DESIDERIO.Figlio, a te, rege qual son io, m’è toltoEsser largo d’onor: farti più grandeNessun mortale il può; ma un premio io tengoCaro alla tua pietà , la gioia[249]e l’alteLodi d’un padre. Salvator d’un regno,La tua gloria or comincia: altro più largoE agevol campo le si schiude. I dubbi,[250]Ed i timor, che a’ miei disegni un giornoTu frapponevi, ecco, gli ha sciolti il tuoBraccio; ogni scusa il tuo valor ti fura.Dissipator di Francia! io ti salutoConquistator di Roma: al nobil sertoChe non intero mai passò sul capoDi venti re, tu di tua man porraiL’ultima fronda, e la più bella.ADELCHI.A qualeTu vogli impresa, il tuo guerriero, o padre,Ubbidiente[251]seguiratti.DESIDERIO.E a tantoAcquisto, o figlio, ubbidienza[252]solaSpinger ti può?ADELCHI.Questa è in mia mano; e interaL’avrai, fin ch’io respiro.DESIDERIO.Ubbidiresti[253]Biasmando?ADELCHI.Ubbidirei.[254]DESIDERIO.Gloria e tormentoDella canizie mia, braccio del padreNella battaglia, e ne’[255]consigli inciampo!Sempre così, sempre fia d’uopo a forzaTraggerti alla vittoria?
DESIDERIO.Figlio, a te, rege qual son io, m’è toltoEsser largo d’onor: farti più grandeNessun mortale il può; ma un premio io tengoCaro alla tua pietà , la gioia[249]e l’alteLodi d’un padre. Salvator d’un regno,La tua gloria or comincia: altro più largoE agevol campo le si schiude. I dubbi,[250]Ed i timor, che a’ miei disegni un giornoTu frapponevi, ecco, gli ha sciolti il tuoBraccio; ogni scusa il tuo valor ti fura.Dissipator di Francia! io ti salutoConquistator di Roma: al nobil sertoChe non intero mai passò sul capoDi venti re, tu di tua man porraiL’ultima fronda, e la più bella.ADELCHI.A qualeTu vogli impresa, il tuo guerriero, o padre,Ubbidiente[251]seguiratti.DESIDERIO.E a tantoAcquisto, o figlio, ubbidienza[252]solaSpinger ti può?ADELCHI.Questa è in mia mano; e interaL’avrai, fin ch’io respiro.DESIDERIO.Ubbidiresti[253]Biasmando?ADELCHI.Ubbidirei.[254]DESIDERIO.Gloria e tormentoDella canizie mia, braccio del padreNella battaglia, e ne’[255]consigli inciampo!Sempre così, sempre fia d’uopo a forzaTraggerti alla vittoria?
DESIDERIO.
Figlio, a te, rege qual son io, m’è tolto
Esser largo d’onor: farti più grande
Nessun mortale il può; ma un premio io tengo
Caro alla tua pietà , la gioia[249]e l’alte
Lodi d’un padre. Salvator d’un regno,
La tua gloria or comincia: altro più largo
E agevol campo le si schiude. I dubbi,[250]
Ed i timor, che a’ miei disegni un giorno
Tu frapponevi, ecco, gli ha sciolti il tuo
Braccio; ogni scusa il tuo valor ti fura.
Dissipator di Francia! io ti saluto
Conquistator di Roma: al nobil serto
Che non intero mai passò sul capo
Di venti re, tu di tua man porrai
L’ultima fronda, e la più bella.
ADELCHI.
A quale
Tu vogli impresa, il tuo guerriero, o padre,
Ubbidiente[251]seguiratti.
DESIDERIO.
E a tanto
Acquisto, o figlio, ubbidienza[252]sola
Spinger ti può?
ADELCHI.
Questa è in mia mano; e intera
L’avrai, fin ch’io respiro.
DESIDERIO.
Ubbidiresti[253]
Biasmando?
ADELCHI.
Ubbidirei.[254]
DESIDERIO.
Gloria e tormento
Della canizie mia, braccio del padre
Nella battaglia, e ne’[255]consigli inciampo!
Sempre così, sempre fia d’uopo a forza
Traggerti alla vittoria?
[249]gioja[250]dubbj[251]Obbediente[252]obbedienza[253]Obbediresti[254]Obbedirei[255]nei
[249]gioja
[249]gioja
[250]dubbj
[250]dubbj
[251]Obbediente
[251]Obbediente
[252]obbedienza
[252]obbedienza
[253]Obbediresti
[253]Obbediresti
[254]Obbedirei
[254]Obbedirei
[255]nei
[255]nei
Uno SCUDIERO frettoloso e[256]atterrito, eDETTI.
LO SCUDIERO.I Franchi! i Franchi!DESIDERIO.Che dici, insano?UN ALTRO SCUDIEROI Franchi, o re.DESIDERIO.Che Franchi?(la scena s’affolla di Longobardi fuggitivi. EntraBAUDO)ADELCHI.Baudo, che fu?BAUDO.Morte e sventura! Il campoÈ invaso e rotto[257]d’ogni parte: al dorsoPiombano i Franchi ad assalirci.DESIDERIO.I Franchi!Per qual via?BAUDO.Chi lo sa?ADELCHI.Corriamo; ei fiaUn drappello sbandato.(in atto di partire)BAUDO.Un’oste intera:Gli sbandati siam noi: tutto è perduto.DESIDERIO.Tutto è perduto?ADELCHI.Ebben, compagni, i Franchi?Non siam noi qui per essi? Andiam: che importaDa che parte sian giunti? I nostri brandi,Per riceverli, abbiamo. I brandi in pugno!Ei gli han provati: è una battaglia ancora:Non v’è sorpresa pel guerrier: tornate;Via, Longobardi, indietro; ove correte,Per Dio? La via che avete presa è infame:Il nemico è di là . Seguite Adelchi.(entraANFRIDO)Anfrido!ANFRIDO.O re, son teco.ADELCHI.(avviandosi)O padre; accorri,Veglia alle Chiuse.(parte seguito daANFRIDO, daBAUDOe da alcuni Longobardi).DESIDERIO.(ai fuggitivi che attraversano la scena)Sciagurati! almenoAlle Chiuse con me: se tanto a coreVi sta la vita, ivi son torri e muraDa porla in salvo.(sopraggiungono Soldati fuggitivi dalla parte opposta a quella da cui[258]è partitoADELCHI).UN SOLDATO FUGGITIVO.O re, tu qui? Deh! fuggi.(attraversa le scene[259]).DESIDERIO.Infame! al re questo consiglio? E voi,Da chi fuggite? In abbandon le ChiuseVoi lasciate così? Che fu? ViltadeV’ha tolto il senno.(i Soldati continuano a fuggire.DESIDERIOappunta la spada al petto d’uno di essi, e lo ferma).Senza cor, se il ferroFuggir ti fa, questo è pur ferro, e uccideCome quello de’[260]Franchi. Al re favella:Perchè fuggite dalle Chiuse?SOLDATI.I FranchiDall’altra parte hanno sorpreso il campo;Gli abbiam veduti dalle torri. I nostriSon dispersi.DESIDERIO.Tu menti. Il figliuol mioGli ha radunati,[261]e li conduce incontroA que’[262]pochi nemici. Indietro!SOLDATI.O sire,Non è più tempo; e’ non son pochi; e’ giungono;Scampo non v’è: schierati ei sono; e i nostriChi qua, chi là , senz’arme, in fuga: AdelchiNon li raduna[263]: siam traditi.DESIDERIO.(ai fuggitivi che s’affollano)Oh vili!Alle Chiuse salviamci; ivi a difesaRestar si può.UN SOLDATO.Sono deserte: i FranchiLe passeranno; e noi siam posti intantoTra[264]due nemici: un piccol[265]varco appenaResta alla fuga: or or fia chiuso.DESIDERIO.Ebbene;Moriam qui da guerrier.UN ALTRO SOLDATO.Siamo traditi;Siam venduti al macello.UN ALTRO SOLDATO.In giusta guerraMorir vogliam, come a guerrier conviensi,Non isgozzati a tradimento.ALTRO SOLDATO.I Franchi!MOLTI SOLDATI.Fuggiamo!DESIDERIO.Ebben, correte; anch’io con voiFuggo: è destin di chi comanda ai tristi.(s’avvia coi fuggitivi).
