DXXVIAnno diCristoDXXVI. IndizioneIV.Felice IVpapa 1.Giustinoimperadore 9.Atalaricore 1.ConsoleOlibriosenza collega.Teofane[Theoph., in Chronogr.]abbastanza ci fa conoscere che questo console fu creato in Occidente. Perchè in questi tempi era cessata la buona armonia fraGiustinoAugusto e il reTeoderico, perciò non si dovette creare o mentovare in Italia console alcuno in Oriente. EraOlibriodella famiglia Anicia, nè in alcuno dei Fasti o de' monumenti antichi egli è chiamatojuniore, come han voluto chiamarlo il Panvinio[Panvin., in Fast. Consul.]e il Relando[Reland., in Fast.]. Fra i patimenti e le miserie della prigione mancò di vita in quest'anno nella città di Ravenna papaGiovanni, credesi nel dì 18 di maggio. Anastasio bibliotecario[Anast. Biblioth., in Johanne I.]scrive che il sacro suo corpo fu trasferito a Roma, e posto nella basilica di san Pietro. Egli merita più fede che Agnello[Agnell., in Vit. Episcopor. Ravenn., Part. 1, tom. 2 Rer. Ital.], il quale cel rappresenta seppellito a Ravenna in un'arca di marmo. Meritò questo pontefice d'esser annoverato fra i martiri della Chiesa di Dio. Ma l'empio Teoderico, non più quello che sì saggiamente e pacificamente aveva in addietrogovernato il regno d'Italia, divenuto ormai odioso presso tutti i buoni a cagion di tali crudeltà , tardò pochi mesi a provar l'ira e i gastighi di Dio. Per quanto scrive l'Anonimo Valesiano[Anonymus Vales.], e lo conferma anche Agnello, egli era dietro a cacciar dalle loro chiese i sacerdoti cattolici, per darle agli ariani; e già Simmacoscolastico (cioè uomo eloquente ed avvocato) giudeo, a dì 26 di agosto ne avea steso il decreto, da eseguirsi nel dì 30 d'esso mese. Ma colto Teoderico da un flusso micidiale di ventre, in termine di tre giorni, e nel dì stesso destinato all'occupazion delle chiese cattoliche, perdè la vita e il regno. Fama correva, per quanto abbiam da Procopio[Procop., de Bell. Goth.], che portatogli in tavola il capo di un pesce di non ordinaria grandezza, gli parve di mirar quella diSimmacoucciso, che coi denti e con gli occhi torvi il minacciasse. A questo fantasma tenne dietro la febbre, durante la quale, detestando il misfatto commesso nella morte d'essoSimmacoe diBoezio, senza aver dato tempo da esaminare, se erano innocenti o rei, finalmente se ne morì. Principe, che, qualora avesse saputo guardarsi da questi ultimi eccessi, avrebbe, tuttochè Barbaro di nazione, ed eretico ariano di credenza, uguagliato colle sue azioni e virtù politiche la gloria de' più accreditati re ed imperadori. Aveva esso Teoderico in sua vita preparato in Ravenna il suo sepolcro tutto di marmo,opera di maravigliosa grandezza(dice l'Anonimo Valesiano), con avere cercato una pietra di straordinaria mole che lo coprisse. Agnello scrive ch'egli fu seppellito in un mausoleo fatto da lui fabbricare fuori della porta di Artemetore, e chiamato a' suoi dì (cioè circa l'anno 830) il Faro, dov'era il monistero di Santa Maria, soprannominato allamemoria del re Teoderico. Ma stimava esso Agnello, ed è ben verisimile, trattandosi di un eretico, che l'ossa di lui fosserostate cacciate fuori del sepolcro, perchè si vedeva davanti alla porte del monistero la maravigliosa urna di porfido, in cui esse una volta erano state riposte. Aggiugne inoltre, che nel palazzo da lui fabbricato in Pavia si mirava l'immagine del medesimo Teoderico a cavallo, composta di musaico. Una somigliante, anch'essa di musaico, esisteva nel palazzo edificato da lui in Ravenna, in cui esso re veniva rappresentato coll'armatura in dosso, con una lancia nella destra, lo scudo nella sinistra. In vicinanza stava in piedi Roma colla celata in