PETRARCA
Come usignolo che soave cantiAllor ch'estivo raggio il suol percuoteÈ dolce al viator su' cui sembiantiScherzano le ombre che la brezza scuote;Tal se malinconia chiama gli errantiMiei passi in valli a profan piede ignote,De' tuoi diversi modulati pianti,O Petrarca, m'è dolce udir le note.E allora dalla pagina dolenteLevando il guardo all'irraggiato empiro,Che si curva su me serenamente,Esclamo — Italia! oh con quanto sospiroEi ti bramò più lieta; e ancor la genteSospirando ripete il bel desiro.
Come usignolo che soave cantiAllor ch'estivo raggio il suol percuoteÈ dolce al viator su' cui sembiantiScherzano le ombre che la brezza scuote;Tal se malinconia chiama gli errantiMiei passi in valli a profan piede ignote,De' tuoi diversi modulati pianti,O Petrarca, m'è dolce udir le note.E allora dalla pagina dolenteLevando il guardo all'irraggiato empiro,Che si curva su me serenamente,Esclamo — Italia! oh con quanto sospiroEi ti bramò più lieta; e ancor la genteSospirando ripete il bel desiro.
Come usignolo che soave canti
Allor ch'estivo raggio il suol percuote
È dolce al viator su' cui sembianti
Scherzano le ombre che la brezza scuote;
Tal se malinconia chiama gli erranti
Miei passi in valli a profan piede ignote,
De' tuoi diversi modulati pianti,
O Petrarca, m'è dolce udir le note.
E allora dalla pagina dolente
Levando il guardo all'irraggiato empiro,
Che si curva su me serenamente,
Esclamo — Italia! oh con quanto sospiro
Ei ti bramò più lieta; e ancor la gente
Sospirando ripete il bel desiro.