LO SCUDIERO.I Franchi! i Franchi!DESIDERIO.Che dici, insano?UN ALTRO SCUDIEROI Franchi, o re.DESIDERIO.Che Franchi?(la scena s’affolla di Longobardi fuggitivi. EntraBAUDO)ADELCHI.Baudo, che fu?BAUDO.Morte e sventura! Il campoÈ invaso e rotto[257]d’ogni parte: al dorsoPiombano i Franchi ad assalirci.DESIDERIO.I Franchi!Per qual via?BAUDO.Chi lo sa?ADELCHI.Corriamo; ei fiaUn drappello sbandato.(in atto di partire)BAUDO.Un’oste intera:Gli sbandati siam noi: tutto è perduto.DESIDERIO.Tutto è perduto?ADELCHI.Ebben, compagni, i Franchi?Non siam noi qui per essi? Andiam: che importaDa che parte sian giunti? I nostri brandi,Per riceverli, abbiamo. I brandi in pugno!Ei gli han provati: è una battaglia ancora:Non v’è sorpresa pel guerrier: tornate;Via, Longobardi, indietro; ove correte,Per Dio? La via che avete presa è infame:Il nemico è di là . Seguite Adelchi.(entraANFRIDO)Anfrido!ANFRIDO.O re, son teco.ADELCHI.(avviandosi)O padre; accorri,Veglia alle Chiuse.(parte seguito daANFRIDO, daBAUDOe da alcuni Longobardi).DESIDERIO.(ai fuggitivi che attraversano la scena)Sciagurati! almenoAlle Chiuse con me: se tanto a coreVi sta la vita, ivi son torri e muraDa porla in salvo.(sopraggiungono Soldati fuggitivi dalla parte opposta a quella da cui[258]è partitoADELCHI).UN SOLDATO FUGGITIVO.O re, tu qui? Deh! fuggi.(attraversa le scene[259]).DESIDERIO.Infame! al re questo consiglio? E voi,Da chi fuggite? In abbandon le ChiuseVoi lasciate così? Che fu? ViltadeV’ha tolto il senno.(i Soldati continuano a fuggire.DESIDERIOappunta la spada al petto d’uno di essi, e lo ferma).Senza cor, se il ferroFuggir ti fa, questo è pur ferro, e uccideCome quello de’[260]Franchi. Al re favella:Perchè fuggite dalle Chiuse?SOLDATI.I FranchiDall’altra parte hanno sorpreso il campo;Gli abbiam veduti dalle torri. I nostriSon dispersi.DESIDERIO.Tu menti. Il figliuol mioGli ha radunati,[261]e li conduce incontroA que’[262]pochi nemici. Indietro!SOLDATI.O sire,Non è più tempo; e’ non son pochi; e’ giungono;Scampo non v’è: schierati ei sono; e i nostriChi qua, chi là , senz’arme, in fuga: AdelchiNon li raduna[263]: siam traditi.DESIDERIO.(ai fuggitivi che s’affollano)Oh vili!Alle Chiuse salviamci; ivi a difesaRestar si può.UN SOLDATO.Sono deserte: i FranchiLe passeranno; e noi siam posti intantoTra[264]due nemici: un piccol[265]varco appenaResta alla fuga: or or fia chiuso.DESIDERIO.Ebbene;Moriam qui da guerrier.UN ALTRO SOLDATO.Siamo traditi;Siam venduti al macello.UN ALTRO SOLDATO.In giusta guerraMorir vogliam, come a guerrier conviensi,Non isgozzati a tradimento.ALTRO SOLDATO.I Franchi!MOLTI SOLDATI.Fuggiamo!DESIDERIO.Ebben, correte; anch’io con voiFuggo: è destin di chi comanda ai tristi.(s’avvia coi fuggitivi).
LO SCUDIERO.
I Franchi! i Franchi!
DESIDERIO.
Che dici, insano?
UN ALTRO SCUDIERO
I Franchi, o re.
DESIDERIO.
Che Franchi?
(la scena s’affolla di Longobardi fuggitivi. EntraBAUDO)
ADELCHI.
Baudo, che fu?
BAUDO.
Morte e sventura! Il campo
È invaso e rotto[257]d’ogni parte: al dorso
Piombano i Franchi ad assalirci.
DESIDERIO.
I Franchi!
Per qual via?
BAUDO.
Chi lo sa?
ADELCHI.
Corriamo; ei fia
Un drappello sbandato.
(in atto di partire)
BAUDO.
Un’oste intera:
Gli sbandati siam noi: tutto è perduto.
DESIDERIO.
Tutto è perduto?
ADELCHI.
Ebben, compagni, i Franchi?
Non siam noi qui per essi? Andiam: che importa
Da che parte sian giunti? I nostri brandi,
Per riceverli, abbiamo. I brandi in pugno!
Ei gli han provati: è una battaglia ancora:
Non v’è sorpresa pel guerrier: tornate;
Via, Longobardi, indietro; ove correte,
Per Dio? La via che avete presa è infame:
Il nemico è di là . Seguite Adelchi.
(entraANFRIDO)
Anfrido!
ANFRIDO.
O re, son teco.
ADELCHI.
(avviandosi)
O padre; accorri,
Veglia alle Chiuse.
(parte seguito daANFRIDO, daBAUDOe da alcuni Longobardi).
DESIDERIO.
(ai fuggitivi che attraversano la scena)
Sciagurati! almeno
Alle Chiuse con me: se tanto a core
Vi sta la vita, ivi son torri e mura
Da porla in salvo.
(sopraggiungono Soldati fuggitivi dalla parte opposta a quella da cui[258]è partitoADELCHI).
UN SOLDATO FUGGITIVO.
O re, tu qui? Deh! fuggi.
(attraversa le scene[259]).
DESIDERIO.
Infame! al re questo consiglio? E voi,
Da chi fuggite? In abbandon le Chiuse
Voi lasciate così? Che fu? Viltade
V’ha tolto il senno.
(i Soldati continuano a fuggire.DESIDERIOappunta la spada al petto d’uno di essi, e lo ferma).
Senza cor, se il ferro
Fuggir ti fa, questo è pur ferro, e uccide
Come quello de’[260]Franchi. Al re favella:
Perchè fuggite dalle Chiuse?
SOLDATI.
I Franchi
Dall’altra parte hanno sorpreso il campo;
Gli abbiam veduti dalle torri. I nostri
Son dispersi.
DESIDERIO.
Tu menti. Il figliuol mio
Gli ha radunati,[261]e li conduce incontro
A que’[262]pochi nemici. Indietro!
SOLDATI.
