CAPO VIII.

CAPO VIII.

Come si possa guardare dall’aria infetta. Odori preservativi, e varie ricette. Odori sottili e calidi nocivi. Maniere di purgar l’aria delle case e delle città.

Come si possa guardare dall’aria infetta. Odori preservativi, e varie ricette. Odori sottili e calidi nocivi. Maniere di purgar l’aria delle case e delle città.

Passiamo all’aria, per mezzo di cui può comunicarsi ai sani l’altrui malore. Certo è che la respirata dagli appestati, e quella che è ambiente del corpo loro, può sino alla distanza d’alcuni passi stendere il suo veleno. Perciò i sani debbono passar lontano, e tenersi lungi dalla gente infetta e sospetta; e molto più hanno da guardarsi d’entrar nelle camere, ove sieno o sieno stati infermi di mal contagioso; o entrandovi, hanno da usar le cautele dette di sopra, e l’altre che diremo trattando dell’espurgazion delle case. Ma per assicurarsi bene di non tirar col respiro l’aria infetta, chiunque esce di casa, e molto più chi ha da praticar con persone pericolose, porterà sempre seco in un vasetto, bussolotto, o palla una spugna inzuppata di aceto, o pure porterà pomi artifiziali odoriferi, e o quella o questi andrà odorando e fiutando, e non li deporrà mai, quando sia vicino a persona infetta o sospetta e alle robe loro. Da quasi tutti i corpi, anche duri, e molto più dagli animali, dai vegetabili, dai minerali, ecc., escono continui effluvj che formano un’atmosfera o circonferenza intorno a quel corpo; e però quei di gagliardo e sano odore diffondendosi all’intorno della persona, la difendono dai pestiferi, o tenendoli lontani o correggendoli.

L’aceto solo, purchè fatto di buon vino, è bastevole preservativo. Tuttavia chi può, gli accrescerà il vigore nella seguente forma.

Aceto imperiale.

Recipe radici d’angelica, d’imperatoria, di garofoli ana(cioè parti eguali, o sia di cadauna)dramme due. Soppistale leggiermente, e mettile in un vaso di grandezza mediocre, dove sia aceto ottimo e bianco se fia possibile. Chiudi bene il vaso, e agitalo, sbattendolo molte e molte volte, acciocchè gl’ingredienti si mescolino bene. Lascia il tutto in infusione per una notte sopra le ceneri calde. Di poi conservalo per gli tempi di bisogno, inzuppandone una spugna da portarsi in mano serrata nella palla, per gli buchi della quale ne tirerai spesse volte l’odore. Oltre a ciò potrai ancora con lo stesso aceto ungere le narici, i polsi delle tempia e delle mani.

Pomo o palla odorifera che preserva dalla peste.

℞.Polvere di garofoli, cannella, noci moscate ana mez. onc., storace, bengioino ana dram. 2, maggiorana, menta, salvia, ana dram. 1. Si pongano in acqua rosa, ove prima sia dissoluta gomma dragante. Se vorrai, potrai aggiungervi alquanto di muschio o di zibetto, e con questo formerai un pomo da portare in mano per odorarlo.

Avverto però qui, che per parere dei più accreditati medici servono poco, e fors’anche potrebbononuocere in tempi di peste gli odori del muschio, dello zibetto ed altri simili di qualità, per così dire, dilatante, lussuriosa e offensiva del capo, siccome troppo sottili e calidi. L’ambra grisa dovrebbe entrare in questa classe; ma veggo molti commendarne l’uso in varie guise ne’ tempi di peste, e però non mi arrischio a condannare i pomi appellati d’ambra. All’incontro sono di un mirabil aiuto gli altri odori, per dir così, restringenti, freddi e confortativi che andrò accennando. Assaissimo in primo luogo è da stimarsi la canfora, usandola allora o per l’odore portandone in una palla bucata, o nei medicamenti. Alcuni se ne fidano più che dell’aceto. Io non direi tanto, perchè l’aceto è il re degli odori preservativi in tempo di contagio; ma dirò bene che la canfora anch’essa vien concordemente da tutti i migliori autori commendata assaissimo, siccome uno dei più potenti preservativi; e perciò si troverà qui consigliata in molte altre guise, ma coi riguardi che dirò a suo luogo. La comunità di Ferrara fa manipolar certe palle odorose di mistura particolare che son credute molto giovevoli. Ma io son d’avviso che ogni palla, purchè di gagliardo e sano odore, possa produrre il medesimo effetto; perciocchè inclino a credere che non dal semplice contatto delle robe, per chi è sano di cute, ma dal respiro del fiato per cui s’introducono i corpicciuoli pestilenziali nel corpo, soglia sempre, o per lo più venire la comunicazion della peste, e però qualunque odor grave e vigoroso che si adoperi, sia bastevole a tener lontani o a correggere gli effluvj pestilenziali.

