della sapienza con una eruditissima parafrasi.[2]Il traduttore ha scritto un libriccino sulla medesima materia, l'anno scorso dato alle stampe.[3]Prov. cap. 22, v. 6.[4]Surenunzio nella prefazione della traduzion sua del Codice Misnà.[5]Socrate, Platone, ed altri filosofi non hanno permesso ai loro discepoli di scrivere le lezioni; il primo rimproverò uno che ne scriveva alcune, asserendo, che egli più si fidava delle pelli degli animali morti, che di una memoria viva; ed il secondo ordinò ad un discepolo di bruciare un libretto in cui aveva egli scritte le ascoltate lezioni, dicendo, che fidandole ad un libro, perduto questo, esse sarebbero del pari perdute; ed all'incontro conservandole nella memoria, non si sarebbero mai perdute.[6]Il nostro celebre Maimonide nel suo Jad achazakà, Tratt. de' Re, cap. 9, art. 1, c'insegna, che questi siano, al numero di 6 precetti negativi, stati dati ad Adamo, allorchè proibita fugli l'idolatria, la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio, il furto, e la violazione della giustizia; e che a Noè sia stato aggiunto l'altro della proibizione dell'uso della carne staccata da un animale vivo.[7]Deuteron. cap. 14, v. 21.[8]Paralipom. Lib. I, cap. 29, v. 29, 30.[9]Questo è un tratto della modestia dell'autore; giacchè il traduttore nel citato suo discorso ha provato, che nel corso di pochi anni li fratelli di lui ebrei Allemanni hanno prodotte cinquanta e più opere letterarie; e la maggior parte in materie profonde, e nelle lingue latina, tedesca, e francese.[10]Quì il nostro autore fa un modesto ritratto del celebre filosofo, e metafisico sig.Mosè Mendelssohn, e di altri suoi simili, i quali dalle nostre sacre cognizioni, e dalla lettura de' medesimi filosofi sono giunti al sublime grado delle vere cognizioni.[11]Il Benverga nel suo Scevèt Jeudà, un altro spagnuolo nel suo libro intitolato le tribolazioni d'Israello, e Abarbanel nelle sue opere, hanno dato conto delle persecuzioni sofferte; ma più fusamente il sig. de Basnage nella sua storia ebraica.[12]Il traduttore nel suo citato discorso ha provato questo contegno con le scritture sacre, con gli storici della nazione, e con la pratica ancora, come si vede nella sua citazione dalla pag. [pg 13]_ sino alla pag. [pg 17]_.[13]Eccl. cap. 3, v. 1.[14]Reg. lib. 1, cap. 10, v. 1.[15]Eccl. cap. 3, v. 9.[16]È nostro usodi aggiugnere una benedizione al nome del sovrano.[17]Isaja cap. 5, v. 12.[18]Proverb. cap. 2, v. 5.[19]Oportunamente è stato scritto dal dotto Rabino Simone Calimani di Venezia un Catechismo in italiano per la gioventù ebrea, e questo, che è già sortito da' torchi del Ces. Reg. privilegiato Stampatore Giacomo Tommasini di Gorizia, è prossimo a venire alla luce da' torchi medesimi in lingua ebraica e tedesca.[20]Exod. cap. 20, v. 14.[21]Levit. cap. 19, v. 18.[22]Levit. cap. 19, v. 17.[23]Levit. cap. 19, v. 17.[24]Proverb. cap. 11, v. 3.[25]Proverb. cap. 14, v. 5.[26]Proverb. cap. 1, v. 3.[27]Psalm. cap. 15, v. 5.[28]Salm. 15, v. 5.[29]Talmud, tratt. Macot pag. 24, fr.[30]Prov. cap. 15, v. 23.[31]Salm. 12,v. 7.[32]I maestri della nazione ebreahanno bisogno di una somma attenzionenell'insinuare la pronuncia alle tenere proli, giacchè la loro lingua avendo laZain, laSamech, laTzade, e laScin, forma una pronunciazione assai particolare che bisogna adattare a quelle delle rispettive nazioni, come devono fare i greci, gli allemanni, gl'illirici ecc.[33]Sal. 96,v. 3.[34]Vedi la lettera di Monsieur l'Advocat professore di Sorbona 30 agosto 1762 portata dal traduttore a car. 80 nel suo discorso succennato.Nota di TrascrizioneAlcune parole compaiono nel corso del testo con varianti ortografiche che sono state trascritte fedelmente, comecomunità/communità, Mosè/Moisè, istrutti/istruiti; in altri casi l'accentazione o gli apostrofi sono diversi dall'uso moderno:un'importante.Sono stati corretti i seguenti refusi:p.11 l.22anno preso un regolato sistema—>hanno preso un regolato sistemap.14, nota (a), l.2Mosè Mendelschon—>Mosè Mendelssohnp.16 l.