O sire,
Non è più tempo; e’ non son pochi; e’ giungono;
Scampo non v’è: schierati ei sono; e i nostri
Chi qua, chi là , senz’arme, in fuga: Adelchi
Non li raduna[263]: siam traditi.
DESIDERIO.
(ai fuggitivi che s’affollano)
Oh vili!
Alle Chiuse salviamci; ivi a difesa
Restar si può.
UN SOLDATO.
Sono deserte: i Franchi
Le passeranno; e noi siam posti intanto
Tra[264]due nemici: un piccol[265]varco appena
Resta alla fuga: or or fia chiuso.
DESIDERIO.
Ebbene;
Moriam qui da guerrier.
UN ALTRO SOLDATO.
Siamo traditi;
Siam venduti al macello.
UN ALTRO SOLDATO.
In giusta guerra
Morir vogliam, come a guerrier conviensi,
Non isgozzati a tradimento.
ALTRO SOLDATO.
I Franchi!
MOLTI SOLDATI.
Fuggiamo!
DESIDERIO.
Ebben, correte; anch’io con voi
Fuggo: è destin di chi comanda ai tristi.
(s’avvia coi fuggitivi).
[256]ed[257]È penetrato[258]donde[259]la scena[260]dei[261]ragunati[262]quei[263]raguna[264]Fra[265]picciol
[256]ed
[256]ed
[257]È penetrato
[257]È penetrato
[258]donde
[258]donde
[259]la scena
[259]la scena
[260]dei
[260]dei
[261]ragunati
[261]ragunati
[262]quei
[262]quei
[263]raguna
[263]raguna
[264]Fra
[264]Fra
[265]picciol
[265]picciol
Parte del campo abbandonato da’[266]Longobardi, sotto alle Chiuse.
CARLO circondato da CONTI FRANCHI, SVARTO.
CARLO.Ecco varcate queste Chiuse. A DioTutto l’onor. Terra d’Italia, io piantoNel tuo sen questa lancia, e ti conquisto.È una vittoria senza pugna. EccardoTutto ha già fatto.(a[267]uno de’[268]Conti)Su quel colle ascendi,Guarda[269]se vedi la sua schiera, e tostoVieni a darmene avviso.(il Conte parte).
CARLO.Ecco varcate queste Chiuse. A DioTutto l’onor. Terra d’Italia, io piantoNel tuo sen questa lancia, e ti conquisto.È una vittoria senza pugna. EccardoTutto ha già fatto.(a[267]uno de’[268]Conti)Su quel colle ascendi,Guarda[269]se vedi la sua schiera, e tostoVieni a darmene avviso.(il Conte parte).
CARLO.
Ecco varcate queste Chiuse. A Dio
Tutto l’onor. Terra d’Italia, io pianto
Nel tuo sen questa lancia, e ti conquisto.
È una vittoria senza pugna. Eccardo
Tutto ha già fatto.
(a[267]uno de’[268]Conti)
Su quel colle ascendi,
Guarda[269]se vedi la sua schiera, e tosto
Vieni a darmene avviso.
(il Conte parte).
[266]dai[267]ad[268]dei[269]Guata
[266]dai
[266]dai
[267]ad
[267]ad
[268]dei
[268]dei
[269]Guata
[269]Guata
RUTLANDO, eDETTI.
CARLO.E che? Rutlando,Tu riedi dal conflitto?RUTLANDO.O re, ti chiamoIn testimonio, e voi Conti, che in questoVil giorno il brando io non cavai: feriscaOggi chi vuol: gregge atterrito e sperso,Io non l’inseguo.CARLO.E non trovasti alcunoChe mostrasse la fronte?RUTLANDO.Incontro io vidiUn drappello venirmi, ed alla testaPiù duchi avea: sopra lor corsi; e quelliCalar tosto i vessilli, e fecer segniDi pace, e amici si gridaro.—Amici?Noi l’eravam più assai, quando alle ChiuseCi scontravam.—Chiesero il re; le spalleLor volsi; or li vedrai. No: s’io sapeaA qual nemico si venia, per certoMosso di Francia non sarei.CARLO.T’accheta,Prode tra’[270]prodi miei. Bello è d’un regno,Sia comunque, l’acquisto; in lungo, il vedi,Non andrà questo; e non temer che manchiDa far: Sassonia non è vinta ancora.(entra il Conte spedito daCARLO).CONTE.[271](aCARLO)Eccardo è in campo, e verso noi s’avanza;Ei procede in battaglia: i Longobardi,Tra[272]il nostro campo e il suo, sfilati, in folla,Sfuggono a destra ed a sinistra: il piano,Che da lui ci divide, or or fia sgombro.CARLO.Esser dovea così.CONTE.[273]Vidi un drappello,Che s’arrendette ai nostri; e a questa voltaVenia correndo.UN ALTRO CONTE.È qui.CARLO.Svarto, son quelliChe m’annunziasti?SVARTO.Il son.—Compagni!
CARLO.E che? Rutlando,Tu riedi dal conflitto?RUTLANDO.O re, ti chiamoIn testimonio, e voi Conti, che in questoVil giorno il brando io non cavai: feriscaOggi chi vuol: gregge atterrito e sperso,Io non l’inseguo.CARLO.E non trovasti alcunoChe mostrasse la fronte?RUTLANDO.Incontro io vidiUn drappello venirmi, ed alla testaPiù duchi avea: sopra lor corsi; e quelliCalar tosto i vessilli, e fecer segniDi pace, e amici si gridaro.—Amici?Noi l’eravam più assai, quando alle ChiuseCi scontravam.—Chiesero il re; le spalleLor volsi; or li vedrai. No: s’io sapeaA qual nemico si venia, per certoMosso di Francia non sarei.CARLO.T’accheta,Prode tra’[270]prodi miei. Bello è d’un regno,Sia comunque, l’acquisto; in lungo, il vedi,Non andrà questo; e non temer che manchiDa far: Sassonia non è vinta ancora.(entra il Conte spedito daCARLO).CONTE.[271](aCARLO)Eccardo è in campo, e verso noi s’avanza;Ei procede in battaglia: i Longobardi,Tra[272]il nostro campo e il suo, sfilati, in folla,Sfuggono a destra ed a sinistra: il piano,Che da lui ci divide, or or fia sgombro.CARLO.Esser dovea così.CONTE.[273]Vidi un drappello,Che s’arrendette ai nostri; e a questa voltaVenia correndo.UN ALTRO CONTE.È qui.CARLO.Svarto, son quelliChe m’annunziasti?SVARTO.Il son.—Compagni!
CARLO.
E che? Rutlando,
Tu riedi dal conflitto?
RUTLANDO.
O re, ti chiamo
In testimonio, e voi Conti, che in questo
Vil giorno il brando io non cavai: ferisca
Oggi chi vuol: gregge atterrito e sperso,
Io non l’inseguo.
CARLO.
E non trovasti alcuno
Che mostrasse la fronte?
RUTLANDO.
Incontro io vidi
Un drappello venirmi, ed alla testa
Più duchi avea: sopra lor corsi; e quelli
Calar tosto i vessilli, e fecer segni
Di pace, e amici si gridaro.—Amici?
Noi l’eravam più assai, quando alle Chiuse
Ci scontravam.—Chiesero il re; le spalle
Lor volsi; or li vedrai. No: s’io sapea
A qual nemico si venia, per certo
Mosso di Francia non sarei.
CARLO.
T’accheta,
Prode tra’[270]prodi miei. Bello è d’un regno,
Sia comunque, l’acquisto; in lungo, il vedi,
Non andrà questo; e non temer che manchi
Da far: Sassonia non è vinta ancora.
