Ebbi in Napoli, ignobil cuna e vileFui pien d'ardir, pieno di vizi, in locoDi tumulti mi trassi. A me simileVolgo insano commossi; e a poco a pocoSdegnai me stesso ed il mio stato umile,Empio eccitando e temerario focoMa volendo smagliar le mie ritorte,Anzichè libertà trovai la morte.
Ebbi in Napoli, ignobil cuna e vile
Fui pien d'ardir, pieno di vizi, in loco
Di tumulti mi trassi. A me simile
Volgo insano commossi; e a poco a poco
Sdegnai me stesso ed il mio stato umile,
Empio eccitando e temerario foco
Ma volendo smagliar le mie ritorte,
Anzichè libertà trovai la morte.
Le quali parole sotto un velo abbastanza trasparente indicano il Capopopolo.
Senonchè la vanità di questa volgare credenza è di per se stessa ad ognuno manifesta. Io per me credo che probabilmente la testa d'unpastore(personaggio da presepe) diè ad un qualche conservatore del Museo di S. Caterina, che aveva il ticchio di far poesie, la materia e l'occasione di comporre quel concetto letterario e morale[308]. Ma può anche supporsi che il popolominuto di Napoli battezzasse un teschio qualunque, che ivi non saprei dire per quale ragione notavasi, per la testa di Masaniello; proprio al modo istesso come, secondochè leggo altrove nella citataIstruzione, ebbe ferma opinione che un lungo spadone pur anche conservato in quel museo fosse stato maneggiato dal famoso Rinaldo, le cui prodezze allora si cantavano nelle piazze con gran concorso di uditori. I quali, dopo udito il cantastorie stupefatti andavano al museo della Speziaria di S. Caterina a Formello a rimirar come incantati la spada del favoloso eroe[309]. E bisogna dire inoltre che il P. d'Onofrii, autore di quellaIstruzione, avvedutosi a tempo della falsa ed erronea attribuzione data a quella testa, nello stesso anno 1791, la ristampò, togliendone soltanto l'articolo della cassettina con la relativa ottava, il che osservò pure nell'altra edizione del 1796. Ma ciò, a quanto pare, non valse a toglierel'inveterato errore; poichè nei magazzini del Museo Nazionale in S. Martino si trova tutt'ora una testa di legno voluta (come si dice nell'Inventario, ma da nessuna creduta) di Masaniello.
Mi resta ora, a far parola di una medaglia, nella quale, si vede il nome e l'effige di Masaniello, fatta di fantasia. Essa fu coniata a quanto pare, nella seconda metà del secolo XVII in Olanda, dove allora era viva e grandissima la fama del Capopopolo di Napoli e delle sue straordinarie vicende, e si traducevano e si pubblicavano, come di sopra accennai, ripetutamente opere sull'argomento. Ed in pruova di ciò, basta soltanto ricordare quel che si narra del celebre Benedetto Spinoza, che, giovanissimo, volle disegnare a penna il ritratto del pescatore napoletano, come allora era rappresentato nelle istorie e nelle incisioni che in quelle contrade si divulgavano[310].
Or la medaglia della grandezza di 70 millimetri ha, da un lato, impressa l'immagine di Masaniello amezza figura, con baffi e capelli a zazzera e col capo scoverto. È fiancheggiata da due popolani che sorreggono con una mano una corona antica sulla testa di Masaniello, e con l'altra mano si appoggiano agli scudi che hanno a lato.
Sotto il busto, contornato da fregi a cartoccio si legge:
Masaniello vissche[r]En coninck v. Naples1647
cioè:Masaniello pescatore e Re di Napoli. 1647[311].
Dall'altro lato si vede il busto di Oliviero Cromwel, fiancheggiato da due guerrieri, in costume antico romano, che con una mano reggono una corona di alloro sulla testa del medesimo, e con l'altra si appoggiano parimente agli scudi che hanno a lato. Sotto il busto, contornato dai medesimi fregi che si veggono nell'altra faccia, si legge:
Olivar CromwelProtector V. EngelSchot en Irlan.
cioè:Oliviero Cromwel protettore dell'Inghilterra, Scozia ed Irlanda.
Sul taglio poi della medaglia sta inciso;
Violenta imperia nemo continuit diu
Il motto è di Seneca, tratto dalla tragediaTroadesverso 258.
La medaglia, come mi assicura l'egregio Dr Arturo Sambon, che si occupa con tanta intelligenza ed amore della storia numismatica della nostra regione, e che èstato da me interrogato sul proposito, non è riportata nell'opera di G. Van Loon, che descrive una grandissima quantità di queste medaglie popolari o gettoni olandesi assai interessanti, perchè rispecchiano al vivo i sentimenti del popolo sugli avvenimenti contemporanei. Da chi e per quale occasione essa fosse stata coniata, io non saprei dire. Solo, dalla leggenda incisa sul taglio, mi pare che si possa con molto fondamento, affermare che sia stata impressa durante la dominazione di Oliviero Cromwel nella Gran Brettagna, e da chi era di un partito avverso ai moti rivoluzionarii di quell'isola. Essa, a mio credere, è quasi un monito, che si fa all'usurpatore del trono degli Stuardi, mettendolo a confronto di Masaniello, il cui imperio era così poco durato.
Se non che il confronto; in quanto riguarda il concetto politico dell'uno e dell'altro personaggio non è internamente esatto, poichè gli autori della medaglia giudicavano l'agitatore Napolitano con le idee che di lui allora si avevano in Olanda, ed in altre contrade straniere. Masaniello per il mutamento che la sollevazione da lui iniziata ebbe nel terzo periodo (novembre 1647-6 aprile 1648), fu malamente colà creduto un fanatico repubblicano. E tale pure alcuni oggi volgarmente vorrebbero caratterizzarlo. Ma così opinando costoro falsarono e falsano la mente di Masaniello. Il concetto del povero pescivendolo era affatto diverso. Esso evidentemente compendiavasi nel motto, che da lui fu indettato aiguaglionied ailazzarisuoi compagni e seguaci e che fu il grido di guerra dei sollevati, cioè:
— Viva Dio, viva il Re e muoja il mal governo.