DCXXXVII

DCXXXVIIAnno diCristoDCXXXVII. IndizioneX.Onorio Ipapa 13.Eraclioimperadore 28.Rotarire 2.L'anno XXVI dopo il consolato diEraclio Augusto.L'assediata città di Gerusalemme in quest'anno cadde in potere de' Saraceni[Theoph., in Chronogr.]. Vedesi una bella e patetica omilia diSofroniosanto vescovo di quella città, recitata nel dì di Natale, mentre durava l'assedio, e rapportata dal cardinal Baronio[Baron., Annal. Eccl.].Omarocalifa e principe di quei Barbari, e discepolo di Maometto, a patti di buona guerra entrò in quella santa città da bravo ipocrita, cioè coperto di cilicio, e mostrando di piangere la distruzione del tempio di Salomone. Non tardò costui a fabbricare una moschea alla superstizione maomettana; ed Elmacino[Elmacinus, Hist. Sarac., lib. 1, cap. 3.]attesta ch'egli concedette a quel popolo la sicurezza per le loro persone, chiese e beni. L'afflizione che provò in tanta disavventura il suddetto piissimo servo di Dio san Sofronio vescovo, quella fu che il condusse a morte: vescovo di gloriosa memoria, perchè quasi solo sostenne intrepidamente la vera sentenza della Chiesa di Dio nelle dispute d'allora, e lasciò dei discepoli che seguitarono a sostenerla. S'aggiunse a questi malanni, che la cattedra di Gerusalemme col favore de' Saraceni fu occupata daSergiovescovo di Joppe, uomo di costumi e di dottrina diverso dal suo predecessore. Nè qui finirono le conquiste degli Arabi Saraceni. Per quanto scrive sotto quest'anno il soprammentovato Elmacino, tolsero ai Persiani la città di Medaina, dove trovarono il tesoro del reCosroe, consistente in tre milioni di scudi d'oro, in una gran copia di vasi d'oro e d'argento, di canfora, di tappeti, e vesti d'infinito valore.Doveano ben costoro prendere gusto alla guerra. Diedero poi battaglia ai Persiani presso la città di Gialula, e li disfecero colla fuga del reJasdegirge, chiamatoOrmisdada Teofane, ultimo fra i re della Persia. Però Omaro califa, ossia principe d'essi Saraceni, a cagione di così grande estension di dominio, si cominciò a chiamareAmirol-Muminina, ossiaAmiral-Mumnin, che gli storici nostri appellarono col tempoMiramolino, e significapadre de' credenti. DappoichèRotarifu salito sul trono de' Longobardi, per quanto ne scrive Fredegario[Fredegar., in Chron., cap. 70.], si diede a sfogare il suo sdegno contra di que' nobili della sua nazione, i quali o aveano contrastata la di lui elezione, oppure si scoprirono pertinaci in non volerlo riconoscere per re. Molti dunque ne levò dal mondo; e con questo rigore e crudeltà si rendè temuto e rimise in piedi la disciplina militare scaduta, benchè anch'egli inclinasse alla pace. Ma riuscì ben detestabile l'ingratitudine sua verso della reginaGundeberga, dalle cui mani avea ricevuta la corona, e a cui si era obbligato col vincolo di tanti giuramenti. La cagione non si sa: ma forse la diversità della religione occasionò questi disturbi. Solamente narra quello storico, che Rotari la fece confinare in una camera del palazzo di Pavia, con averla ridotta in abito privato. Diedesi poi egli a mantener delle concubine; e intanto la buona principessa cattolica mangiava il pane della tribulazione con somma pazienza, benedicendo Iddio, e attendendo continuamente alle orazioni e ai digiuni. Circa questi tempi ancoraDagobertore de' Franchi deputò uomini dotti, che compilassero e mettessero in buon ordine le leggi dei Franchi, degliAlamannie de'Baioarii, cioè della Baviera, perchè a tutti que' popoli ei comandava. Queste leggi avevano avuto principio daTeodericofigliuolo diClodoveoil grande, e poscia le migliorarono i reChildeberto IIeClotario II; ma infine la perfezion delle medesime venne da esso re Dagoberto, e noi le abbiamo stampate dal Lindenbrogio e dal Baluzio. È cosa da notare, perchè troveremo a suo tempo l'uso di queste leggi anche in Italia.