(entra il Conte spedito daCARLO).
CONTE.[271]
(aCARLO)
Eccardo è in campo, e verso noi s’avanza;
Ei procede in battaglia: i Longobardi,
Tra[272]il nostro campo e il suo, sfilati, in folla,
Sfuggono a destra ed a sinistra: il piano,
Che da lui ci divide, or or fia sgombro.
CARLO.
Esser dovea così.
CONTE.[273]
Vidi un drappello,
Che s’arrendette ai nostri; e a questa volta
Venia correndo.
UN ALTRO CONTE.
È qui.
CARLO.
Svarto, son quelli
Che m’annunziasti?
SVARTO.
Il son.—Compagni!
[270]fra i[271]IL CONTE[272]Fra[273]IL CONTE
[270]fra i
[270]fra i
[271]IL CONTE
[271]IL CONTE
[272]Fra
[272]Fra
[273]IL CONTE
[273]IL CONTE
ILDECHI, ed altri DUCHI, GIUDICI, SOLDATI longobardi, eDETTI.
ILDECHI.O Svarto,[274]Il re!CARLO.Son desso.ILDECHI.(s’inginocchia e mette[275]le sue mani tra[276]quelle diCARLO)O re de’[277]Franchi e nostro!Nella tua man vittoriosa accogliLa nostra man devota, e dalla boccaDe’[278]Longobardi tuoi l’omaggio accetta,A te promesso da gran tempo.CARLO.Svarto,Conte di Susa....[279]SVARTO.O re, qual grazia?...CARLO.Il nomeDimmi di questi a me devoti.SVARTO.Il ducaDi Trento Ildechi, di Cremona Ervigo,Ermenegildo di Milano, IndolfoDi Pisa, Vila di Piacenza: questiGiudici son; questi guerrieri.CARLO.Alzatevi,Fedeli miei, giudici e duchi, ognunoNel grado suo, per ora. I primi istantiChe di riposo avremo, io li destinoAl guiderdon de’ vostri merti: il tempoQuesto è d’oprar. Prodi Fedeli, ai vostriFratei[280]tornate; dite lor, che ad unaGente germana, di german guerrieriCapo, guerra io non porto: una famigliaRiprovata dal ciel, del solio indegna,A balzarnela io venni. Al vostro regnoNon fia mutato[281]altro che il re. VedeteQuel sol? qualunque, in pria ch’ei scenda, omaggioIn mia mano a far venga, o de’[282]FedeliFranchi, o di voi, nel grado suo serbato,Mio Fedel diverrà . Chi a me dinanziTragga i due che fur regi, un premio aspettiPari all’opra.(i Longobardi partono).CARLO.(aRUTLANDOin disparte)Rutlando, ho io chiamatiProdi costor?RUTLANDO.Pur troppo.CARLO.Errato ha il labbroDel re. Questa parola ai Franchi mieiIn guiderdon la serbo. Oh! possa ognunoDimenticar ch’io proferita or l’abbia.(s’avvia).
ILDECHI.O Svarto,[274]Il re!CARLO.Son desso.ILDECHI.(s’inginocchia e mette[275]le sue mani tra[276]quelle diCARLO)O re de’[277]Franchi e nostro!Nella tua man vittoriosa accogliLa nostra man devota, e dalla boccaDe’[278]Longobardi tuoi l’omaggio accetta,A te promesso da gran tempo.CARLO.Svarto,Conte di Susa....[279]SVARTO.O re, qual grazia?...CARLO.Il nomeDimmi di questi a me devoti.SVARTO.Il ducaDi Trento Ildechi, di Cremona Ervigo,Ermenegildo di Milano, IndolfoDi Pisa, Vila di Piacenza: questiGiudici son; questi guerrieri.CARLO.Alzatevi,Fedeli miei, giudici e duchi, ognunoNel grado suo, per ora. I primi istantiChe di riposo avremo, io li destinoAl guiderdon de’ vostri merti: il tempoQuesto è d’oprar. Prodi Fedeli, ai vostriFratei[280]tornate; dite lor, che ad unaGente germana, di german guerrieriCapo, guerra io non porto: una famigliaRiprovata dal ciel, del solio indegna,A balzarnela io venni. Al vostro regnoNon fia mutato[281]altro che il re. VedeteQuel sol? qualunque, in pria ch’ei scenda, omaggioIn mia mano a far venga, o de’[282]FedeliFranchi, o di voi, nel grado suo serbato,Mio Fedel diverrà . Chi a me dinanziTragga i due che fur regi, un premio aspettiPari all’opra.(i Longobardi partono).CARLO.(aRUTLANDOin disparte)Rutlando, ho io chiamatiProdi costor?RUTLANDO.Pur troppo.CARLO.Errato ha il labbroDel re. Questa parola ai Franchi mieiIn guiderdon la serbo. Oh! possa ognunoDimenticar ch’io proferita or l’abbia.(s’avvia).
ILDECHI.
O Svarto,[274]
Il re!
CARLO.
Son desso.
ILDECHI.
(s’inginocchia e mette[275]le sue mani tra[276]quelle diCARLO)
O re de’[277]Franchi e nostro!
Nella tua man vittoriosa accogli
La nostra man devota, e dalla bocca
De’[278]Longobardi tuoi l’omaggio accetta,
A te promesso da gran tempo.
CARLO.
Svarto,
Conte di Susa....[279]
SVARTO.
O re, qual grazia?...
CARLO.
Il nome
Dimmi di questi a me devoti.
SVARTO.
Il duca
Di Trento Ildechi, di Cremona Ervigo,
Ermenegildo di Milano, Indolfo
Di Pisa, Vila di Piacenza: questi
Giudici son; questi guerrieri.
CARLO.
Alzatevi,
Fedeli miei, giudici e duchi, ognuno
Nel grado suo, per ora. I primi istanti
Che di riposo avremo, io li destino
Al guiderdon de’ vostri merti: il tempo
Questo è d’oprar. Prodi Fedeli, ai vostri
Fratei[280]tornate; dite lor, che ad una
Gente germana, di german guerrieri
Capo, guerra io non porto: una famiglia
Riprovata dal ciel, del solio indegna,
A balzarnela io venni. Al vostro regno
Non fia mutato[281]altro che il re. Vedete
Quel sol? qualunque, in pria ch’ei scenda, omaggio
In mia mano a far venga, o de’[282]Fedeli
Franchi, o di voi, nel grado suo serbato,
Mio Fedel diverrà . Chi a me dinanzi
Tragga i due che fur regi, un premio aspetti
Pari all’opra.
(i Longobardi partono).
CARLO.
(aRUTLANDOin disparte)
Rutlando, ho io chiamati
Prodi costor?
RUTLANDO.
Pur troppo.
CARLO.
Errato ha il labbro
Del re. Questa parola ai Franchi miei
In guiderdon la serbo. Oh! possa ognuno
Dimenticar ch’io proferita or l’abbia.
(s’avvia).
[274]O Svarto![275]pone[276]fra[277]dei[278]Dei[279]di Susa![280]Concittadin tornate, a quei che ancoraNon san che Iddio de’ Longobardi al regnoOggi assunto ha il suo servo; e che potrieno,Sventurati, al lor re, senza saperlo, Star contro incampo: dite lor, che ad una[281]cangiato[282]dei
[274]O Svarto!
[274]O Svarto!
[275]pone
[275]pone
[276]fra
[276]fra
[277]dei
[277]dei
[278]Dei
[278]Dei
[279]di Susa!
