Si stropiccia le mani.
Si stropiccia le mani.
Sta bene! sta bene! Lasciatelo venire! Ah! Se mi vuol parlare, è segno che ancora han da vedersela con me! E ce la vedremo! — Intanto.... — no, aspettate....
Si rivolge a Marianna.
Si rivolge a Marianna.
Voi, fatemi il piacere, entrate là da vostra figlia....
Indica l'uscio a sinistra.
Indica l'uscio a sinistra.
Marianna.
Io? Io non voglio più vederla!
Toti.
Non facciamo storie! Oh, non facciamo storie, chè qua la cosa è seria! Entrate là e cercate con le buone, con garbo, senza furie, di farvi dire che è stato, che cosa è accaduto tra loro....
Marianna.
Ma chi? io? È pazzo, lei, o che cos'è? Io mettermi a parlare di questo con mia figlia? Per chi m'ha preso?
Toti.
Per una buona madre, v'ho preso! Ne avete, cuore, sì o no? Qui si tratta di cuore! Di che credete che si tratti? Entrate, vi dico!
Marianna.
Entro, ma non parlo, gliel'avverto! Se parla lei parlo io....
Toti.
Va bene, sì! Forse, appena vi vede, vi butta le braccia al collo e vi dice tutto....
Marianna
al marito.
al marito.
Puoi entrare!
Cinquemani
grave, dopo una pausa.
grave, dopo una pausa.
Entra!
Toti.
Con garbo, mi raccomando....
Marianna.
Le ho detto che io non parlo! Se parla lei, parlo io.
Via per l'uscio a sinistra.
Via per l'uscio a sinistra.
Toti.
Oh! Voi mi farete, in questo mentre, un altro piacere, Cinquemani. Non dubitate che poi saprò come regolarmi con voi....
Cinquemani.
Oh, sa? da quest'orecchio io non ci sento. Io sono un pubblico funzionario, sa? umile, sì, ma pubblico funzionario, e non me ne sono dimenticato!
Toti.
Lo so. Vi siete invece dimenticato di esser padre.
Cinquemani.
Vorrei sapere quanti siamo i padri qua!
Toti.
Il meno di tutti, voi, con codesta aria di Carlomagno che vi date! Finiamola! Sentite ciò che vi debbo dire.
Cinquemani.
Lei parli.
Toti
s'accosta prima all'uscio a sinistra per sentire se Lillina piange di là; poi, tornando a Cinquemani.
s'accosta prima all'uscio a sinistra per sentire se Lillina piange di là; poi, tornando a Cinquemani.
Dunque, presto, mi raccomando: scendete in piazza....
Cinquemani.
E poi?
Toti.
Salite alla Banca Agricola....
Cinquemani.
E poi?
Toti.
E poi il canchero che vi porti! Così volete farmi il favore?
Cinquemani.
Lei parli. Se non mi dice che cosa debbo fare alla Banca?
Toti.
Non dovete far nulla. Dovete soltanto vedere se c'è Giacomino Delisi.
Cinquemani.
Io? Quel laccio di forca? Professore, dov'ha più la testa lei? Se io vedo quel laccio di forca, volto!
Toti.
E va bene! Ma forse non lo vedrete neppure, perchè sono tre giorni che non va nemmeno lì. Col cassiere almeno siete disposto a parlare?
Cinquemani.
Non ho difficoltà. Ma non di quel signore là, badiamo!
Toti.
Non ce ne sarà bisogno! Basterà che, a nome mio, gli domandiate se c'è novità. Dite soltanto così, che vi saprà intendere.
Cinquemani.
E se vedo quello?
Toti.
Voltate.
Si sente sonare il campanello.
Si sente sonare il campanello.
Oh Dio, fosse lui!
Cinquemani
cercando di scappare, di nascondersi, in gran confusione.
cercando di scappare, di nascondersi, in gran confusione.
Chi lui? chi lui? Non voglio vederlo, sa? Badi che se lo vedo....
Si nasconde mezzo sì e mezzo no, in attesa, dietro l'uscio a sinistra.
Si nasconde mezzo sì e mezzo no, in attesa, dietro l'uscio a sinistra.