-5istrute—>istruitep.19 l.-5quando a quella—>quanto a quellap.20 l.12quando nelle scienze—>quanto nelle scienzep.21 l.11i quali anno per base—>i quali hanno per basep.22, nota (a)E nostro uso—>È nostro usop.25 l.-8vedendo prosperate—>vedendo prosperarep.25 l.-6nomi che anno avuto—>nomi che hanno avutop.27 l.1(b)—>(a) (riferimento a nota 18)p.30 l.8i Rabini anno spiegato—>i Rabini hanno spiegatop.32, nota (a)Salm. 12, v 7.—>Salm. 12,v. 7.p.32, nota (b)anno bisogno di una somma attenzione—>hanno bisogno di una somma attenzionep.36, nota (a)Sal. 96, v 3—>Sal. 96,v. 3.p.41, l.-10signor Mendelhsson—>signor MendelssohnLe note a pie' pagina, marcate alfabeticamente per pagina nell'originale, sono state rinumerate progressivamente.*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOKDISCORSI EBRAICI DI TOLLERANZA E FELICITÀ***
Ecco dunque finite le particolari osservazioni che erano da notarsi intorno al nostro passato contegno, e molte altre sarebbero ancora, le quali, in grazia appunto della brevità, vengono ommesse; ma a questo, ed a più inoltre è stato provveduto dalla pietà e saviezza di Sua Maestà Imperiale (che Dio feliciti) mediante sua clementissima sovrana legge con poche bensì, ma però significanti parole, avendo imposto agli ebrei a dover erigere scuole in cui le proli israelitiche imparar debbano la lingua tedesca nella vera purità, del che certamente gioirà ogni amico dell'umanità, comprendendo quanto vantaggio ricaveranno le proli future.
Sta dunque ora a voi, miei fratelli e signori, a sollecitare l'effetto, ed a dar pronta mano all'opra sì salutare con fondare scuole, provvedendole di tutto ciò che per esse è necessario, mediante le quali abbiamo tutta la speranza di conseguire l'effetto che si propose l'Augusto Monarca, e che tende alla [pg 41] felicità de' nostri figli, come si è detto; giacchè tutti gli oggetti che da principio si fondano con pietà e giustizia, è assai facile di conseguirne il loro avanzamento e la propagazione, non meno che una incessante sussistenza; ma li principj tutti sono difficili, e specialmente in questo caso in cui si tratta di piantare nella nazione una novità sin ad ora inaudita, di cui per il corso di molti secoli li nostri padri non ne hanno avuto uso; nulladimeno gente di abilità e buona condotta, come voi siete, non deve dubitare, nè perdersi di coraggio per quelle piccole difficoltà che s'incontrano, giacchè la vostra azione sarà compensata dal buon successo; riflettete dunque, che non fate altro che rimontare li nostri antichi principj e rimettere i nostri prudenti usi che non furono dimessi, fuorchè per l'odio de' nostri indiscreti persecutori, come abbiamo dimostrato alcap. 3. Ora disponetevi dunque a porre il tutto nel suo dovuto ordine; e veramente fa duopo di una gran diligenza, e buon metodo nella prima instituzione; ed il massimo pensiere deve essere quello di scegliere maestri e professori abili e timorati di Dio, e ben periti tanto nella grammatica e purità della lingua ebrea, quanto nella tedesca, perchè possino instruire dal bel principio li loro discepoli a leggere, e conoscere tutte due le lingue nel modo dovuto; e per ben intendere la sacra scrittura, abbiamo già detto, non esservi meglio che il Pentateuco già tradotto dal lodato eruditissimosignor Mendelssohn, giacchè la traduzione è perfetta nella lingua, le spiegazioni sono secondo l'intelligenza già approvata; e l'esposizioni secondo il vero senso litterale de' testi rispettivi.