[279]di Susa!
[280]Concittadin tornate, a quei che ancoraNon san che Iddio de’ Longobardi al regnoOggi assunto ha il suo servo; e che potrieno,Sventurati, al lor re, senza saperlo, Star contro incampo: dite lor, che ad una
[280]
Concittadin tornate, a quei che ancoraNon san che Iddio de’ Longobardi al regnoOggi assunto ha il suo servo; e che potrieno,Sventurati, al lor re, senza saperlo, Star contro incampo: dite lor, che ad una
Concittadin tornate, a quei che ancoraNon san che Iddio de’ Longobardi al regnoOggi assunto ha il suo servo; e che potrieno,Sventurati, al lor re, senza saperlo, Star contro incampo: dite lor, che ad una
Concittadin tornate, a quei che ancora
Non san che Iddio de’ Longobardi al regno
Oggi assunto ha il suo servo; e che potrieno,
Sventurati, al lor re, senza saperlo, Star contro in
campo: dite lor, che ad una
[281]cangiato
[281]cangiato
[282]dei
[282]dei
ANFRIDO ferito, portato da due FRANCHI, eDETTI.
RUTLANDO.Ecco un nemico. Ove si pugna?UN FRANCO.Il soloChe pugnasse, è costui.CARLO.Solo?IL FRANCO.Gran parteGettan l’arme, e si danno; in fuga a tormeAltri ne van. Lento a ritrarsi e soloCostui vedemmo, che alle barde, all’armi,Uom d’alto affar parea: quattro guerrieriDa un drappel ci spiccammo, e a tutta brigliaSull’orme sue, pei campi. Egli inseguitoNulla affrettò della sua fuga; e quandoSopra gli fummo, si rivolse. Arrenditi,Gli gridiamo; ei ne affronta: al più vicinoVibra l’asta, e lo abbatte: la ritira,Prostra il secondo ancor; ma nello stessoFerir, percosso dalle nostre ei cadde.Quando fu al suol, tese le mani in attoDi supplicante, e ci pregò, che postoOgni rancor, sull’aste nostre ei fossePortato lungi[283]dal tumulto, in locoDove in pace ei si muoia.[284]Invitto sire,Meglio da far quivi non c’era:[285]al pregoCi arrendemmo.CARLO.E ben feste: a chi resisteL’ire vostre serbate.(aSVARTO)Il riconosci?SVARTO.Anfrido egli è, scudier d’Adelchi.CARLO.Anfrido.Tu solo andavi contro a lor?ANFRIDO.BisognoC’è[286]di compagni per morir?CARLO.Rutlando,[287]Ecco un prode.(adANFRIDO)O guerrier, perchè gittaviUna vita sì degna? e non sapeviChe nostra divenia? che, a noi cedendo,Guerrier restavi e non prigion di Carlo?ANFRIDO.Io viver tuo guerrier, quand’io poteaMorir quello d’Adelchi? Al ciel dilettoÈ Adelchi, o re. Da questo giorno infameTrarrallo il ciel, lo spero, e ad un miglioreVorrà serbarlo: ma, se mai.... rammentaChe, regnante o caduto, è tale Adelchi,Che chi l’offende, il Dio del cielo offendeNella più pura immagin sua. Lo vinciTu di fortuna e di poter, ma d’almaNessun mortale: un che si muor tel dice.CARLO.(ai Conti)Amar così deve un Fedel.(adANFRIDO)Tu portiTeco la nostra stima. È il re de’[288]FranchiChe ti stringe la man, d’onore in segno,E d’amistà . Nel suol de’ prodi, o prode,Il tuo nome vivrà ; le Franche donneL’udran dal nostro labbro, e il ridirannoCon riverenza e con pietà ; riposoTi pregheran. Fulrado, a questo pioPresta gli estremi ufizi.[289](ai Soldati che rimangono)In lui vedeteUn amico del re. Conti, ad EccardoIncontro andiam: nobil saluto ei merta.
RUTLANDO.Ecco un nemico. Ove si pugna?UN FRANCO.Il soloChe pugnasse, è costui.CARLO.Solo?IL FRANCO.Gran parteGettan l’arme, e si danno; in fuga a tormeAltri ne van. Lento a ritrarsi e soloCostui vedemmo, che alle barde, all’armi,Uom d’alto affar parea: quattro guerrieriDa un drappel ci spiccammo, e a tutta brigliaSull’orme sue, pei campi. Egli inseguitoNulla affrettò della sua fuga; e quandoSopra gli fummo, si rivolse. Arrenditi,Gli gridiamo; ei ne affronta: al più vicinoVibra l’asta, e lo abbatte: la ritira,Prostra il secondo ancor; ma nello stessoFerir, percosso dalle nostre ei cadde.Quando fu al suol, tese le mani in attoDi supplicante, e ci pregò, che postoOgni rancor, sull’aste nostre ei fossePortato lungi[283]dal tumulto, in locoDove in pace ei si muoia.[284]Invitto sire,Meglio da far quivi non c’era:[285]al pregoCi arrendemmo.CARLO.E ben feste: a chi resisteL’ire vostre serbate.(aSVARTO)Il riconosci?SVARTO.Anfrido egli è, scudier d’Adelchi.CARLO.Anfrido.Tu solo andavi contro a lor?ANFRIDO.BisognoC’è[286]di compagni per morir?CARLO.Rutlando,[287]Ecco un prode.(adANFRIDO)O guerrier, perchè gittaviUna vita sì degna? e non sapeviChe nostra divenia? che, a noi cedendo,Guerrier restavi e non prigion di Carlo?ANFRIDO.Io viver tuo guerrier, quand’io poteaMorir quello d’Adelchi? Al ciel dilettoÈ Adelchi, o re. Da questo giorno infameTrarrallo il ciel, lo spero, e ad un miglioreVorrà serbarlo: ma, se mai.... rammentaChe, regnante o caduto, è tale Adelchi,Che chi l’offende, il Dio del cielo offendeNella più pura immagin sua. Lo vinciTu di fortuna e di poter, ma d’almaNessun mortale: un che si muor tel dice.CARLO.(ai Conti)Amar così deve un Fedel.(adANFRIDO)Tu portiTeco la nostra stima. È il re de’[288]FranchiChe ti stringe la man, d’onore in segno,E d’amistà . Nel suol de’ prodi, o prode,Il tuo nome vivrà ; le Franche donneL’udran dal nostro labbro, e il ridirannoCon riverenza e con pietà ; riposoTi pregheran. Fulrado, a questo pioPresta gli estremi ufizi.[289](ai Soldati che rimangono)In lui vedeteUn amico del re. Conti, ad EccardoIncontro andiam: nobil saluto ei merta.
RUTLANDO.
Ecco un nemico. Ove si pugna?
UN FRANCO.
Il solo
Che pugnasse, è costui.
CARLO.
Solo?
IL FRANCO.
Gran parte
Gettan l’arme, e si danno; in fuga a torme
Altri ne van. Lento a ritrarsi e solo
Costui vedemmo, che alle barde, all’armi,
Uom d’alto affar parea: quattro guerrieri
Da un drappel ci spiccammo, e a tutta briglia
Sull’orme sue, pei campi. Egli inseguito
Nulla affrettò della sua fuga; e quando
Sopra gli fummo, si rivolse. Arrenditi,
Gli gridiamo; ei ne affronta: al più vicino
Vibra l’asta, e lo abbatte: la ritira,
Prostra il secondo ancor; ma nello stesso
Ferir, percosso dalle nostre ei cadde.
