AMICO LETTORE.Ioti presento un frutto di stagione, o sia un operetta analoga a questi tempi. Ella è l'elogio della tolleranza di GIUSEPPE II. IL GIUSTO con giustizia lodata da uno de' migliori letterati ebrei del secolo presente. Questo esimio e profondo etico1loda col tuono il più energico il clementissimo nostro sovrano per la grazia che ha egli impartita all'abbattuta nostra nazione. Io giuro, che non ho letto nè conosciuto quest'opera se non nel terminare il discorso2sul fine del quale l'ho citata; ma piccandomi di sincerità, confesso in faccia al mondo tutto, che se io ho superato nelle note e nelle estranee erudizioni, che sono una fatica di schiena, il celebre autor della medesima, egli di gran lunga ha vinto me nell'accuratezza, nello spirito, e nella sublimità del discorso. Senza il riguardo di rimanere sicuramente da questo insigne autore ecclissato, ho voluto giovarti con questa traduzione, e senza riflettere alle critiche alle quali un traduttore va soggetto per ogni picciola mancanza, ancorchè passabilmente la sua traduzione riesca, mi sono accinto alla presente fatica. Gradiscila, qualunque ti sembri, giacchè io non pretendo altro compenso da te, che quello di essere amichevolmente criticato. Vivi felice.[pg 5]
AMICO LETTORE.Ioti presento un frutto di stagione, o sia un operetta analoga a questi tempi. Ella è l'elogio della tolleranza di GIUSEPPE II. IL GIUSTO con giustizia lodata da uno de' migliori letterati ebrei del secolo presente. Questo esimio e profondo etico1loda col tuono il più energico il clementissimo nostro sovrano per la grazia che ha egli impartita all'abbattuta nostra nazione. Io giuro, che non ho letto nè conosciuto quest'opera se non nel terminare il discorso2sul fine del quale l'ho citata; ma piccandomi di sincerità, confesso in faccia al mondo tutto, che se io ho superato nelle note e nelle estranee erudizioni, che sono una fatica di schiena, il celebre autor della medesima, egli di gran lunga ha vinto me nell'accuratezza, nello spirito, e nella sublimità del discorso. Senza il riguardo di rimanere sicuramente da questo insigne autore ecclissato, ho voluto giovarti con questa traduzione, e senza riflettere alle critiche alle quali un traduttore va soggetto per ogni picciola mancanza, ancorchè passabilmente la sua traduzione riesca, mi sono accinto alla presente fatica. Gradiscila, qualunque ti sembri, giacchè io non pretendo altro compenso da te, che quello di essere amichevolmente criticato. Vivi felice.[pg 5]
Ioti presento un frutto di stagione, o sia un operetta analoga a questi tempi. Ella è l'elogio della tolleranza di GIUSEPPE II. IL GIUSTO con giustizia lodata da uno de' migliori letterati ebrei del secolo presente. Questo esimio e profondo etico1loda col tuono il più energico il clementissimo nostro sovrano per la grazia che ha egli impartita all'abbattuta nostra nazione. Io giuro, che non ho letto nè conosciuto quest'opera se non nel terminare il discorso2sul fine del quale l'ho citata; ma piccandomi di sincerità, confesso in faccia al mondo tutto, che se io ho superato nelle note e nelle estranee erudizioni, che sono una fatica di schiena, il celebre autor della medesima, egli di gran lunga ha vinto me nell'accuratezza, nello spirito, e nella sublimità del discorso. Senza il riguardo di rimanere sicuramente da questo insigne autore ecclissato, ho voluto giovarti con questa traduzione, e senza riflettere alle critiche alle quali un traduttore va soggetto per ogni picciola mancanza, ancorchè passabilmente la sua traduzione riesca, mi sono accinto alla presente fatica. Gradiscila, qualunque ti sembri, giacchè io non pretendo altro compenso da te, che quello di essere amichevolmente criticato. Vivi felice.
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