E se poi per avventura ne' vostri paesi non poteste rinvenire soggetti abili per tutte e due le lingue, è vostro dovere di cercarli in tutta la nazione, procurandoli, occorrendo, da' lontani paesi ancora, perchè nel breve corso di anni tre, ne avrete formati nelle vostre stessecommunità; e molti de' vostri figli si renderanno capaci d'instruire li propri confratelli, [pg 42] dacchè molti tra la vostra gioventù si daran coraggio di ben studiare, e d'imitare i dotti maestri che si saranno introdotti: molti si affaticheranno e si moltiplicheranno le cognizioni, e così accaderà ancora con le scienze legali, fisiche, e matematiche, giacchè allora quando la gioventù si presenterà di buona voglia alle università delle rispettive nazioni, ciascuno riuscirà in quella scienza a cui averà maggiore inclinazione, e fra pochi anni averemo il bel piacere di avere in qualunque scienza de' professori nazionali, e così deve ancora accadere nella compilazione de' libri atti ad instruire i giovani nella fede e nella morale, che avendo tra voi soggetto che ne sia capace, sarà un ottima cosa; e poichè è in verità molto difficile di compilare un opera in buon ordine, e che sia analoga e proporzionata alla qualità ed abilità de' discepoli, e che l'opera sia analoga a' principj della nostra religione, e che sia tale, onde non abbia alcun difetto, ed estesa in ebraico tale da potersi agevolmente tradurre in lingua tedesca; e poichè, dissi, ciò è molto difficile, convien cercare un tale soggetto in tutta la nazione sino a tanto che vi riesca di rinvenirlo; e con questo mezzo lo ritrovarete, giacchè, Dio lodato, non siamo interamente spogli di letterati, ed ogni secolo vanta soggetti proporzionati al bisogno; sicchè non mancherà chi faccia la cosa a dovere; basta però al primo ingresso, che si insegnino li testi della scrittura santa con la citata traduzione, ben instruendoli nell'una e nell'altra lingua, ed in progresso poi di tempo averemo de' scrittori, e nelle scienze, e nella morale; ed anzi averete tra voi stessi uomini versati in ogni letteratura.
Avvertite però, che gli scolari siano divisi nelle proporzionate classi, e che nessuno passi da quella scuola ove s'insegnano le rispettive lingue, a quella in cui s'insegna la scrittura sacra, la fede, e la morale, sino a che non sia stato prima ben esaminato da' direttori delle scuole, e che giudichino, se abbia fatto il proprio dovere nella prima scuola, o meno; [pg 43] e così pure dalla seconda scuola non passi a quella in cui s'insegna il codice misnico e le parafrasi, sino a tanto che si abbia giudicato, che abbia adempito il suo dovere nella scuola da cui sorte; e se non è giudicato capace allo studio del codice misnico e talmudico, meglio sia che egli non perda inutilmente il tempo, e si dia a quell'arte o professione a cui meglio inclina, e che continui a frequentare le cattedre della scrittura sacra e di morale, onde impari vieppiù i doveri di ebreo, e quelli di cittadino, rendendosi così utile a' suoi simili, tanto con la professione, quanto con i buoni costumi; ed un eguale contegno si deve tenere con quelli che passano dalla cattedra misnica a quella delle sottili e profonde instruzioni talmudiche, e così tutti si renderanno felici proporzionatamente all'abilità ed alla professione, e que' pochi che si renderanno esperti nella difficile cognizione talmudica, e che si saranno già prima perfezionati nelle scienze legali e matematiche, riusciranno veri letterati, giacchè tratteranno li principj della propria religione con il vero modo, e con quel retto contegno in cui saranno stati istrutti, e col mezzo delle cognizioni acquistate capiranno le proposizioni talmudiche nella loro vera vista e con un distinto criterio, e si renderanno utili alla religione e alla republica, facendo anche onore alla nazione, ed i loro fratelli in qualsivoglia esercizio impiegati li sosteniranno, e li ajuteranno, perchè saranno di sollievo alle società rispettive, e utili alle società generali ed allo stato, giacchè non siamo creati per essere tutti profondi logici, talmudici, teologhi, o casisti, avendo la bontà di Dio impartite alle anime distinte forze, e qualità proporzionate, assegnando ad ognuna certa limitata disposizione dal momento in cui fu creato, e ciascun si perfeziona a seconda delle proprie inclinazioni intrinseche ed estrinseche.
E chiaramente si sono spiegati i nostri savi Rabini, dicendo, che di cento che si presentano alle scuole, due soli riusciranno per il Talmud, e cinque per l'intelligenza della scrittura; [pg 44] perchè dunque vorremo noi forzare gli animi a quelle funzioni per le quali non hanno una naturale disposizione, tanto più, che con un simile contegno noi li allontaniamo da quelli esercizi a' quali sono naturalmente portati: oltre a che vi sono ancora tanti oggetti a' quali conviene saviamente provvedere; ma io mi accerto, che la vostra prudenza e buon contegno disponerà ogni cosa a dovere; giacchè la lettera amica che io vi scrivo, non è, che un effetto di amore fraterno per prevenire il minuto popolo, il quale non comprendendo l'origine delle cose, e restando sorpreso dalle novità, non sa distinguere, quale sia il vero bene, e quale il vero male; quindi per instruire il medesimo, rapporto al fine delle cose, ha clementissimamente fatte le sue ordinazioni S. M. I. il vostro savio sovrano (che Iddio benedica) le quali tendono alla vostra felicità, ed al perpetuo bene della vostra discendenza, tanto per il passaggiero bene di questo mondo, quanto per promuovere il culto divino e conseguire l'eterna salute.