Vogliono altri che mirabilmente serva da odorare, da tener in mano, e da ungere le narici quest’altra composizione.

Palla odorifera oliata.

℞.Olio di carabe fatto per distillazione parti due, olio di noce moscata fatto per espressione parte una, cera bianca tanta che possa tenere in corpo questi olj. Poi liquefà la cera, scalda gli olj, il tutto separatamente. Mescola dipoi insieme, lascia raffreddare, e formane palla, che o porterai in mano, o terrai chiusa in un vasetto per andarla odorando.

Altri pomi o palle preservative dalla peste, da portarsi in mano per odorarle spesso, ed anche in seno, si possono formare delle seguenti cose o di parte d’esse ben polverizzate e passate per setaccio, e impastate con gomma arabica, o dragante con olio di spica, o con acqua rosa, o altro liquore;Rose rosse, sandali bianchi e rossi, legno aloè, cinnamomo, macis, canfora, noce moscata, seme e scorze di cedro, storace, calaminta, ladano, fiori di nenufari, spodio, basilico, maggiorana, cubebe, carabe, mastice, calamo aromatico, mirra, bengioino, radici di valeriana, di tormentilla, dittamo, foglie di ruta, trementina bislavata,ecc.

Per tutte le persone e per tutti i tempi servirà l’avere una palla rotonda o come ovata, da tenersi comodamente in mano, fatta d’argento o d’avorio o di stagno o di cipresso, lauro, ginepro o d’altro legno, se si può odoroso, vota di dentro e perforata nella parte di sopra, che possa aprirsi e serrarsi,entro cui si mette ordinariamente un pezzetto di spugna nuova inzuppata in acqua rosa, malvagía, e buon aceto rosato o violato, o di ruta. Una tal palla è utile a tutti, e sbattendola alle volte sopra la palma delle mani, si possono bagnare i polsi. Altri vi aggiungono alcune delle polveri odorifere dette di sopra; o aggiustano l’aceto con ruta ed angelica, aggiungendovi tre grani di canfora; o pure pigliando la ruta fresca e agitandola con aceto, mentre si pesta nel mortajo, la pongono entro la palla. Chi non avesse palla, potrà tenere composizioni odorose fasciate dentro zendado, o tela di lino rara. E chi non potesse far altro, porti seco mazzetti di fiori ed erbe odorifere, come ruta, melissa, maggiorana, menta, salvia, absintio, origano, rosmarino, fiori d’arancio, di cedro, ninfea, basilico, timo, appio, aneto, foglie di alloro, cipresso, aranci, limoni, cotogni, ecc. Di queste cose ancora gioverà il tenerne nelle stanze. Benchè l’aceto rosato, o di ruta, sia di miglior perfezione e maggiore efficacia, tuttavia il semplice aceto, purchè fatto di vin generoso, è bastevole preservativo; e i poveri non cerchino altro, nè credano che le composizioni sieno sempre più utili perchè composte di più ingredienti. Angelo Sala prescrive con assaissime robe la ricetta per comporre un aceto bezoartico, tenuto da lui per mirabile in resistere all’infezione, con andarlo odorando. Insegna ancora un balsamo bezoartico, a cui attribuisce la medesima efficacia, coll’ungerne di quando in quando le nari, le tempia e i polsi. Io lasciando tali composizioni inventate per gli ricchi, riferirò solamente la ricetta prescritta da lui di un

Aceto preservativo per gli poveri.

℞.Grani di ginepro freschi, absintio, ruta secca ana once 4. Incenso, mirra, ana once 2. Si taglino i grani di ginepro coll’erbe minutamente, e grossamente si polverizzi il resto. S’infonda tutto in due misure d’ottimo aceto, entro d’un vaso ben serrato con sughero. Si ponga in luogo caldo, o in un cantone presso il fuoco, di modo che tal materia stia calda per due o tre giorni. Poi si sprema e si conservi per valersene ad odorarla.

Per tutti poi potrà servire quest’altra facile composizione.

Aceto rosato preservativo.

℞.Aceto rosato, acqua rosa e vin bianco ana, cioè parti eguali, e ponvi dentro carlina, genziana, radice di ruta capraria, detta giarga, manipolo, cioè pugno uno, scorze di cedro, e un poco di zedoaria. Fa bollire alquanto e stare in infusione per 6 ore; poi cola e riponi in vaso. Di questo alle occorrenze bevi spesso una gocciola, e spesso bagnati le mani e il viso, e alcuna volta con la spugna tutta la persona.