Quando fu al suol, tese le mani in atto
Di supplicante, e ci pregò, che posto
Ogni rancor, sull’aste nostre ei fosse
Portato lungi[283]dal tumulto, in loco
Dove in pace ei si muoia.[284]Invitto sire,
Meglio da far quivi non c’era:[285]al prego
Ci arrendemmo.
CARLO.
E ben feste: a chi resiste
L’ire vostre serbate.
(aSVARTO)
Il riconosci?
SVARTO.
Anfrido egli è, scudier d’Adelchi.
CARLO.
Anfrido.
Tu solo andavi contro a lor?
ANFRIDO.
Bisogno
C’è[286]di compagni per morir?
CARLO.
Rutlando,[287]
Ecco un prode.
(adANFRIDO)
O guerrier, perchè gittavi
Una vita sì degna? e non sapevi
Che nostra divenia? che, a noi cedendo,
Guerrier restavi e non prigion di Carlo?
ANFRIDO.
Io viver tuo guerrier, quand’io potea
Morir quello d’Adelchi? Al ciel diletto
È Adelchi, o re. Da questo giorno infame
Trarrallo il ciel, lo spero, e ad un migliore
Vorrà serbarlo: ma, se mai.... rammenta
Che, regnante o caduto, è tale Adelchi,
Che chi l’offende, il Dio del cielo offende
Nella più pura immagin sua. Lo vinci
Tu di fortuna e di poter, ma d’alma
Nessun mortale: un che si muor tel dice.
CARLO.
(ai Conti)
Amar così deve un Fedel.
(adANFRIDO)
Tu porti
Teco la nostra stima. È il re de’[288]Franchi
Che ti stringe la man, d’onore in segno,
E d’amistà . Nel suol de’ prodi, o prode,
Il tuo nome vivrà ; le Franche donne
L’udran dal nostro labbro, e il ridiranno
Con riverenza e con pietà ; riposo
Ti pregheran. Fulrado, a questo pio
Presta gli estremi ufizi.[289]
(ai Soldati che rimangono)
In lui vedete
Un amico del re. Conti, ad Eccardo
Incontro andiam: nobil saluto ei merta.
[283]lunge[284]muoja[285]v’era[286]Fa[287]Rutlando![288]dei[289]uffici
[283]lunge
[283]lunge
[284]muoja
[284]muoja
[285]v’era
[285]v’era
[286]Fa
[286]Fa
[287]Rutlando!
[287]Rutlando!
[288]dei
[288]dei
[289]uffici
[289]uffici
Bosco solitario.
DESIDERIO, VERMONDO, altri LONGOBARDI fuggiaschi in disordine.
VERMONDO.Siamo in salvo, o mio re: scendi, e su questeErbe l’antico e venerabil fiancoRiposa alquanto. O mio signor, ripigliaGli affaticati spirti. Assai dal campoSiam lunge, e fuor di strada: al nostro orecchioLo scellerato mormorio non giunge.Cinto non sei che di leali.DESIDERIO.E Adelchi?VERMONDO.Or or fia qui, lo spero; alla sua tracciaPiù d’un fido inviai, che lo ritraggaDall’empio rischio, a miglior pugna il serbi,E a questa posta de’ leali il guidi.DESIDERIO.O mio Vermondo, il vecchio rege è stanco,È stanco—dalla fuga.VERMONDO.Ahi traditori!DESIDERIO.Vili! Nel fango han trascinato i bianchiCapelli del lor re; l’hanno costretto,Come un vile, a fuggir.—Fuggire! e quinciNon sorgerò che per fuggir di nuovo?A che pro? dove? in traccia d’un sepolcroPrivo di gloria?—E comple? Io, per costoro,Fuggir? Chi il regno mi rapì, mi tolgaLa vita. Ebben? quand’io sarò sotterra,Che mi farà codesto Carlo?VERMONDO.O nostroRe per sempre, fa cor: son molti i fidi;La sorpresa gli ha spersi; a te d’intornoLi chiamerà l’onor: ti restan tanteCittà munite; e Adelchi vive, io spero.DESIDERIO.Maledetto[290]quel dì che sopra il monteAlboino salì, che in giù rivolseLo sguardo, e disse: questa terra è mia!Una terra infedel che sotto i piediDe’[291]successori suoi doveva aprirsi,Ed ingoiarli![292]Maledetto[293]il giorno,Che un popol vi guidò, che la doveaGuardar così! che vi fondava un regno,Che un’[294]esecranda ora d’infamia ha spento!VERMONDO.Il re!DESIDERIO.Figlio, sei tu?
VERMONDO.Siamo in salvo, o mio re: scendi, e su questeErbe l’antico e venerabil fiancoRiposa alquanto. O mio signor, ripigliaGli affaticati spirti. Assai dal campoSiam lunge, e fuor di strada: al nostro orecchioLo scellerato mormorio non giunge.Cinto non sei che di leali.DESIDERIO.E Adelchi?VERMONDO.Or or fia qui, lo spero; alla sua tracciaPiù d’un fido inviai, che lo ritraggaDall’empio rischio, a miglior pugna il serbi,E a questa posta de’ leali il guidi.DESIDERIO.O mio Vermondo, il vecchio rege è stanco,È stanco—dalla fuga.VERMONDO.Ahi traditori!DESIDERIO.Vili! Nel fango han trascinato i bianchiCapelli del lor re; l’hanno costretto,Come un vile, a fuggir.—Fuggire! e quinciNon sorgerò che per fuggir di nuovo?A che pro? dove? in traccia d’un sepolcroPrivo di gloria?—E comple? Io, per costoro,Fuggir? Chi il regno mi rapì, mi tolgaLa vita. Ebben? quand’io sarò sotterra,Che mi farà codesto Carlo?VERMONDO.O nostroRe per sempre, fa cor: son molti i fidi;La sorpresa gli ha spersi; a te d’intornoLi chiamerà l’onor: ti restan tanteCittà munite; e Adelchi vive, io spero.DESIDERIO.Maledetto[290]quel dì che sopra il monteAlboino salì, che in giù rivolseLo sguardo, e disse: questa terra è mia!Una terra infedel che sotto i piediDe’[291]successori suoi doveva aprirsi,Ed ingoiarli![292]Maledetto[293]il giorno,Che un popol vi guidò, che la doveaGuardar così! che vi fondava un regno,Che un’[294]esecranda ora d’infamia ha spento!VERMONDO.Il re!DESIDERIO.Figlio, sei tu?
VERMONDO.
Siamo in salvo, o mio re: scendi, e su queste
Erbe l’antico e venerabil fianco
Riposa alquanto. O mio signor, ripiglia
Gli affaticati spirti. Assai dal campo
Siam lunge, e fuor di strada: al nostro orecchio
Lo scellerato mormorio non giunge.
Cinto non sei che di leali.
DESIDERIO.
E Adelchi?
VERMONDO.
Or or fia qui, lo spero; alla sua traccia
Più d’un fido inviai, che lo ritragga
Dall’empio rischio, a miglior pugna il serbi,
E a questa posta de’ leali il guidi.
DESIDERIO.
O mio Vermondo, il vecchio rege è stanco,
È stanco—dalla fuga.
VERMONDO.
Ahi traditori!
DESIDERIO.
Vili! Nel fango han trascinato i bianchi
Capelli del lor re; l’hanno costretto,
Come un vile, a fuggir.—Fuggire! e quinci
Non sorgerò che per fuggir di nuovo?