Io mi dichiaro di non avere avuta intenzione d'imporre leggi alla parte sana della nazione, ed a' direttori della medesima, perchè questi sanno da se stessi molto più di quello che io li potrei rendere intesi.
Ora dunque, miei fratelli e signori, capi e direttori della nazione, se voi vi darete pena di ben ordinare questo importante affare a seconda delle savie prescrizioni del vostro pio monarca, riscuoterete lodi e benedizioni universali, ed in seguito le generazioni future benediranno il vostro nome, e ne terranno perpetua ricordanza, con giustizia dicendo: siano pur benedetti li nostri buoni antecessori, cui Dio ha inspirato di operare tanto gloriosamente a nostro favore, e sopra tutti sia benedetta ed esaltata la maestà del pio imperatore, il quale da se stesso (e senza essere supplicato) ha instituiti ordini tanto salutari alli suoi felici sudditi, non dimenticandosi della nostra nazione, provvedendo anche ad essa in modo che ella [pg 45] si rendi felice, ed instruita, e tutti i nostri figli che da una all'altra generazione si renderanno sempre più eruditi, si renderanno in conseguenza utili alla società ed allo stato col mezzo delle loro cognizioni ed azioni, e si dirà a ragione di loro: queste sono le provvidissime produzioni del pio e savio sovrano, il quale calpestando con magnanimo piede i pregiudizi delli trascorsi secoli, ha introdotta la tolleranza tra i popolatori della terra.
Il quale è appunto il grande, l'incomparabile, il gloriosissimo sovranoGIUSEPPEII, il di cui decoro sia esaltato; e diremo noi tutti, che come egli ha valorosamente superata la natura per operare graziosamente in una maniera del tutto eccedente l'umano ordinario contegno, così il supremo Dio, poichè lo ha distinto con una sì bella e virtuosa anima, continuamente si degni di confortarlo, e di assisterlo con buone inspirazioni, piovendogli in seno le più doviziose sue benedizioni, colmandolo di felicità e di pace, in questa e nella migliore vita. Amen.
Discorso del vostro fratello, e servitoreNaftalì Herz Weisel.
Discorso del vostro fratello, e servitore
Discorso del vostro fratello, e servitore
Naftalì Herz Weisel.
Naftalì Herz Weisel.
Naftalì Herz Weisel.
IL FINE.
Note[1]Il nostro autore ha dato alla luce diverse opere, fra le quali quella che dà l'idea della vera sapienza, quella che spiega anzi parafrasa il trattato etico-misnicoAvòt, e la traduzione del libro della sapienza con una eruditissima parafrasi.[2]Il traduttore ha scritto un libriccino sulla medesima materia, l'anno scorso dato alle stampe.[3]Prov. cap. 22, v. 6.[4]Surenunzio nella prefazione della traduzion sua del Codice Misnà.[5]Socrate, Platone, ed altri filosofi non hanno permesso ai loro discepoli di scrivere le lezioni; il primo rimproverò uno che ne scriveva alcune, asserendo, che egli più si fidava delle pelli degli animali morti, che di una memoria viva; ed il secondo ordinò ad un discepolo di bruciare un libretto in cui aveva egli scritte le ascoltate lezioni, dicendo, che fidandole ad un libro, perduto questo, esse sarebbero del pari perdute; ed all'incontro conservandole nella memoria, non si sarebbero mai perdute.[6]Il nostro celebre Maimonide nel suo Jad achazakà, Tratt. de' Re, cap. 9, art. 1, c'insegna, che questi siano, al numero di 6 precetti negativi, stati dati ad Adamo, allorchè proibita fugli l'idolatria, la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio, il furto, e la violazione della giustizia; e che a Noè sia stato aggiunto l'altro della proibizione dell'uso della carne staccata da un animale vivo.[7]Deuteron. cap. 14, v. 21.[8]Paralipom. Lib. I, cap. 29, v. 29, 30.[9]Questo è un tratto della modestia dell'autore; giacchè il traduttore nel citato suo discorso ha provato, che nel corso di pochi anni li fratelli di lui ebrei Allemanni hanno prodotte cinquanta e più opere letterarie; e la maggior parte in materie profonde, e nelle lingue latina, tedesca, e francese.