capo e un'asta in mano; e dall'altra parte Ravenna, che teneva il piè destro sopra il mare e il sinistro sopra la terra, in atto di andare verso il re. Per alcuni secoli si mirò ancora in Ravenna una colonna a guisa di piramide quadrangolare, sopra cui era la statua di Teoderico a cavallo tutta di bronzo indorato, con lo scudo nel braccio sinistro e colla lancia nella mano destra. Correa nondimeno voce che tale statua fosse stata fatta in onore di Zenone imperadore, e che Teoderico vi avesse fatto mettere il suo nome. Ma (seguita a dire Agnello) trentotto anni sono che Carlo re de' Franchi essendo stato coronato imperadore da Leone III papa, nel tornare ch'egli faceva in Francia, passò per Ravenna, e cadutagli sotto gli occhi sì bella statua, una simile a cui in vaghezza confessò di non averne mai veduta, fattala portare in Francia, la ripose in Aquisgrana. Altre fabbriche e memorie lasciate dal re Teoderico o per ornamento o per difesa della città , ovvero per utilità del pubblico, si possono raccogliere dalle lettere di Cassiodoro.GiacchèEutarico, marito diAmalasuntasua figliuola, preso da lui per figliuolo e destinato ad essergli successore nel regno, era premorto a Teoderico, secondochè abbiamo da Giordano storico[Jordan., de Reb. Get., cap. 59.], prima di morire dichiarò suoeredeAtalarico, nato da essa Amalasunta, con fargli prestare il giuramento dai magnati della corte e dagli uffiziali della milizia. Ad essi poi rivolto, raccomandò loro di onorare il re novello suo nipote, di amare il senato e popolo romano, e di studiare, per quanto poteano, di placare e di avere per amico l'imperadore d'Oriente: consiglio ben osservato da Atalarico e da sua madre, in guisa che, durante lo spazio di otto anni che esso re tenne il regno, goderono essi e l'Italia un'invidiabil pace. Aveva il re Teoderico, finchè visse, governato dispoticamente anche la parte dellaGallia, che egli avea conquistata, siccome ancora tutte quelle provincie dellaSpagnache erano state sotto il dominio diAlaricoultimo re dei Visigoti. Mandava colà i suoi uffiziali e soldati, per attestato di Procopio[Procop., de Bell. Goth., lib. 1, cap. 12.], ed esigeva i tributi. Ma per far conoscere ai Visigoti come non per interesse egli signoreggiava sopra di essi, impiegava poi tutti i tributi in tanti donativi ch'egli annualmente faceva, non meno alle milizie de' suoi Ostrogoti, da lui mantenuti in quelle parti, che a quelle de' Visigoti stessi; di maniera che sotto di lui stette sempre quieto e contento l'uno e l'altro popolo in quelle parti, e per varii matrimonii maggiormente coloro si unirono insieme d'affetto. Intanto era allevato in Ispagna il fanciulloAmalaricofigliuolo del suddetto re Alarico e di una figliuola di Teoderico; ed avendo esso re Teoderico inviato colà Teodedi nazione Ostrogoto per generale delle sue truppe, il dichiarò anche tutore del medesimo Amalarico suo nipote. Costui col tempo prese per moglie, non già una donna di nazione gota, ma bensì una spagnuola, ricchissima di roba e di stabili nel suo paese; col quale aiuto egli incominciò a tenere al suo soldo e per sua guardia duemila soldati, e a farla piuttosto da re che da ministro. Il saggio re Teoderico, ben considerando gliandamenti di costui, avrebbe volentieri adoperata la forza per metterlo in dovere; ma per timore che i Visigoti facessero delle novità , e che i Franchi profittassero di quella divisione, andava dissimulando tutto, e solamente s'appoggiò al partito di far suggerire destramente a Teode, che sarebbe stato di profitto per lui e di gran piacere al re Teoderico, s'egli passasse a Ravenna per salutare esso re. L'accorto Teode continuò