Rosa
si fa all'uscio comune.
si fa all'uscio comune.
C'è Padre Landolina. Dice che vuol parlare con lei.
Cinquemani
rinfrancato venendo fuori.
rinfrancato venendo fuori.
Ah, non gliel'ho detto io? Eccolo qua.
Toti.
Va bene. Fallo entrare.
Rosa, via.
Rosa, via.
Cinquemani.
Io vado.
Si avvia.
Si avvia.
Meno male che finalmente cominciano a entrare persone per bene in questa casa.
S'inchina profondamente a Padre Landolina che entra.
S'inchina profondamente a Padre Landolina che entra.
Padre reverendo!
Via.
Via.
Landolina.
Chiarissimo professore....
Toti.
Reverendissimo.... Favorisca, s'accomodi, prego.
Landolina.
Grazie mille....
Toti.
S'accomodi.... No, qua, prego.
Gl'indica il canapè.
Gl'indica il canapè.
Landolina.
Sto bene qua, grazie....
Toti.
Ma che dice! Lei è persona di riguardo.
Landolina.
Per carità... Obbligatissimo.... Obbedisco, grazie.
Toti.
A che devo, reverendo, l'onore di questa sua visita?
Landolina.
Ecco, professore. Se permette, io avrei bisogno di tutta la sua bontà, riconosciutissima, non tanto per quello che vengo a chiederle, quanto per me, per trovare io il coraggio di parlarle d'una cosa molto.... molto delicata, ecco....
Toti.
E coraggio, allora! Le metto a disposizione — poichè lei me la riconosce — tutta quella bontà che le abbisogna, padre. Vedo che lei parla con.... con molto tatto, e sono sicuro che se ne prenderà quanta gliene può bastare, e non più!
Landolina.
Ah, non dubiti! Nei limiti della discrezione, s'intende! È un caso di coscienza, professore.
Toti.
Coscienza sua, o coscienza d'altri?
Landolina.
Si tratta, professore, d'una povera anima cristiana — non so se a torto o a ragione (non voglio indagare) — addolorata, offesa di certe dicerie pregiudizievoli che corrono in paese a carico del proprio fratello.
Toti.
Ho capito. Lei dunque viene a nome della sorella di Giacomino Delisi?
Landolina.
Fa il nome lei, professore, non lo faccio io.
Toti.
Senta, padre. Poichè si tratta di questo, glielo pongo per patto. Lei deve levarsi i guanti, se vuol parlare con me.
Landolina
mostra le bianche mani ignude, con un sorriso fino sulle labbra.
mostra le bianche mani ignude, con un sorriso fino sulle labbra.
Ma io.... veramente....
Toti.
Non dico dalle mani. — Dalla lingua, dico. — Il discorso con me dev'essere senza guanti: chiaro, aperto. Glielo dico avanti! Io so sempre, padre, quello che dico e quello che faccio, e non mi son nascosto mai, perchè non ho nulla da nascondere! — Giuochi a carte scoperte, se vuol giocare con me!
Landolina.
Ma non vorrebbe lei, scusi, rispettare il mio ufficio sacro, il mio ufficio, per esempio, di confessore?
Toti.
Ah, scusi, scusi! C'è forse qualche segreto di confessione?
Landolina.
No. C'è — come le ho detto — il dolore, l'offesa d'una povera anima che viene al fonte della pietà....
Toti.
Che sarebbe il confessionile?
Landolina.
Lei lo chiami come vuole — a sfogarsi, a chiedere ajuto e consiglio al suo padre spirituale.
Toti.
E lei se ne viene da me?
Landolina.
Sì, professore, perchè so che questo giovine, questo fratello, fu anche suo alunno e che perciò, se vogliamo, fu anche lei per lui, in un certo senso, padre spirituale....
Toti.
Ma senza confessionile!
Landolina.
Senza, s'intende! Lei sa che è orfano, il giovine, e che la sorella, di parecchi anni maggiore di lui, gli ha fatto da madre, quasi fin da bambino. Le è cresciuto sotto gli occhi, timorato, rispettoso, obbediente....
Toti.