A che pro? dove? in traccia d’un sepolcro
Privo di gloria?—E comple? Io, per costoro,
Fuggir? Chi il regno mi rapì, mi tolga
La vita. Ebben? quand’io sarò sotterra,
Che mi farà codesto Carlo?
VERMONDO.
O nostro
Re per sempre, fa cor: son molti i fidi;
La sorpresa gli ha spersi; a te d’intorno
Li chiamerà l’onor: ti restan tante
Città munite; e Adelchi vive, io spero.
DESIDERIO.
Maledetto[290]quel dì che sopra il monte
Alboino salì, che in giù rivolse
Lo sguardo, e disse: questa terra è mia!
Una terra infedel che sotto i piedi
De’[291]successori suoi doveva aprirsi,
Ed ingoiarli![292]Maledetto[293]il giorno,
Che un popol vi guidò, che la dovea
Guardar così! che vi fondava un regno,
Che un’[294]esecranda ora d’infamia ha spento!
VERMONDO.
Il re!
DESIDERIO.
Figlio, sei tu?
[290]Maladetto[291]Dei[292]ingojarli[293]Maladetto[294]una
[290]Maladetto
[290]Maladetto
[291]Dei
[291]Dei
[292]ingojarli
[292]ingojarli
[293]Maladetto
[293]Maladetto
[294]una
[294]una
ADELCHI, eDETTI.
ADELCHI.Padre, ti trovo!(s’[295]abbracciano).DESIDERIO.S’io t’avessi ascoltato!ADELCHI.Oh! che rammenti?Padre, tu vivi; un alto scopo ancoraÈ serbato a’ miei dì; spender li possoIn tua difesa.—O mio signor, la lenaCome ti regge?DESIDERIO.Oh! per la prima volta,Sento degli anni e degli stenti il peso.Di gravi io ne portai; ma allor non eraPer fuggire un nemico.ADELCHI.(ai Longobardi)Ecco, o guerrieri,Il vostro re.UN LONGOBARDO.Noi morirem per lui!MOLTI LONGOBARDI.Tutti morrem!ADELCHI.Quand’è così, salvargliForse potrem più che la vita.—E a questaCausa, or sì dubbia ma ognor sacra, afflittaMa non perduta, voi legate ancoraLa vostra fede?UN LONGOBARDO.A’[296]tuoi guerrieri, Adelchi,Risparmia i giuri: ai longobardi labbriDisdicon oggi, o re: somiglian troppoAllo spergiuro. Opre ci chiedi: il soloSegno de’ fidi è questo omai.ADELCHI.V’ha dunqueDe’[297]Longobardi ancora!—Ebben; corriamoSopra Pavia; fuggiam, salviam per oraLa nostra vita, ma per farla in tempoCara[298]costar; donarla al tradimentoNon è valor. Quanti potrem dispersiRaccoglierem per via; misti con noiRitorneran soldati. Entro Pavia,A riposo, a difesa, o padre, intantoRistar potrai: cinta di mura intatte,Ricca d’arme è Pavia: due volte AstolfoVi si chiuse fuggiasco, e re ne uscìo.Io mi getto in Verona. O re, trascegliL’uom che restar deva[299]al tuo fianco.DESIDERIO.Il ducaD’Ivrea.ADELCHI.(aGUNTIGIche s’avanza)Guntigi, io ti confido il padre.Il duca di Verona ov’è?GISELBERTO.(si avanza)Tra i fidi.ADELCHI.Meco verrai: nosco trarrem Gerberga.Tristo colui che nella sua sventuraGli sventurati obblia! Baudo, il tuo postoLo sai: chiuditi in Brescia; ivi difendiIl tuo ducato, ed Ermengarda.—E voi,Alachi, Ansuldo, Ibba, Cunberto, Ansprando,(li sceglie[300]tra la folla)Tornate al campo: oggi pur troppo ai FranchiPonno senza sospetto i LongobardiMischiarsi: esaminate; i duchi, i contiEsplorate, e i guerrier: dai traditoriDiscernete i sorpresi; e a quei che mestiVergognosi vedrete da codestoOrrido sogno di viltà destarsi,Dite ch’è tempo ancor, che i re son vivi,Che si combatte, che una via rimaneDi morir senza infamia; e li guidateAlle città munite. Ei diverrannoInvitti: il brando del guerrier pentitoÈ ritemprato a morte. Il tempo, i falliDell’inimico, il vostro cor, consigliInaspettati vi daranno. Il tempoPorterà la salute; il regno è spersoIn questo dì, ma non distrutto!(partono gli indicati daADELCHI).DESIDERIO.O figlio!Tu m’hai renduto il mio vigor: partiamo.ADELCHI.Padre, io t’affido a questi prodi; or oraAnch’io teco sarò.DESIDERIO.Che attendi?ADELCHI.Anfrido.Ei dal mio fianco si disgiunse, e volleSeguirmi da lontan; più presso al rischioStar, per guardarmi: io non potei dal duroVoler, da tanta fedeltà distorlo.Seco indugiarmi, di tua vita in forse,Io non potea: ma tu sei salvo, e quinciNon partirò, fin ch’ei non giunga.DESIDERIO.E tecoAspetterò.ADELCHI.Padre...(a[301]un Soldato che sopraggiunge)Vedesti Anfrido?IL SOLDATO.Re, che mi chiedi?ADELCHI.O ciel! favella.IL SOLDATO.Il vidiMorto cader.ADELCHI.Giorno d’infamia e d’ira,Tu se’ compiuto! O mio fratel, tu seiMorto per me! tu combattesti!... ed io....Crudel! perchè volesti ad un periglioSolo andar senza me? Non eran questiI nostri patti. Oh Dio!... Dio, che mi serbiIn vita ancor, che un gran dover mi lasci,Dammi la forza per compirlo.—Andiamo.