bensì ad eseguire puntualmente gli altri ordini che venivano da Teoderico, nè mai tralasciò di pagargli i tributi annuali; ma non s'indusse giammai ad intraprender un sì lungo viaggio. Ora Teoderico, veggendosi vicino alla morte, dichiarò suo successore in Ispagna, ma non già nella Gallia, il nipoteAmalarico, il quale cominciò in quest'anno a contar gli anni del suo regno fra i Visigoti. Sant'Isidoro[Isidor., in Chron. Goth.]scrive che Teoderico tenne peranni quindiciil regno di Spagna,quod superstiti Amalarico nepoti suo reliquit. Però le note cronologiche del concilio secondo di Toledo[Aguirre, Concilior. Hispan., tom. 2, pag. 265.], che si dice tenutoanno V regni domini nostri Amalarici regis, aera DLXV, cioè nell'anno seguente 527, giustamente si possono credere corrotte, e doversi ivi iscrivereanno I, o pureaera DLXXI. Succedette in questo anno uno de' più terribili tremuoti che mai si udisse, perchè continuato per molti mesi, per le cui scosse restò atterrata quasi tutta la città nobilissima di Antiochia, la quale dinanzi ancora avea patito dei fierissimi continuati incendii. Fra innumerabili altri restò sotto le rovine oppressoEufrasiopatriarca di quella città , ch'ebbe poi per successoreEfrem. Il piissimo imperador Giustino, per attestato di Teofane[Theoph., in Chron.], udite queste nuove, deposta la porpora e il diadema, passò alcuni giorni col cilicio in lutto e in gemiti, e da buon principe spedì tosto uffizialicon immense somme d'oro per salvare chi restava in vita, e per rimettere in piedi la smantellata città . Portata intanto a Roma la nuova della morte diGiovannipapa, radunossi il clero per eleggere il successore; ma insorsero dissensioni tra gli elettori: accidente non forestiere in somiglianti occasioni. Era tuttavia vivo il re Teoderico; e, ossia che egli volesse prevenire un nuovo scisma, o pure, come pensa il cardinal Baronio, che egli intendesse d'ingerirsi, come avea anche preteso il re Odoacre, nell'elezione de' romani pontefici, scrisse al senato di Roma con proporre per papaFelicefigliuolo di Castorio, persona di sperimentata virtù. Venne in questo mentre a morte Teoderico, e ciò non ostante eletto dal clero e dal popolo il suddettoFelice, quietamente fu consecrato; e leggesi una lettera del re Atalarico al senato romano[Cassiod., lib. 8, ep. 15.], in cui si congratula, perchè nell'elezion del pontefice si sieno conformati all'intenzion dell'avolo suo, tutta rivolta al pubblico bene, con aver proposto un personaggio degno del sommo sacerdozio. Si lamenta, e con ragione, il cardinal Baronio di quest'atto di Teoderico, perchè servì di esempio agl'imperadori greci, franchi e tedeschi, per pretendere di aver mano nell'elezione dei sommi pontefici, stata in addietro sempre libera, anche sotto gli Augusti pagani. E tanto più se ne dovea dolere, perchè dalla lettera di Atalarico abbastanza si ricava che l'atto di Teoderico ariano fu uncomandamento, e ch'egli volle essereubbidito: usurpazione senza fallo dei diritti della Chiesa di Dio, che nondimeno passò in uso od abuso presso dei susseguenti imperadori, benchè cattolici. Era, siccome è detto di sopra, il nuovo reAtalaricofanciullo, appena giunto all'età di dieci anni: però assunse il governo del regnoAmalasuntasua madre, donna di molto senno, con tenere anche essa per suo secretarioCassiodoro, personaggio riguardevolissimo di que' tempi,e con pubblicar tutti gli editti, e fare ogni altra risoluzione sotto nome del medesimo Atalarico. Le prime funzioni furono di significare al senato e popolo di Roma, ai Romani e Goti abitanti in Italia e nella Dalmazia, aLiberioprefetto delle Gallie ed ai popoli d'esse Gallie, l'elezion sua in re, fatta dal re suo avolo, ed approvato di comune consentimento non men dai Romani che dai Goti esistenti in Ravenna. Di ciò fan fede varie lettere di Cassiodoro[Cassiod., lib. 8, epist. 