[10]Quì il nostro autore fa un modesto ritratto del celebre filosofo, e metafisico sig.Mosè Mendelssohn, e di altri suoi simili, i quali dalle nostre sacre cognizioni, e dalla lettura de' medesimi filosofi sono giunti al sublime grado delle vere cognizioni.[11]Il Benverga nel suo Scevèt Jeudà, un altro spagnuolo nel suo libro intitolato le tribolazioni d'Israello, e Abarbanel nelle sue opere, hanno dato conto delle persecuzioni sofferte; ma più fusamente il sig. de Basnage nella sua storia ebraica.[12]Il traduttore nel suo citato discorso ha provato questo contegno con le scritture sacre, con gli storici della nazione, e con la pratica ancora, come si vede nella sua citazione dalla pag. [pg 13]_ sino alla pag. [pg 17]_.[13]Eccl. cap. 3, v. 1.[14]Reg. lib. 1, cap. 10, v. 1.[15]Eccl. cap. 3, v. 9.[16]È nostro usodi aggiugnere una benedizione al nome del sovrano.[17]Isaja cap. 5, v. 12.[18]Proverb. cap. 2, v. 5.[19]Oportunamente è stato scritto dal dotto Rabino Simone Calimani di Venezia un Catechismo in italiano per la gioventù ebrea, e questo, che è già sortito da' torchi del Ces. Reg. privilegiato Stampatore Giacomo Tommasini di Gorizia, è prossimo a venire alla luce da' torchi medesimi in lingua ebraica e tedesca.[20]Exod. cap. 20, v. 14.[21]Levit. cap. 19, v. 18.[22]Levit. cap. 19, v. 17.[23]Levit. cap. 19, v. 17.[24]Proverb. cap. 11, v. 3.[25]Proverb. cap. 14, v. 5.[26]Proverb. cap. 1, v. 3.[27]Psalm. cap. 15, v. 5.[28]Salm. 15, v. 5.[29]Talmud, tratt. Macot pag. 24, fr.[30]Prov. cap. 15, v. 23.[31]Salm. 12,v. 7.[32]I maestri della nazione ebreahanno bisogno di una somma attenzionenell'insinuare la pronuncia alle tenere proli, giacchè la loro lingua avendo laZain, laSamech, laTzade, e laScin, forma una pronunciazione assai particolare che bisogna adattare a quelle delle rispettive nazioni, come devono fare i greci, gli allemanni, gl'illirici ecc.[33]Sal. 96,v. 3.[34]Vedi la lettera di Monsieur l'Advocat professore di Sorbona 30 agosto 1762 portata dal traduttore a car. 80 nel suo discorso succennato.
[1]Il nostro autore ha dato alla luce diverse opere, fra le quali quella che dà l'idea della vera sapienza, quella che spiega anzi parafrasa il trattato etico-misnicoAvòt, e la traduzione del libro della sapienza con una eruditissima parafrasi.[2]Il traduttore ha scritto un libriccino sulla medesima materia, l'anno scorso dato alle stampe.[3]Prov. cap. 22, v. 6.[4]Surenunzio nella prefazione della traduzion sua del Codice Misnà.[5]Socrate, Platone, ed altri filosofi non hanno permesso ai loro discepoli di scrivere le lezioni; il primo rimproverò uno che ne scriveva alcune, asserendo, che egli più si fidava delle pelli degli animali morti, che di una memoria viva; ed il secondo ordinò ad un discepolo di bruciare un libretto in cui aveva egli scritte le ascoltate lezioni, dicendo, che fidandole ad un libro, perduto questo, esse sarebbero del pari perdute; ed all'incontro conservandole nella memoria, non si sarebbero mai perdute.[6]Il nostro celebre Maimonide nel suo Jad achazakà, Tratt. de' Re, cap. 9, art. 1, c'insegna, che questi siano, al numero di 6 precetti negativi, stati dati ad Adamo, allorchè proibita fugli l'idolatria, la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio, il furto, e la violazione della giustizia; e che a Noè sia stato aggiunto l'altro della proibizione dell'uso della carne staccata da un animale vivo.[7]Deuteron. cap. 14, v. 21.[8]Paralipom. Lib. I, cap. 29, v. 29, 30.[9]Questo è un tratto della modestia dell'autore; giacchè il traduttore nel citato suo discorso ha provato, che nel corso di pochi anni li fratelli di lui ebrei Allemanni hanno prodotte cinquanta e più opere letterarie; e la maggior parte in materie profonde, e nelle lingue latina, tedesca, e francese.[10]Quì il nostro autore fa un modesto ritratto del celebre filosofo, e metafisico sig.Mosè Mendelssohn, e di altri suoi simili, i quali dalle nostre sacre cognizioni, e dalla lettura de' medesimi filosofi sono giunti al sublime grado delle vere cognizioni.