Ma sì, padre. Può abbreviare. Vuole che io non conosca Giacomino? Lo conosco meglio di lei e meglio anche di sua sorella, ne può star sicuro!
Landolina.
Lo dicevo perchè tutte queste buone doti, professore, che lei conosce nel giovine, sono merito dell'amore e della buona educazione che ha saputo dargli la sorella.
Toti.
E non dico di no!
Landolina.
Benissimo. Ma come avviene che ora su questo giovine così bene educato, così esemplare sotto tutti i rispetti, sian potute sorgere in paese queste dicerie pregiudizievoli? Evidentemente, professore, sono sorte dal fatto che il giovine viene con una certa frequenza in casa sua. La malignità della gente.... essendo la sua riverita sposa anche lei molto giovine....
Toti.
Veniamo, padre, allo scopo della sua visita. Sepermette le parlo io, ora, senza ambagi, lesto lesto, alla spiccia. — Lei, mandato dalla sorella, vorrebbe che io, per troncare queste che lei chiama dicerie pregiudizievoli, dicessi a Giacomino di non mettere più piede a casa mia. È vero?
Landolina.
No, professore, non questo, propriamente.
Toti.
E che altro vorrebbe allora da me?
Landolina.
Ecco. Io le ho parlato della sorella: del dolore della sorella per queste dicerie, che non fanno male soltanto al giovine, ma anche....
Toti.
Non s'interessi, non s'interessi di me, la prego!
Landolina.
Capisco che lei è superiore a queste miserie.... Ma una povera donna, no, una povera sorella, che dobbiamo piuttosto considerare come madre, no; ne soffre, ne piange, domanda conforto e ajuto — (è donna) — e perciò ha mandato me a supplicarla, professore, d'esser cortese d'un piccolo attestato, proprio per suo conforto e nient'altro: come qualmente queste dicerie non hanno, nè certo possono avere, il minimo fondamento nella realtà....
Toti.
E nient'altro vorrebbe?
Landolina.
Nient'altro, oh, nient'altro!...
Toti.
Perchè, quanto a ritornare qua Giacomino, la sorella crede di poter essere sicura che questo non accadrà mai più, è vero? poichè lei, da buonamadre, lo ha persuaso e convinto che non deve più venire. È vero?
Landolina.
Sì, ecco, professore, questo crede proprio d'esser riuscita a ottenerlo.
Toti.
E ora vuole l'attestato da me?
Landolina.
Se lei vuol esser tanto buono....
Toti.
Io? Altro che! Come no? Vedo che lei è un sacerdote di coscienza, di coscienza come la sorella, e sono pronto, come no? — prontissimo a farglielo. Che vuole che mi costi? Due righe, è vero? come qualmente, avendo saputo tutto il dolore onde è stato afflitto il suo cuore di sorella e offesa la sua coscienza di buona cristiana per queste dicerie, eccetera, eccetera, attesto e certifico, eccetera, eccetera.... Può andare. Glielo faccio! Glielo faccio, e glielo mando!
Landolina
alzandosi.
alzandosi.
Io la ringrazio tanto, tanto, professore! Ma non potrebbe darlo a me?
Toti.
Ah, no. Ora non ho tempo, padre. Glielo faccio e glielo mando.
Landolina.
Bene, bene.... Lo manderà a me?
Toti.
No. Direttamente a lei. Se ne vada tranquillo. — Ma mi dica una cosa, padre. Lo sa lei che Giacomino — buon giovine, ottimo, ottimo giovine timorato, rispettoso, ma.... un po', via, perdigiorno — trovò posto alla Banca per me?
Landolina.
Oh, ma come vuole che non lo sappia, professore! Lo so bene, e voglio che lei mi creda, è gratissima, riconoscentissima la sorella di questo bene che lei ha fatto al fratello.
Toti.
Ah, meno male. Sono contento.
Landolina.
A rivederla, dunque, professore. E tante grazie, di nuovo.
S'inchina, e si avvia per uscire.
S'inchina, e si avvia per uscire.
Toti.
A rivederla, reverendo.
Lo richiama.
Lo richiama.