2, 3 et seq.]. Ma quel che più importa, Atalarico non fu pigro a spedire ambasciatori e a notificare l'assunzione sua al trono all'imperadore di Oriente. Sopra di ciò è da vedere un'altra lettera del mentovato Cassiodoro[Idem, ibid., ep. 1.], indirizzata aGiustiniano imperadore. Ma quivi, secondochè osservò l'Alamanni[Alamannus, in Notis ad Histor. Arcan. Procopii.]è da scrivereGiustinoimperadore, perchè questi sopravvivendo molti mesi a Teoderico, solamente morì nell'anno seguente, ed in essa è chiamatoprinceps longaevus: il che non può convenire a Giustiniano, ed oltre a ciò Atalarico esprimeprimordia nostra. Apparisce dalla medesima lettera che Giustino Augusto era in collera contra del re Teoderico, e minacciava di fargli guerra, verisimilmente per le crudeltà da lui esercitate contro di papaGiovannie contra diBoezio,Simmacoed altri senatori romani, col pretesto di segrete intelligenze con esso Giustino. Però Atalarico si raccomanda per aver pace ed amicizia con lui, con que' patti e con quelle condizioni che l'avolo suo aveva ottenuto dai predecessori di Giustino: fra le quali possiamo credere che si comprendesse il riconoscere la sovranità degl'imperadori sopra il regno d'Italia. Fece buon effetto questa supplichevol lettera di Atalarico, perchè, finchè egli visse, non ebbe molestia nè da Giustino nè da Giustiniano suo successore. Fiorì circa questi tempiDionisio esiguo, ossiapicciolo, Scita di nazione, e monaco dottissimo nelle lingue latina e greca. Fu condiscepolo diCassiodoro, e però sembra che abitasse in Roma. Le opere da lui scritte si trovano registrate dagli scrittori della storia letteraria ecclesiastica.
Console
Olibriosenza collega.
Teofane[Theoph., in Chronogr.]abbastanza ci fa conoscere che questo console fu creato in Occidente. Perchè in questi tempi era cessata la buona armonia fraGiustinoAugusto e il reTeoderico, perciò non si dovette creare o mentovare in Italia console alcuno in Oriente. EraOlibriodella famiglia Anicia, nè in alcuno dei Fasti o de' monumenti antichi egli è chiamatojuniore, come han voluto chiamarlo il Panvinio[Panvin., in Fast. Consul.]e il Relando[Reland., in Fast.]. Fra i patimenti e le miserie della prigione mancò di vita in quest'anno nella città di Ravenna papaGiovanni, credesi nel dì 18 di maggio. Anastasio bibliotecario[Anast. Biblioth., in Johanne I.]scrive che il sacro suo corpo fu trasferito a Roma, e posto nella basilica di san Pietro. Egli merita più fede che Agnello[Agnell., in Vit. Episcopor. Ravenn., Part. 1, tom. 2 Rer. Ital.], il quale cel rappresenta seppellito a Ravenna in un'arca di marmo. Meritò questo pontefice d'esser annoverato fra i martiri della Chiesa di Dio. Ma l'empio Teoderico, non più quello che sì saggiamente e pacificamente aveva in addietrogovernato il regno d'Italia, divenuto ormai odioso presso tutti i buoni a cagion di tali crudeltà , tardò pochi mesi a provar l'ira e i gastighi di Dio. Per quanto scrive l'Anonimo Valesiano[Anonymus Vales.], e lo conferma anche Agnello, egli era dietro a cacciar dalle loro chiese i sacerdoti cattolici, per darle agli ariani; e già Simmacoscolastico (cioè uomo eloquente ed avvocato) giudeo, a dì 26 di agosto ne avea steso il decreto, da eseguirsi nel dì 30 d'esso mese. Ma colto Teoderico da un flusso micidiale di ventre, in termine di tre giorni, e nel dì stesso destinato all'occupazion delle chiese cattoliche, perdè la vita e il regno. Fama correva, per