[11]Il Benverga nel suo Scevèt Jeudà, un altro spagnuolo nel suo libro intitolato le tribolazioni d'Israello, e Abarbanel nelle sue opere, hanno dato conto delle persecuzioni sofferte; ma più fusamente il sig. de Basnage nella sua storia ebraica.[12]Il traduttore nel suo citato discorso ha provato questo contegno con le scritture sacre, con gli storici della nazione, e con la pratica ancora, come si vede nella sua citazione dalla pag. [pg 13]_ sino alla pag. [pg 17]_.[13]Eccl. cap. 3, v. 1.[14]Reg. lib. 1, cap. 10, v. 1.[15]Eccl. cap. 3, v. 9.[16]È nostro usodi aggiugnere una benedizione al nome del sovrano.[17]Isaja cap. 5, v. 12.[18]Proverb. cap. 2, v. 5.[19]Oportunamente è stato scritto dal dotto Rabino Simone Calimani di Venezia un Catechismo in italiano per la gioventù ebrea, e questo, che è già sortito da' torchi del Ces. Reg. privilegiato Stampatore Giacomo Tommasini di Gorizia, è prossimo a venire alla luce da' torchi medesimi in lingua ebraica e tedesca.[20]Exod. cap. 20, v. 14.[21]Levit. cap. 19, v. 18.[22]Levit. cap. 19, v. 17.[23]Levit. cap. 19, v. 17.[24]Proverb. cap. 11, v. 3.[25]Proverb. cap. 14, v. 5.[26]Proverb. cap. 1, v. 3.[27]Psalm. cap. 15, v. 5.[28]Salm. 15, v. 5.[29]Talmud, tratt. Macot pag. 24, fr.[30]Prov. cap. 15, v. 23.[31]Salm. 12,v. 7.[32]I maestri della nazione ebreahanno bisogno di una somma attenzionenell'insinuare la pronuncia alle tenere proli, giacchè la loro lingua avendo laZain, laSamech, laTzade, e laScin, forma una pronunciazione assai particolare che bisogna adattare a quelle delle rispettive nazioni, come devono fare i greci, gli allemanni, gl'illirici ecc.[33]Sal. 96,v. 3.[34]Vedi la lettera di Monsieur l'Advocat professore di Sorbona 30 agosto 1762 portata dal traduttore a car. 80 nel suo discorso succennato.
[1]Il nostro autore ha dato alla luce diverse opere, fra le quali quella che dà l'idea della vera sapienza, quella che spiega anzi parafrasa il trattato etico-misnicoAvòt, e la traduzione del libro della sapienza con una eruditissima parafrasi.[2]Il traduttore ha scritto un libriccino sulla medesima materia, l'anno scorso dato alle stampe.[3]Prov. cap. 22, v. 6.[4]Surenunzio nella prefazione della traduzion sua del Codice Misnà.[5]Socrate, Platone, ed altri filosofi non hanno permesso ai loro discepoli di scrivere le lezioni; il primo rimproverò uno che ne scriveva alcune, asserendo, che egli più si fidava delle pelli degli animali morti, che di una memoria viva; ed il secondo ordinò ad un discepolo di bruciare un libretto in cui aveva egli scritte le ascoltate lezioni, dicendo, che fidandole ad un libro, perduto questo, esse sarebbero del pari perdute; ed all'incontro conservandole nella memoria, non si sarebbero mai perdute.[6]Il nostro celebre Maimonide nel suo Jad achazakà, Tratt. de' Re, cap. 9, art. 1, c'insegna, che questi siano, al numero di 6 precetti negativi, stati dati ad Adamo, allorchè proibita fugli l'idolatria, la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio, il furto, e la violazione della giustizia; e che a Noè sia stato aggiunto l'altro della proibizione dell'uso della carne staccata da un animale vivo.[7]Deuteron. cap. 14, v. 21.[8]Paralipom. Lib. I, cap. 29, v. 29, 30.[9]Questo è un tratto della modestia dell'autore; giacchè il traduttore nel citato suo discorso ha provato, che nel corso di pochi anni li fratelli di lui ebrei Allemanni hanno prodotte cinquanta e più opere letterarie; e la maggior parte in materie profonde, e nelle lingue latina, tedesca, e francese.[10]Quì il nostro autore fa un modesto ritratto del celebre filosofo, e metafisico sig.Mosè Mendelssohn, e di altri suoi simili, i quali dalle nostre sacre cognizioni, e dalla lettura de' medesimi filosofi sono giunti al sublime grado delle vere cognizioni.[11]Il Benverga nel suo Scevèt Jeudà, un altro spagnuolo nel suo libro intitolato le tribolazioni d'Israello, e Abarbanel nelle sue opere, hanno dato conto delle persecuzioni sofferte; ma più fusamente il sig. de Basnage nella sua storia ebraica.