PREFAZIONE
Occupato da varî anni a studiare e ritrarre il carattere e la fisonomia artistica dei più notevoli moderni scrittori stranieri, mi è stato, ogni tanto, grato riposo e sollievo, il fermarmi a disegnare un profilo o a colorire un ritratto di donna: dieci dei quali studi raccolgo oggi in questo volumetto.
Dalla nobile e casta figura di sposa della signora Carlyle, alla grazia birichina di Sofia Arnould — dall’entusiasmo lirico di Elisabetta Barrett Browning, ai capricci galanti della Du Barry — dalla passione incurabile della Lespinasse, ai freddi calcoli della Pompadour — dall’atteggiamento tragico della Rachel alla schietta naturalezza della contessa Guiccioli — questa piccola collana diMedaglionioffre alcuni dei tipi femminili più caratteristici, e perciò più degni di attenzione e di studio.
Ma vedendo ora qui tutt’e dieci queste donne raccolte a domicilio coatto nello stesso volume, provo un sentimento curioso. Mi par chesi lagnino di trovarsi riunite insieme, come in un medesimo salotto, da un padron di casa imprudente o malizioso....
La puritana Carlyle guarda d’alto in basso la povera Sofia Arnould, che però non si sconcerta nè si sgomenta, e sogghignando sventola con un enorme ventaglio di piume la suacoiffure à la circonstance. La Browning si avvicina, piena di simpatia e di ansietà, alla pallida Lespinasse, e ragionano insieme di amorose passioni e citano il nome della Lesbia fanciulla. Ma la Du Barry si allontana, seccata, dicendo col suo vezzosozezaiementdi monella parigina:ze ne sais pas ce que c’est;ze n’y entends rien.... La piccola e magra Rachel volge il suo nero e profondo sguardo ebraico con aria di superbo dispregio sulla Pompadour incipriata e voluttuosamente sdraiata in unachaise-longue. La bionda baronessa di Krüdener, dopo avere lungamente e inutilmente parlato di morale cristiana e di estasi mistiche alla contessa Guiccioli, che l’ascolta distratta ripensando a lord Byron, si ravvolge, mortificata, nella sua grande sciarpa di mussolina azzurra, e solleva al cielo i suoi occhi di sonnambula illuminati da un pallido raggio di sole polare.
Insomma, a eccezione di due, tutte queste amabili creature sarebbero dispostea odiarsi e a evitarsi. Ma ormai le ho messe qui insieme — e insieme staranno.
Se fanno un po’ di chiasso, non sarà male. Mostreranno così di esser donne vive e vere, e non fantocci ripieni di stoppa, e che si somigliano tutti.
Firenze, 15 aprile del 1883.
Enrico Nencioni.