quanto abbiam da Procopio[Procop., de Bell. Goth.], che portatogli in tavola il capo di un pesce di non ordinaria grandezza, gli parve di mirar quella diSimmacoucciso, che coi denti e con gli occhi torvi il minacciasse. A questo fantasma tenne dietro la febbre, durante la quale, detestando il misfatto commesso nella morte d'essoSimmacoe diBoezio, senza aver dato tempo da esaminare, se erano innocenti o rei, finalmente se ne morì. Principe, che, qualora avesse saputo guardarsi da questi ultimi eccessi, avrebbe, tuttochè Barbaro di nazione, ed eretico ariano di credenza, uguagliato colle sue azioni e virtù politiche la gloria de' più accreditati re ed imperadori. Aveva esso Teoderico in sua vita preparato in Ravenna il suo sepolcro tutto di marmo,opera di maravigliosa grandezza(dice l'Anonimo Valesiano), con avere cercato una pietra di straordinaria mole che lo coprisse. Agnello scrive ch'egli fu seppellito in un mausoleo fatto da lui fabbricare fuori della porta di Artemetore, e chiamato a' suoi dì (cioè circa l'anno 830) il Faro, dov'era il monistero di Santa Maria, soprannominato allamemoria del re Teoderico. Ma stimava esso Agnello, ed è ben verisimile, trattandosi di un eretico, che l'ossa di lui fosserostate cacciate fuori del sepolcro, perchè si vedeva davanti alla porte del monistero la maravigliosa urna di porfido, in cui esse una volta erano state riposte. Aggiugne inoltre, che nel palazzo da lui fabbricato in Pavia si mirava l'immagine del medesimo Teoderico a cavallo, composta di musaico. Una somigliante, anch'essa di musaico, esisteva nel palazzo edificato da lui in Ravenna, in cui esso re veniva rappresentato coll'armatura in dosso, con una lancia nella destra, lo scudo nella sinistra. In vicinanza stava in piedi Roma colla celata in capo e un'asta in mano; e dall'altra parte Ravenna, che teneva il piè destro sopra il mare e il sinistro sopra la terra, in atto di andare verso il re. Per alcuni secoli si mirò ancora in Ravenna una colonna a guisa di piramide quadrangolare, sopra cui era la statua di Teoderico a cavallo tutta di bronzo indorato, con lo scudo nel braccio sinistro e colla lancia nella mano destra. Correa nondimeno voce che tale statua fosse stata fatta in onore di Zenone imperadore, e che Teoderico vi avesse fatto mettere il suo nome. Ma (seguita a dire Agnello) trentotto anni sono che Carlo re de' Franchi essendo stato coronato imperadore da Leone III papa, nel tornare ch'egli faceva in Francia, passò per Ravenna, e cadutagli sotto gli occhi sì bella statua, una simile a cui in vaghezza confessò di non averne mai veduta, fattala portare in Francia, la ripose in Aquisgrana. Altre fabbriche e memorie lasciate dal re Teoderico o per ornamento o per difesa della città , ovvero per utilità del pubblico, si possono raccogliere dalle lettere di Cassiodoro.
GiacchèEutarico, marito diAmalasuntasua figliuola, preso da lui per figliuolo e destinato ad essergli successore nel regno, era premorto a Teoderico, secondochè abbiamo da Giordano storico[Jordan., de Reb. Get., cap. 59.], prima di morire dichiarò suoeredeAtalarico, nato da essa Amalasunta, con fargli prestare il giuramento dai magnati della corte e dagli uffiziali della milizia. Ad essi poi rivolto, raccomandò loro di onorare il re novello suo nipote, di amare il senato e popolo romano, e di studiare, per quanto poteano, di placare e di avere per amico l'imperadore d'Oriente: consiglio ben osservato da Atalarico e da sua madre, in guisa che, durante lo spazio di otto anni che esso re tenne il regno, goderono essi e l'Italia un'invidiabil pace. Aveva il re Teoderico, finchè visse, governato dispoticamente