Egli è necessario difendersi il corpo, o per dir meglio il respiro, con questi ed altri odori dall’aria pericolosa ne’ tempi di peste, e sarà ancora molto giovevole e necessario il procurar la pulizia e purgar l’aria medesima nelle proprie abitazioni. Poco prima del tramontar del sole per parere di tutti egli è necessario chiuder le finestre, e nonaprirle se non levato il sole; avvertendo ancora, che passando cadaveri per le strade, o potendo venir cattiva aria dalle vicine camere o case, ove sieno infetti, bisogna custodirsi bene con tener chiuse allora le finestre e gli usci pericolosi. Quindi si debbono profumar le stanze con solfo, pece, incenso, mirra, ed altri simili odori sani, benchè talvolta spiacevoli, o pure con far ivi bollire aceto, in cui sia infusa canfora, garofoli, scorze di cedri, aranci, ecc. Gioverà nella stessa guisa spruzzar le camere con aceto o con altre decozioni odorifere; siccome ancora il far ivi bruciare ed il tener ivi legni di buon odore segati, come sono il ginepro, il pino, il lauro, il cipresso, l’abete, il mirto, il rosmarino, il frassino. Alcuni usano allora di aver due camere separate, cambiandole mattina e sera, con istare nell’una, mentre purgano l’aria dell’altra; e si bagnano spesso le mani e la faccia con acqua fredda mischiata con aceto rosato, profumando ancora le vesti e asciugandole bene al fuoco. Si astengono allora dalle saponette in lavarsi, essendosi osservati de’ cattivissimi effetti di tutto il sapone, saponate e ranno, o sia liscivo, in tempi di peste. Altri procurano di rinovar l’aria e di purificarla nelle medesime camere ove stanno infetti, tenendo aperte le finestre e facendovi giocare il vento, se si può: con avvertenza però di non infettar con quell’aria pestilente le vicine camere sane.

Non è di minore importanza il tener purgata o il purgare l’aria della stessa città. A questo fine appena s’ode romor di contagio, che in ogni ben regolato governo si danno tutti gli ordini più premurosie si fanno prontamente eseguire e mantenere per la pulizia della città, e con far nettare diligentemente le strade e piazze e ogni altro luogo dalle immondezze e da qualunque cosa fetente, e con rigorosamente proibire il gittarvene alcuna, e sopra tutto gli escrementi e le orine delle persone inferme. Si vietino i porci, le oche ed altri o uccelli o bestie immonde, e il far massa alcuna de’ letti de’ vermi da seta o delle foglie di moro, dovendosi tali puzzolenti masse, almeno di due in due giorni, portar fuori di città e ben lontano, senza permettere il gittarli in canali o canalette. Hanno scritto alcuni che dai fetidi letti de’ vermi da seta la peste di Desenzano del 1567 ed altre del Piemonte avessero origine. Lascio la verità al suo luogo, credendo io che questo possa aumentare e non cagionare una peste vera. Stimano altri che sia giovevole e preservativo in tempi di peste l’odore o sia il puzzo che esala dalle concie e fabbriche de’ corami, cordovani, ecc., siccome ancora dai maceratorj della canape; ma vien posta in dubbio una tal opinione da altre sperienze e da accreditati autori, essendosi veduto entrar molto bene in que’ luoghi o strade il contagio, e farvi forse più strage che altrove. Più facilmente s’allignano e si dilatano gli spiriti velenosi del male, quando si possono mettere in groppa a vapori e alle esalazioni del succidume e di tutte le robe marce e fetenti. S’ha eziandio da vietare il movere allora alcuna cloaca e il dar alle fiamme per la città erbacce, pagliacci e simili materie che recano cattivo odore, e tanto più se avessero servito a gente infetta o inferma, dovendosiqueste portar a bruciare fuori della città, lontano almeno due miglia. Hanno anche le sagge città da usare una straordinaria diligenza per gli Ebrei, nazione d’ordinario abitante assai sporcamente, e assegnar conservatori particolari che abbiano cura della lor pulizia.

Vogliono alcuni che giovi il far allagare nei bollori della state le strade, per chi ha la comodità d’acque o fontane correnti. Anzi v’ha chi crede non inutili a purgar l’aria i tiri d’artiglierie, scrivendo Levino Lemnio, che la città di Turnai fu coi frequenti sbarri delle medesime liberata in breve da una fiera peste, pel movimento e per l’odore impresso con esse nell’aria. Che che sia di ciò, egli è ben certissimo che la polvere da archibuso bruciata co’ debiti riguardi è un profumo di somma energia ed utilità per le case; e che di un’universale ed incredibil aiuto a preservarsi dal contagio e ad espurgar le robe e a profumar le abitazioni, è il solfo, di cui perciò bisogna far buona provvisione e fidarsi non poco in tempo di peste. Anche gli antichi ne conobbero la forza antipestilenziale, essendo giunti coi profumi d’esso a liberar molte città da sì crudel nemico, e insino l’antichissimo Omero nel 22 dell’Ulissea fa chiedere ad Ulisse fuoco e solfo, ch’egli chiama medicina de’ mali, per purgar le stanze della casa.


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