[12]Il traduttore nel suo citato discorso ha provato questo contegno con le scritture sacre, con gli storici della nazione, e con la pratica ancora, come si vede nella sua citazione dalla pag. [pg 13]_ sino alla pag. [pg 17]_.[13]Eccl. cap. 3, v. 1.[14]Reg. lib. 1, cap. 10, v. 1.[15]Eccl. cap. 3, v. 9.[16]È nostro usodi aggiugnere una benedizione al nome del sovrano.[17]Isaja cap. 5, v. 12.[18]Proverb. cap. 2, v. 5.[19]Oportunamente è stato scritto dal dotto Rabino Simone Calimani di Venezia un Catechismo in italiano per la gioventù ebrea, e questo, che è già sortito da' torchi del Ces. Reg. privilegiato Stampatore Giacomo Tommasini di Gorizia, è prossimo a venire alla luce da' torchi medesimi in lingua ebraica e tedesca.[20]Exod. cap. 20, v. 14.[21]Levit. cap. 19, v. 18.[22]Levit. cap. 19, v. 17.[23]Levit. cap. 19, v. 17.[24]Proverb. cap. 11, v. 3.[25]Proverb. cap. 14, v. 5.[26]Proverb. cap. 1, v. 3.[27]Psalm. cap. 15, v. 5.[28]Salm. 15, v. 5.[29]Talmud, tratt. Macot pag. 24, fr.[30]Prov. cap. 15, v. 23.[31]Salm. 12,v. 7.[32]I maestri della nazione ebreahanno bisogno di una somma attenzionenell'insinuare la pronuncia alle tenere proli, giacchè la loro lingua avendo laZain, laSamech, laTzade, e laScin, forma una pronunciazione assai particolare che bisogna adattare a quelle delle rispettive nazioni, come devono fare i greci, gli allemanni, gl'illirici ecc.[33]Sal. 96,v. 3.[34]Vedi la lettera di Monsieur l'Advocat professore di Sorbona 30 agosto 1762 portata dal traduttore a car. 80 nel suo discorso succennato.
Il nostro autore ha dato alla luce diverse opere, fra le quali quella che dà l'idea della vera sapienza, quella che spiega anzi parafrasa il trattato etico-misnicoAvòt, e la traduzione del libro della sapienza con una eruditissima parafrasi.
Il traduttore ha scritto un libriccino sulla medesima materia, l'anno scorso dato alle stampe.
Prov. cap. 22, v. 6.
Surenunzio nella prefazione della traduzion sua del Codice Misnà.
Socrate, Platone, ed altri filosofi non hanno permesso ai loro discepoli di scrivere le lezioni; il primo rimproverò uno che ne scriveva alcune, asserendo, che egli più si fidava delle pelli degli animali morti, che di una memoria viva; ed il secondo ordinò ad un discepolo di bruciare un libretto in cui aveva egli scritte le ascoltate lezioni, dicendo, che fidandole ad un libro, perduto questo, esse sarebbero del pari perdute; ed all'incontro conservandole nella memoria, non si sarebbero mai perdute.
Il nostro celebre Maimonide nel suo Jad achazakà, Tratt. de' Re, cap. 9, art. 1, c'insegna, che questi siano, al numero di 6 precetti negativi, stati dati ad Adamo, allorchè proibita fugli l'idolatria, la bestemmia, l'omicidio, l'adulterio, il furto, e la violazione della giustizia; e che a Noè sia stato aggiunto l'altro della proibizione dell'uso della carne staccata da un animale vivo.
Deuteron. cap. 14, v. 21.
Paralipom. Lib. I, cap. 29, v. 29, 30.
Questo è un tratto della modestia dell'autore; giacchè il traduttore nel citato suo discorso ha provato, che nel corso di pochi anni li fratelli di lui ebrei Allemanni hanno prodotte cinquanta e più opere letterarie; e la maggior parte in materie profonde, e nelle lingue latina, tedesca, e francese.
Quì il nostro autore fa un modesto ritratto del celebre filosofo, e metafisico sig.Mosè Mendelssohn, e di altri suoi simili, i quali dalle nostre sacre cognizioni, e dalla lettura de' medesimi filosofi sono giunti al sublime grado delle vere cognizioni.
Il Benverga nel suo Scevèt Jeudà, un altro spagnuolo nel suo libro intitolato le tribolazioni d'Israello, e Abarbanel nelle sue opere, hanno dato conto delle persecuzioni sofferte; ma più fusamente il sig. de Basnage nella sua storia ebraica.
Il traduttore nel suo citato discorso ha provato questo contegno con le scritture sacre, con gli storici della nazione, e con la pratica ancora, come si vede nella sua citazione dalla pag. [pg 13]_ sino alla pag. [pg 17]_.
Eccl. cap. 3, v. 1.
Reg. lib. 1, cap. 10, v. 1.
Eccl. cap. 3, v. 9.