anche la parte dellaGallia, che egli avea conquistata, siccome ancora tutte quelle provincie dellaSpagnache erano state sotto il dominio diAlaricoultimo re dei Visigoti. Mandava colà i suoi uffiziali e soldati, per attestato di Procopio[Procop., de Bell. Goth., lib. 1, cap. 12.], ed esigeva i tributi. Ma per far conoscere ai Visigoti come non per interesse egli signoreggiava sopra di essi, impiegava poi tutti i tributi in tanti donativi ch'egli annualmente faceva, non meno alle milizie de' suoi Ostrogoti, da lui mantenuti in quelle parti, che a quelle de' Visigoti stessi; di maniera che sotto di lui stette sempre quieto e contento l'uno e l'altro popolo in quelle parti, e per varii matrimonii maggiormente coloro si unirono insieme d'affetto. Intanto era allevato in Ispagna il fanciulloAmalaricofigliuolo del suddetto re Alarico e di una figliuola di Teoderico; ed avendo esso re Teoderico inviato colà Teodedi nazione Ostrogoto per generale delle sue truppe, il dichiarò anche tutore del medesimo Amalarico suo nipote. Costui col tempo prese per moglie, non già una donna di nazione gota, ma bensì una spagnuola, ricchissima di roba e di stabili nel suo paese; col quale aiuto egli incominciò a tenere al suo soldo e per sua guardia duemila soldati, e a farla piuttosto da re che da ministro. Il saggio re Teoderico, ben considerando gliandamenti di costui, avrebbe volentieri adoperata la forza per metterlo in dovere; ma per timore che i Visigoti facessero delle novità , e che i Franchi profittassero di quella divisione, andava dissimulando tutto, e solamente s'appoggiò al partito di far suggerire destramente a Teode, che sarebbe stato di profitto per lui e di gran piacere al re Teoderico, s'egli passasse a Ravenna per salutare esso re. L'accorto Teode continuò bensì ad eseguire puntualmente gli altri ordini che venivano da Teoderico, nè mai tralasciò di pagargli i tributi annuali; ma non s'indusse giammai ad intraprender un sì lungo viaggio. Ora Teoderico, veggendosi vicino alla morte, dichiarò suo successore in Ispagna, ma non già nella Gallia, il nipoteAmalarico, il quale cominciò in quest'anno a contar gli anni del suo regno fra i Visigoti. Sant'Isidoro[Isidor., in Chron. Goth.]scrive che Teoderico tenne peranni quindiciil regno di Spagna,quod superstiti Amalarico nepoti suo reliquit. Però le note cronologiche del concilio secondo di Toledo[Aguirre, Concilior. Hispan., tom. 2, pag. 265.], che si dice tenutoanno V regni domini nostri Amalarici regis, aera DLXV, cioè nell'anno seguente 527, giustamente si possono credere corrotte, e doversi ivi iscrivereanno I, o pureaera DLXXI. Succedette in questo anno uno de' più terribili tremuoti che mai si udisse, perchè continuato per molti mesi, per le cui scosse restò atterrata quasi tutta la città nobilissima di Antiochia, la quale dinanzi ancora avea patito dei fierissimi continuati incendii. Fra innumerabili altri restò sotto le rovine oppressoEufrasiopatriarca di quella città , ch'ebbe poi per successoreEfrem. Il piissimo imperador Giustino, per attestato di Teofane[Theoph., in Chron.], udite queste nuove, deposta la porpora e il diadema, passò alcuni giorni col cilicio in lutto e in gemiti, e da buon principe spedì tosto uffizialicon immense somme d'oro per salvare chi restava in vita, e per rimettere in piedi la smantellata città . Portata intanto a Roma la nuova della morte diGiovannipapa, radunossi il clero per eleggere il successore; ma insorsero dissensioni tra gli elettori: accidente non forestiere in somiglianti occasioni. Era tuttavia vivo il re Teoderico; e, ossia che egli volesse prevenire un nuovo scisma, o pure, come pensa