Padre!... Oh oh.... padre, scusi, le volevo domandare una cosa che.... così, mi passa ora per la mente.... Mi chiarisca un dubbio.... Crede lei che un giovanotto — un giovanotto qualunque, badiamo! — possa non farsi più nessuno scrupolo, nessun rimorso.... se per caso.... per puro caso, veh!... una ragazza da lui sedotta e resa madre.... avesse poi trovato in tempo.... un uomo.... un povero vecchio....
Padre Landolina, avendo compreso fin dalle prime parole l'allusione del professor Toti, s'è messo a tossicchiare, nell'imbarazzo.
Padre Landolina, avendo compreso fin dalle prime parole l'allusione del professor Toti, s'è messo a tossicchiare, nell'imbarazzo.
Ma sa che lei ha una bella tosse, padre? Si curi, si curi. A rivederla....
Padre Landolina via a precipizio. Il professor Toti facendosi all'uscio di sinistra.
Padre Landolina via a precipizio. Il professor Toti facendosi all'uscio di sinistra.
Signora Marianna! Signora Marianna!
Marianna
accorrendo.
accorrendo.
È inutile, sa? Non parla. Non vuol parlare!
Toti.
Non importa. Fatemi piuttosto il piacere di vestirmi il bambino.
Marianna.
Il bambino? Ma che so io dove sono i vestitini del bambino?
Toti.
Sta bene. Grazie. Faccio da me, faccio da me....
Via per l'uscio a sinistra. Cinquemani entra dall'uscio comune.
Via per l'uscio a sinistra. Cinquemani entra dall'uscio comune.
Cinquemani.
Oh! Professore!...
Il professor Toti non gli dà ascolto.
Il professor Toti non gli dà ascolto.
E che succede ora?
Marianna.
Che succede? Lo domandi a me? Mi sembra la casa dei pazzi.... Di dove vieni tu?
Cinquemani.
Ho incontrato per le scale Padre Landolina che scendeva mogio mogio, con gli occhi stralunati.... — Che fa lei? Piange? Che t'ha detto?
Marianna.
Niente. Non m'ha voluto dir niente.
Cinquemani.
Oh sai che ti dico io? Andiamocene!
Marianna
Aspetta.... aspetta.... Forse non è prudente.... in questo momento....
Rientra dall'uscio a sinistra il professor Toti col cappello in capo, recando per mano Ninì. Ha nell'altra mano le scarpette del bimbo e sotto il braccio il berrettino da marinajo.
Rientra dall'uscio a sinistra il professor Toti col cappello in capo, recando per mano Ninì. Ha nell'altra mano le scarpette del bimbo e sotto il braccio il berrettino da marinajo.
Toti
ponendo a sedere sul tavolino Ninì per infilargli le scarpette nuove.
ponendo a sedere sul tavolino Ninì per infilargli le scarpette nuove.
Ora il cocchetto, piano piano, se ne viene a spassino con papà.
Voltandosi appena verso Marianna.
Voltandosi appena verso Marianna.
Ah quanto mi piacerebbe che mi chiamasse nonno.... — Con papà, eh, Ninì!... a spassino, è vero? Andremo a trovareGiamì.... tutt'e due.... Come lo chiami tu Giacomino?Giamì, è vero?
Posa il bambino in terra, gli mette il berrettino in capo e s'avvia con lui.
Posa il bambino in terra, gli mette il berrettino in capo e s'avvia con lui.
Cinquemani
parandoglisi davanti.
parandoglisi davanti.
Professore, che dice? Dove vuole andare?
Toti
scostandolo con la mano.
scostandolo con la mano.
Levatevi voi! Lasciatemi passare!
Cinquemani
parandoglisi davanti
parandoglisi davanti
Professore, santo Dio, pensi a quello che fa! Io gliel'impedisco!
Marianna
parandosi anche lei.
parandosi anche lei.
Non si metta codesta maschera di vergogna davanti a tutto il paese!
Toti
scostandoli con la mano.
scostandoli con la mano.
Levatevi, vi dico! Maschera! Maschera! Lasciatemi passare!
Marianna
trasecolata.
trasecolata.
Dio, che uomo! Dio, che uomo! Dio, che uomo!
Cala la tela.