L'anno XXVI dopo il consolato diEraclio Augusto.

L'assediata città di Gerusalemme in quest'anno cadde in potere de' Saraceni[Theoph., in Chronogr.]. Vedesi una bella e patetica omilia diSofroniosanto vescovo di quella città, recitata nel dì di Natale, mentre durava l'assedio, e rapportata dal cardinal Baronio[Baron., Annal. Eccl.].Omarocalifa e principe di quei Barbari, e discepolo di Maometto, a patti di buona guerra entrò in quella santa città da bravo ipocrita, cioè coperto di cilicio, e mostrando di piangere la distruzione del tempio di Salomone. Non tardò costui a fabbricare una moschea alla superstizione maomettana; ed Elmacino[Elmacinus, Hist. Sarac., lib. 1, cap. 3.]attesta ch'egli concedette a quel popolo la sicurezza per le loro persone, chiese e beni. L'afflizione che provò in tanta disavventura il suddetto piissimo servo di Dio san Sofronio vescovo, quella fu che il condusse a morte: vescovo di gloriosa memoria, perchè quasi solo sostenne intrepidamente la vera sentenza della Chiesa di Dio nelle dispute d'allora, e lasciò dei discepoli che seguitarono a sostenerla. S'aggiunse a questi malanni, che la cattedra di Gerusalemme col favore de' Saraceni fu occupata daSergiovescovo di Joppe, uomo di costumi e di dottrina diverso dal suo predecessore. Nè qui finirono le conquiste degli Arabi Saraceni. Per quanto scrive sotto quest'anno il soprammentovato Elmacino, tolsero ai Persiani la città di Medaina, dove trovarono il tesoro del reCosroe, consistente in tre milioni di scudi d'oro, in una gran copia di vasi d'oro e d'argento, di canfora, di tappeti, e vesti d'infinito valore.Doveano ben costoro prendere gusto alla guerra. Diedero poi battaglia ai Persiani presso la città di Gialula, e li disfecero colla fuga del reJasdegirge, chiamatoOrmisdada Teofane, ultimo fra i re della Persia. Però Omaro califa, ossia principe d'essi Saraceni, a cagione di così grande estension di dominio, si cominciò a chiamareAmirol-Muminina, ossiaAmiral-Mumnin, che gli storici nostri appellarono col tempoMiramolino, e significapadre de' credenti. DappoichèRotarifu salito sul trono de' Longobardi, per quanto ne scrive Fredegario[Fredegar., in Chron., cap. 70.], si diede a sfogare il suo sdegno contra di que' nobili della sua nazione, i quali o aveano contrastata la di lui elezione, oppure si scoprirono pertinaci in non volerlo riconoscere per re. Molti dunque ne levò dal mondo; e con questo rigore e crudeltà si rendè temuto e rimise in piedi la disciplina militare scaduta, benchè anch'egli inclinasse alla pace. Ma riuscì ben detestabile l'ingratitudine sua verso della reginaGundeberga, dalle cui mani avea ricevuta la corona, e a cui si era obbligato col vincolo di tanti giuramenti. La cagione non si sa: ma forse la diversità della religione occasionò questi disturbi. Solamente narra quello storico, che Rotari la fece confinare in una camera del palazzo di Pavia, con averla ridotta in abito privato. Diedesi poi egli a mantener delle concubine; e intanto la buona principessa cattolica mangiava il pane della tribulazione con somma pazienza, benedicendo Iddio, e attendendo continuamente alle orazioni e ai digiuni. Circa questi tempi ancoraDagobertore de' Franchi deputò uomini dotti, che compilassero e mettessero in buon ordine le leggi dei Franchi, degliAlamannie de'Baioarii, cioè della Baviera, perchè a tutti que' popoli ei comandava. Queste leggi avevano avuto principio daTeodericofigliuolo diClodoveoil grande, e poscia le migliorarono i reChildeberto IIeClotario II; ma infine la perfezion delle medesime venne da esso re Dagoberto, e noi le abbiamo stampate dal Lindenbrogio e dal Baluzio. È cosa da notare, perchè troveremo a suo tempo l'uso di queste leggi anche in Italia.


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