CDXLV

CDXLVAnno diCristoCDXLV. IndizioneXIII.Leonepapa 6.TeodosioII imper. 44 e 38.ValentinianoIII imperad. 21.ConsoliValentiniano Augustoper la sesta volta eNomo, ossiaNonio.In una iscrizione da me pubblicata nell'appendice, tom. IV della mia Raccolta, il secondo console si vede appellatoAbinio. Avvenne in Costantinopoli in quest'anno, per testimonianza di Marcellino conte[Marcell. Comes, in Chron.], che, svegliatosi nel circo un tumulto e una rissa popolare, quivi restarono non pochi privi di vita. Forse ancora appartiene a questi tempi ciò che narra Prospero Tirone[Prosper Tiro, in Chronic.], cioè che i barbari Alani, ai quali Aezio patrizio avea assegnate delle terre nella Gallia ulteriore da dividersi con gli abitatori di quelle contrade, trovando della resistenza negli antichi padroni d'esse terre, misero mano all'armi, e s'impadronirono di tutto per forza. Aggiugne ancora che laSabaudia, oggidì la Savoia, fu assegnata a quei Borgognoni ch'erano rimasti in vita dopo l'eccidio del loro regno (accennato di sopra) da dividersi con quei paesani. Questa è la prima certa notizia che s'abbia del nome della Sabaudia; perchè non sappiam di sicuro che Ammiano Marcellino[Ammianus Marcell., lib. 15, cap. 11.]ne parli, essendo scorretto il suo testo, ed avendovi per conghiettura riposto Adriano Valesio il suddetto nome. Abbiamo parimente da Idacio[Idacius, in Chron.]che in Astorga città della Gallicia furono scoperti varii manichei, e ne fu fatto processo, il quale da essoIdacioe daTuribiovescovi fu inviato adAntoninovescovo di Merida. Ed ecco il frutto delle istruzioni che in questi medesimi tempi furono mandate da san Leone papa a tutte le provincie cattoliche. Aggiugne esso Idacio che i Vandali all'improvviso sbarcarono in Gallicia, e ne asportarono assaissime di quelle famiglie. Cominciò in quest'anno Dioscoro, vescovo d'Alessandria, uomo violento, a perseguitar i parenti di san Cirillo, fomentato in ciò da Nomo console: sopra di che son da vedere il cardinal Baronio e il padre Pagi. Non bastò al vigilantissimo papa san Leone di scoprire in Roma i manichei, e di far palesi a tutti le loro empie e ridicole opinioni: si servì ancora del braccio secolare per metterli in dovere, con avere ottenuto da Valentiniano Augusto un editto[Cod. Theod. Append. tom. 6. Novell., lib. 2, tit. 2.], in cui ordina che costoro sieno cacciati dalla milizia e dalle città, che restino esclusi dalle successioni, con altre pene che quivi si possono leggere. E perciocchèIlario, vescovo di Arles, si attribuiva troppa autorità sopra i vescovi della Gallia, san Leone ottenne dal medesimo Augusto un altro rescritto[Ibid., tit. 24.], indirizzato adAeziogenerale, nel quale fu provveduto ai diritti del sommo pontefice. Sopra questa controversia abbiamo una dissertazione del Quesnel nell'edizione delle opere di san Leone. Per altro si smorzò presto questo fuoco, ed Ilario fu ed è tuttavia riconosciuto per uomo santo. Diede egli fine ai suoi giorni nell'anno 449. È degno d'osservazione un editto[Ibid., tit. 23.], indirizzato in quest'anno da Valentiniano Augusto adAlbinoprefetto del pretorio, da cui apparisce che iNumidie iMori Sitifensiavevano inviati i loro ambasciatori ad esso imperadore, acciocchè fossero regolati i tributi dovuti al fisco: il che fu fatto. Quivi ancora si vede nominataCostantina, città della Numidia, alla cui plebe, non meno che ai curiali, si conservano i privilegii. Di più, èivi ordinato che chiunquenelle provincie africane pertinenti all'imperadorevorrà appellarsi, l'appellazione andrà al prefetto di Roma. Ed erano tuttavia al governo di quelle provincie un duce, un consolare e un presidente con altri ufficiali. Per tanto di qui intendiamo che almeno una parte della Numidia e le due Mauritanie e qualche altra provincia dell'Africa restavano tuttavia sotto il dominio di Valentiniano imperador d'Occidente. A tali notizie si aggiunga ciò che Vittore Vitense scrive, dicendo che Genserico partì le conquiste da lui fatte in Africa col suo esercito. Prese per sè la provinciaBizacena, l'Abaritana, la Getulia e parte della Numidia; e divise all'esercito la provinciaZeugitana, ossia laProconsolare, dove era Cartagine; e che le altre provincie devastate rimasero in potere dell'imperadore. Da essa legge, e da altre ch'io tralascio, noi ricaviamo che ne' mesi di maggio, giugno e luglio Valentiniano soggiornava in Roma. La cronologia di Teofane[Theoph., in Chronogr.]è in questi tempi imbrogliata. E però non so se appartenga al presente anno ciò ch'egli narra diAntiocopatrizio e balio dell'imperador Teodosio, il quale per la smoderata sua superbia fu degradato da esso Augusto, e forzato a farsi cherico, con restar anche confiscato il suo palagio. E perchè costui era eunuco, uscì un editto che niuno di tal razza, assai numerosa allora in Oriente, potesse da lì innanzi salire alla dignità di patrizio.