il cardinal Baronio, che egli intendesse d'ingerirsi, come avea anche preteso il re Odoacre, nell'elezione de' romani pontefici, scrisse al senato di Roma con proporre per papaFelicefigliuolo di Castorio, persona di sperimentata virtù. Venne in questo mentre a morte Teoderico, e ciò non ostante eletto dal clero e dal popolo il suddettoFelice, quietamente fu consecrato; e leggesi una lettera del re Atalarico al senato romano[Cassiod., lib. 8, ep. 15.], in cui si congratula, perchè nell'elezion del pontefice si sieno conformati all'intenzion dell'avolo suo, tutta rivolta al pubblico bene, con aver proposto un personaggio degno del sommo sacerdozio. Si lamenta, e con ragione, il cardinal Baronio di quest'atto di Teoderico, perchè servì di esempio agl'imperadori greci, franchi e tedeschi, per pretendere di aver mano nell'elezione dei sommi pontefici, stata in addietro sempre libera, anche sotto gli Augusti pagani. E tanto più se ne dovea dolere, perchè dalla lettera di Atalarico abbastanza si ricava che l'atto di Teoderico ariano fu uncomandamento, e ch'egli volle essereubbidito: usurpazione senza fallo dei diritti della Chiesa di Dio, che nondimeno passò in uso od abuso presso dei susseguenti imperadori, benchè cattolici. Era, siccome è detto di sopra, il nuovo reAtalaricofanciullo, appena giunto all'età di dieci anni: però assunse il governo del regnoAmalasuntasua madre, donna di molto senno, con tenere anche essa per suo secretarioCassiodoro, personaggio riguardevolissimo di que' tempi,e con pubblicar tutti gli editti, e fare ogni altra risoluzione sotto nome del medesimo Atalarico. Le prime funzioni furono di significare al senato e popolo di Roma, ai Romani e Goti abitanti in Italia e nella Dalmazia, aLiberioprefetto delle Gallie ed ai popoli d'esse Gallie, l'elezion sua in re, fatta dal re suo avolo, ed approvato di comune consentimento non men dai Romani che dai Goti esistenti in Ravenna. Di ciò fan fede varie lettere di Cassiodoro[Cassiod., lib. 8, epist. 2, 3 et seq.]. Ma quel che più importa, Atalarico non fu pigro a spedire ambasciatori e a notificare l'assunzione sua al trono all'imperadore di Oriente. Sopra di ciò è da vedere un'altra lettera del mentovato Cassiodoro[Idem, ibid., ep. 1.], indirizzata aGiustiniano imperadore. Ma quivi, secondochè osservò l'Alamanni[Alamannus, in Notis ad Histor. Arcan. Procopii.]è da scrivereGiustinoimperadore, perchè questi sopravvivendo molti mesi a Teoderico, solamente morì nell'anno seguente, ed in essa è chiamatoprinceps longaevus: il che non può convenire a Giustiniano, ed oltre a ciò Atalarico esprimeprimordia nostra. Apparisce dalla medesima lettera che Giustino Augusto era in collera contra del re Teoderico, e minacciava di fargli guerra, verisimilmente per le crudeltà da lui esercitate contro di papaGiovannie contra diBoezio,Simmacoed altri senatori romani, col pretesto di segrete intelligenze con esso Giustino. Però Atalarico si raccomanda per aver pace ed amicizia con lui, con que' patti e con quelle condizioni che l'avolo suo aveva ottenuto dai predecessori di Giustino: fra le quali possiamo credere che si comprendesse il riconoscere la sovranità degl'imperadori sopra il regno d'Italia. Fece buon effetto questa supplichevol lettera di Atalarico, perchè, finchè egli visse, non ebbe molestia nè da Giustino nè da Giustiniano suo successore. Fiorì circa questi tempiDionisio esiguo, ossiapicciolo, Scita di nazione, e monaco dottissimo nelle lingue latina e greca. Fu condiscepolo diCassiodoro, e però sembra che abitasse in Roma. Le opere da lui scritte si trovano registrate dagli scrittori della storia letteraria ecclesiastica.