È nostro usodi aggiugnere una benedizione al nome del sovrano.
Isaja cap. 5, v. 12.
Proverb. cap. 2, v. 5.
Oportunamente è stato scritto dal dotto Rabino Simone Calimani di Venezia un Catechismo in italiano per la gioventù ebrea, e questo, che è già sortito da' torchi del Ces. Reg. privilegiato Stampatore Giacomo Tommasini di Gorizia, è prossimo a venire alla luce da' torchi medesimi in lingua ebraica e tedesca.
Exod. cap. 20, v. 14.
Levit. cap. 19, v. 18.
Levit. cap. 19, v. 17.
Levit. cap. 19, v. 17.
Proverb. cap. 11, v. 3.
Proverb. cap. 14, v. 5.
Proverb. cap. 1, v. 3.
Psalm. cap. 15, v. 5.
Salm. 15, v. 5.
Talmud, tratt. Macot pag. 24, fr.
Prov. cap. 15, v. 23.
Salm. 12,v. 7.
I maestri della nazione ebreahanno bisogno di una somma attenzionenell'insinuare la pronuncia alle tenere proli, giacchè la loro lingua avendo laZain, laSamech, laTzade, e laScin, forma una pronunciazione assai particolare che bisogna adattare a quelle delle rispettive nazioni, come devono fare i greci, gli allemanni, gl'illirici ecc.
Sal. 96,v. 3.
Vedi la lettera di Monsieur l'Advocat professore di Sorbona 30 agosto 1762 portata dal traduttore a car. 80 nel suo discorso succennato.
Nota di TrascrizioneAlcune parole compaiono nel corso del testo con varianti ortografiche che sono state trascritte fedelmente, comecomunità/communità, Mosè/Moisè, istrutti/istruiti; in altri casi l'accentazione o gli apostrofi sono diversi dall'uso moderno:un'importante.Sono stati corretti i seguenti refusi:p.11 l.22anno preso un regolato sistema—>hanno preso un regolato sistemap.14, nota (a), l.2Mosè Mendelschon—>Mosè Mendelssohnp.16 l.-5istrute—>istruitep.19 l.-5quando a quella—>quanto a quellap.20 l.12quando nelle scienze—>quanto nelle scienzep.21 l.11i quali anno per base—>i quali hanno per basep.22, nota (a)E nostro uso—>È nostro usop.25 l.-8vedendo prosperate—>vedendo prosperarep.25 l.-6nomi che anno avuto—>nomi che hanno avutop.27 l.1(b)—>(a) (riferimento a nota 18)p.30 l.8i Rabini anno spiegato—>i Rabini hanno spiegatop.32, nota (a)Salm. 12, v 7.—>Salm. 12,v. 7.p.32, nota (b)anno bisogno di una somma attenzione—>hanno bisogno di una somma attenzionep.36, nota (a)Sal. 96, v 3—>Sal. 96,v. 3.p.41, l.-10signor Mendelhsson—>signor MendelssohnLe note a pie' pagina, marcate alfabeticamente per pagina nell'originale, sono state rinumerate progressivamente.
Nota di Trascrizione
Alcune parole compaiono nel corso del testo con varianti ortografiche che sono state trascritte fedelmente, comecomunità/communità, Mosè/Moisè, istrutti/istruiti; in altri casi l'accentazione o gli apostrofi sono diversi dall'uso moderno:un'importante.
Sono stati corretti i seguenti refusi:
p.11 l.22anno preso un regolato sistema—>hanno preso un regolato sistema
p.14, nota (a), l.2Mosè Mendelschon—>Mosè Mendelssohn
p.16 l.-5istrute—>istruite
p.19 l.-5quando a quella—>quanto a quella
p.20 l.12quando nelle scienze—>quanto nelle scienze
p.21 l.11i quali anno per base—>i quali hanno per base
p.22, nota (a)E nostro uso—>È nostro uso
p.25 l.-8vedendo prosperate—>vedendo prosperare
p.25 l.-6nomi che anno avuto—>nomi che hanno avuto
p.27 l.1(b)—>(a) (riferimento a nota 18)
p.30 l.8i Rabini anno spiegato—>i Rabini hanno spiegato
p.32, nota (a)Salm. 12, v 7.—>Salm. 12,v. 7.
p.32, nota (b)anno bisogno di una somma attenzione—>hanno bisogno di una somma attenzione
p.36, nota (a)Sal. 96, v 3—>Sal. 96,v. 3.
p.41, l.-10signor Mendelhsson—>signor Mendelssohn
Le note a pie' pagina, marcate alfabeticamente per pagina nell'originale, sono state rinumerate progressivamente.
*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOKDISCORSI EBRAICI DI TOLLERANZA E FELICITÀ***