Consoli

Valentiniano Augustoper la sesta volta eNomo, ossiaNonio.

In una iscrizione da me pubblicata nell'appendice, tom. IV della mia Raccolta, il secondo console si vede appellatoAbinio. Avvenne in Costantinopoli in quest'anno, per testimonianza di Marcellino conte[Marcell. Comes, in Chron.], che, svegliatosi nel circo un tumulto e una rissa popolare, quivi restarono non pochi privi di vita. Forse ancora appartiene a questi tempi ciò che narra Prospero Tirone[Prosper Tiro, in Chronic.], cioè che i barbari Alani, ai quali Aezio patrizio avea assegnate delle terre nella Gallia ulteriore da dividersi con gli abitatori di quelle contrade, trovando della resistenza negli antichi padroni d'esse terre, misero mano all'armi, e s'impadronirono di tutto per forza. Aggiugne ancora che laSabaudia, oggidì la Savoia, fu assegnata a quei Borgognoni ch'erano rimasti in vita dopo l'eccidio del loro regno (accennato di sopra) da dividersi con quei paesani. Questa è la prima certa notizia che s'abbia del nome della Sabaudia; perchè non sappiam di sicuro che Ammiano Marcellino[Ammianus Marcell., lib. 15, cap. 11.]ne parli, essendo scorretto il suo testo, ed avendovi per conghiettura riposto Adriano Valesio il suddetto nome. Abbiamo parimente da Idacio[Idacius, in Chron.]che in Astorga città della Gallicia furono scoperti varii manichei, e ne fu fatto processo, il quale da essoIdacioe daTuribiovescovi fu inviato adAntoninovescovo di Merida. Ed ecco il frutto delle istruzioni che in questi medesimi tempi furono mandate da san Leone papa a tutte le provincie cattoliche. Aggiugne esso Idacio che i Vandali all'improvviso sbarcarono in Gallicia, e ne asportarono assaissime di quelle famiglie. Cominciò in quest'anno Dioscoro, vescovo d'Alessandria, uomo violento, a perseguitar i parenti di san Cirillo, fomentato in ciò da Nomo console: sopra di che son da vedere il cardinal Baronio e il padre Pagi. Non bastò al vigilantissimo papa san Leone di scoprire in Roma i manichei, e di far palesi a tutti le loro empie e ridicole opinioni: si servì ancora del braccio secolare per metterli in dovere, con avere ottenuto da Valentiniano Augusto un editto[Cod. Theod. Append. tom. 6. Novell., lib. 2, tit. 2.], in cui ordina che costoro sieno cacciati dalla milizia e dalle città, che restino esclusi dalle successioni, con altre pene che quivi si possono leggere. E perciocchèIlario, vescovo di Arles, si attribuiva troppa autorità sopra i vescovi della Gallia, san Leone ottenne dal medesimo Augusto un altro rescritto[Ibid., tit. 24.], indirizzato adAeziogenerale, nel quale fu provveduto ai diritti del sommo pontefice. Sopra questa controversia abbiamo una dissertazione del Quesnel nell'edizione delle opere di san Leone. Per altro si smorzò presto questo fuoco, ed Ilario fu ed è tuttavia riconosciuto per uomo santo. Diede egli fine ai suoi giorni nell'anno 449. È degno d'osservazione un editto[Ibid., tit. 23.], indirizzato in quest'anno da Valentiniano Augusto adAlbinoprefetto del pretorio, da cui apparisce che iNumidie iMori Sitifensiavevano inviati i loro ambasciatori ad esso imperadore, acciocchè fossero regolati i tributi dovuti al fisco: il che fu fatto. Quivi ancora si vede nominataCostantina, città della Numidia, alla cui plebe, non meno che ai curiali, si conservano i privilegii. Di più, èivi ordinato che chiunquenelle provincie africane pertinenti all'imperadorevorrà appellarsi, l'appellazione andrà al prefetto di Roma. Ed erano tuttavia al governo di quelle provincie un duce, un consolare e un presidente con altri ufficiali. Per tanto di qui intendiamo che almeno una parte della Numidia e le due Mauritanie e qualche altra provincia dell'Africa restavano tuttavia sotto il dominio di Valentiniano imperador d'Occidente. A tali notizie si aggiunga ciò che Vittore Vitense scrive, dicendo che Genserico partì le conquiste da lui fatte in Africa col suo esercito. Prese per sè la provinciaBizacena, l'Abaritana, la Getulia e parte della Numidia; e divise all'esercito la provinciaZeugitana, ossia laProconsolare, dove era Cartagine; e che le altre provincie devastate rimasero in potere dell'imperadore. Da essa legge, e da altre ch'io tralascio, noi ricaviamo che ne' mesi di maggio, giugno e luglio Valentiniano soggiornava in Roma. La cronologia di Teofane[Theoph., in Chronogr.]è in questi tempi imbrogliata. E però non so se appartenga al presente anno ciò ch'egli narra diAntiocopatrizio e balio dell'imperador Teodosio, il quale per la smoderata sua superbia fu degradato da esso Augusto, e forzato a farsi cherico, con restar anche confiscato il suo palagio. E perchè costui era eunuco, uscì un editto che niuno di tal razza, assai numerosa allora in Oriente, potesse da lì innanzi salire alla dignità di patrizio.


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