ADELCHI.Padre, ti trovo!(s’[295]abbracciano).DESIDERIO.S’io t’avessi ascoltato!ADELCHI.Oh! che rammenti?Padre, tu vivi; un alto scopo ancoraÈ serbato a’ miei dì; spender li possoIn tua difesa.—O mio signor, la lenaCome ti regge?DESIDERIO.Oh! per la prima volta,Sento degli anni e degli stenti il peso.Di gravi io ne portai; ma allor non eraPer fuggire un nemico.ADELCHI.(ai Longobardi)Ecco, o guerrieri,Il vostro re.UN LONGOBARDO.Noi morirem per lui!MOLTI LONGOBARDI.Tutti morrem!ADELCHI.Quand’è così, salvargliForse potrem più che la vita.—E a questaCausa, or sì dubbia ma ognor sacra, afflittaMa non perduta, voi legate ancoraLa vostra fede?UN LONGOBARDO.A’[296]tuoi guerrieri, Adelchi,Risparmia i giuri: ai longobardi labbriDisdicon oggi, o re: somiglian troppoAllo spergiuro. Opre ci chiedi: il soloSegno de’ fidi è questo omai.ADELCHI.V’ha dunqueDe’[297]Longobardi ancora!—Ebben; corriamoSopra Pavia; fuggiam, salviam per oraLa nostra vita, ma per farla in tempoCara[298]costar; donarla al tradimentoNon è valor. Quanti potrem dispersiRaccoglierem per via; misti con noiRitorneran soldati. Entro Pavia,A riposo, a difesa, o padre, intantoRistar potrai: cinta di mura intatte,Ricca d’arme è Pavia: due volte AstolfoVi si chiuse fuggiasco, e re ne uscìo.Io mi getto in Verona. O re, trascegliL’uom che restar deva[299]al tuo fianco.DESIDERIO.Il ducaD’Ivrea.ADELCHI.(aGUNTIGIche s’avanza)Guntigi, io ti confido il padre.Il duca di Verona ov’è?GISELBERTO.(si avanza)Tra i fidi.ADELCHI.Meco verrai: nosco trarrem Gerberga.Tristo colui che nella sua sventuraGli sventurati obblia! Baudo, il tuo postoLo sai: chiuditi in Brescia; ivi difendiIl tuo ducato, ed Ermengarda.—E voi,Alachi, Ansuldo, Ibba, Cunberto, Ansprando,(li sceglie[300]tra la folla)Tornate al campo: oggi pur troppo ai FranchiPonno senza sospetto i LongobardiMischiarsi: esaminate; i duchi, i contiEsplorate, e i guerrier: dai traditoriDiscernete i sorpresi; e a quei che mestiVergognosi vedrete da codestoOrrido sogno di viltà destarsi,Dite ch’è tempo ancor, che i re son vivi,Che si combatte, che una via rimaneDi morir senza infamia; e li guidateAlle città munite. Ei diverrannoInvitti: il brando del guerrier pentitoÈ ritemprato a morte. Il tempo, i falliDell’inimico, il vostro cor, consigliInaspettati vi daranno. Il tempoPorterà la salute; il regno è spersoIn questo dì, ma non distrutto!(partono gli indicati daADELCHI).DESIDERIO.O figlio!Tu m’hai renduto il mio vigor: partiamo.ADELCHI.Padre, io t’affido a questi prodi; or oraAnch’io teco sarò.DESIDERIO.Che attendi?ADELCHI.Anfrido.Ei dal mio fianco si disgiunse, e volleSeguirmi da lontan; più presso al rischioStar, per guardarmi: io non potei dal duroVoler, da tanta fedeltà distorlo.Seco indugiarmi, di tua vita in forse,Io non potea: ma tu sei salvo, e quinciNon partirò, fin ch’ei non giunga.DESIDERIO.E tecoAspetterò.ADELCHI.Padre...(a[301]un Soldato che sopraggiunge)Vedesti Anfrido?IL SOLDATO.Re, che mi chiedi?ADELCHI.O ciel! favella.IL SOLDATO.Il vidiMorto cader.ADELCHI.Giorno d’infamia e d’ira,Tu se’ compiuto! O mio fratel, tu seiMorto per me! tu combattesti!... ed io....Crudel! perchè volesti ad un periglioSolo andar senza me? Non eran questiI nostri patti. Oh Dio!... Dio, che mi serbiIn vita ancor, che un gran dover mi lasci,Dammi la forza per compirlo.—Andiamo.
ADELCHI.
Padre, ti trovo!
(s’[295]abbracciano).
DESIDERIO.
S’io t’avessi ascoltato!
ADELCHI.
Oh! che rammenti?
Padre, tu vivi; un alto scopo ancora
È serbato a’ miei dì; spender li posso
In tua difesa.—O mio signor, la lena
Come ti regge?
DESIDERIO.
Oh! per la prima volta,
Sento degli anni e degli stenti il peso.
Di gravi io ne portai; ma allor non era
Per fuggire un nemico.
ADELCHI.
(ai Longobardi)
Ecco, o guerrieri,
Il vostro re.
UN LONGOBARDO.
Noi morirem per lui!
MOLTI LONGOBARDI.
Tutti morrem!
ADELCHI.
Quand’è così, salvargli
Forse potrem più che la vita.—E a questa
Causa, or sì dubbia ma ognor sacra, afflitta
Ma non perduta, voi legate ancora
La vostra fede?
UN LONGOBARDO.
A’[296]tuoi guerrieri, Adelchi,
Risparmia i giuri: ai longobardi labbri
Disdicon oggi, o re: somiglian troppo
Allo spergiuro. Opre ci chiedi: il solo
Segno de’ fidi è questo omai.
ADELCHI.
V’ha dunque
De’[297]Longobardi ancora!—Ebben; corriamo
Sopra Pavia; fuggiam, salviam per ora
La nostra vita, ma per farla in tempo
Cara[298]costar; donarla al tradimento
Non è valor. Quanti potrem dispersi
Raccoglierem per via; misti con noi
Ritorneran soldati. Entro Pavia,
A riposo, a difesa, o padre, intanto
Ristar potrai: cinta di mura intatte,
Ricca d’arme è Pavia: due volte Astolfo
Vi si chiuse fuggiasco, e re ne uscìo.
Io mi getto in Verona. O re, trascegli
L’uom che restar deva[299]al tuo fianco.
DESIDERIO.
Il duca
D’Ivrea.
ADELCHI.
(aGUNTIGIche s’avanza)
Guntigi, io ti confido il padre.
Il duca di Verona ov’è?
GISELBERTO.
(si avanza)
Tra i fidi.
ADELCHI.
Meco verrai: nosco trarrem Gerberga.
Tristo colui che nella sua sventura
Gli sventurati obblia! Baudo, il tuo posto
Lo sai: chiuditi in Brescia; ivi difendi
Il tuo ducato, ed Ermengarda.—E voi,
Alachi, Ansuldo, Ibba, Cunberto, Ansprando,
(li sceglie[300]tra la folla)
Tornate al campo: oggi pur troppo ai Franchi
Ponno senza sospetto i Longobardi
Mischiarsi: esaminate; i duchi, i conti
Esplorate, e i guerrier: dai traditori
Discernete i sorpresi; e a quei che mesti
Vergognosi vedrete da codesto
Orrido sogno di viltà destarsi,
Dite ch’è tempo ancor, che i re son vivi,
Che si combatte, che una via rimane
Di morir senza infamia; e li guidate
Alle città munite. Ei diverranno
Invitti: il brando del guerrier pentito
È ritemprato a morte. Il tempo, i falli
Dell’inimico, il vostro cor, consigli
Inaspettati vi daranno. Il tempo
Porterà la salute; il regno è sperso
In questo dì, ma non distrutto!
(partono gli indicati daADELCHI).
DESIDERIO.
O figlio!
Tu m’hai renduto il mio vigor: partiamo.
ADELCHI.
Padre, io t’affido a questi prodi; or ora
Anch’io teco sarò.
DESIDERIO.
Che attendi?
ADELCHI.
Anfrido.
Ei dal mio fianco si disgiunse, e volle
Seguirmi da lontan; più presso al rischio
Star, per guardarmi: io non potei dal duro
Voler, da tanta fedeltà distorlo.
Seco indugiarmi, di tua vita in forse,
Io non potea: ma tu sei salvo, e quinci
Non partirò, fin ch’ei non giunga.
DESIDERIO.
E teco
Aspetterò.
ADELCHI.
Padre...
(a[301]un Soldato che sopraggiunge)
Vedesti Anfrido?
IL SOLDATO.
Re, che mi chiedi?
ADELCHI.
O ciel! favella.
IL SOLDATO.
Il vidi
Morto cader.
ADELCHI.
Giorno d’infamia e d’ira,
Tu se’ compiuto! O mio fratel, tu sei
Morto per me! tu combattesti!... ed io....
Crudel! perchè volesti ad un periglio
Solo andar senza me? Non eran questi
I nostri patti. Oh Dio!... Dio, che mi serbi
In vita ancor, che un gran dover mi lasci,
Dammi la forza per compirlo.—Andiamo.
Fine dell’atto terzo.