CAPITOLO VII.OQuanto sono da stimarsi le cose che accadono in tempo oportuno, esclamò il più savio tra gli uomini30, e tale è appunto la presente felice combinazione che giustamente in questi momenti esce da' torchi la buona traduzione de' 5 libri di Mosè felicemente eseguita dall'eccellentissimo sig. Mendelssohn nell'allemanna favella, e come abbiamo detto al5 cap.la nostra nazione ne ricaverà sommo vantaggio, perchè instruendo i maestri i loro discepoli, spiegando loro col mezzo di questa felice traduzione estesa nell'idioma tedesco il più purgato, ed il più eccellente, sarà a mio credere il primo mezzo, onde incamminare la gioventù ebrea a ben parlare la lingua patria, ed apprendere con un tal mezzo più facilmente il genuino senso delle sacre carte; giacchè sino ad ora, essendo gli instruttori mancanti, e nella pronunzia e nella purità della lingua, non era possibile che potessero essi spiegare il testo [pg 32] ebreo, onde li fanciulli ne capissero il vero senso, poichè volendo spiegare ad altri col mezzo di una lingua che è a loro incognita e pellegrina, quanto gli uni perfettamente comprendono, appunto perchè possedono la forza della medesima lingua, si rende quindi indispensabile, che la lingua in cui si ha da tradurre, sia molto bene trattata da quello da cui viene essa spiegata, e che que' a' quali viene spiegata comprendan la vera purità della medesima, e che convengasi intieramente ne' termini, e così resterà altamente impresso nella mente dello studioso il fondamento della lingua, il che sino ad ora non poteva accadere, perchè si mancava nella buona pronuncia, e nella adequata cognizione della lingua; non avendo quindi il maestro li veri termini per spiegarsi con il discepolo in certe frasi che egli andava traducendo, nasceva perciò che lo scolare non giugnesse a penetrarne il senso, e però in luogo di giovare al discepolo, lo imbrogliava anzi, e l'obbligavano a dover alterare e contraffare con la irregolare spiegazione li sacri testi che sono pure testi di purità per ben 7 volte raffinati31, e ciò tanto più, quanto che i maestri non arrivando alla forza della grammatica ebraica32, e tanto meno la rettorica, e sentendo all'opposto li scolari da' loro maestri barbarismi, vengono questi nella loro mente sì altamente impressi, che non si scordano mai più in avvenire. All'opposto col mezzo di questa felice traduzione s'instruiranno tutti con una eguale formalità, accostumandosi a parlare elegantemente il tedesco, e ad apprendere a perfezione la grammatica ebrea, mediante le parafrasi che si sono già fatte intorno a questa utile traduzione.[pg 33]Nè avendo, come si è detto, saputo li maestri il valore nè dell'una, nè dell'altra lingua, hanno perciò tradotte le parole ebree da loro non intese con le più barbare e stravaganti espressioni tedesche, cosicchè li sacri testi, le poesie, e le sacre cantiche si ridussero insulse e del tutto alterate; e quindi appunto nacque, che molti scolari siano mal riusciti, ed abbiano sì malamente concepite le cose, che resi adulti ed abbandonate le scuole si appigliarono al commercio, ed essendosi ben di sovente incontrati nelle conversazioni degli innovatori, e nemici della rivelazione, sentendo a trattare con buon ordine e bellezza di lingua le loro proposizioni ereticali, sono stati presi dalla forza del dire, e così dalla tessitura, e si sono lasciati corrompere, misurando dall'eleganza la bontà delle cose, e tale è appunto l'uso de' sciocchi, i quali quelle cose che lor vengono spiegate nel modo che capiscono e che le aggradano, si danno per vinti, decidendo il tutto essere vero: e ciò deriva appunto, perchè non hanno da' loro maestri intese delle chiare verità nello spiegare la legge divina, nè comprendendo la forza della lingua con cui viene loro parlato, nè le poetiche frasi, nè gli ornamenti rettorici, determinano francamente, che la lingua ebrea non abbia alcun merito, e che non vi sia nè piacere, nè dolcezza nelle proposizioni scritturali, ed abbandonano quindi il sacro studio, dandosi in braccio alla miscredenza, ed alla irreligione, come si vedono quotidianamente gli esempi.Sentendo all'opposto il fanciullo in seguito alla sopraccitata traduzione tedesca la spiegazione della scrittura nel suo genuino senso, questa in essolui sì altamente s'imprime, che anco a fronte degli anni, e dell'età non fa smarrire di vista la bellezza della lingua sacra, il di lei laconismo, e la dolcezza, la grazia e la bellezza delle di lei poesie e rettoriche figure, cosicchè non resta sorpreso punto dalla bellezza delle spiritose frasi degli innovatori, dacchè egli è in grado di decidere rapporto ai vantaggi che la nostra sacra lingua vanta [pg 34] sopra tutte le altre, contenendo in poche parole profondissime questioni, nè contiene cose superflue, come le altre lingue, e però quelli che giungono a comprendere la nostra lingua a segno di conoscerne le radici delle sue voci, e come in conseguenza ogni voce sia analoga alla natura dell'oggetto che si denomina, come abbiamo spiegato nelli libri che abbiamo in somiglianti materie dati alla luce, e nella parafrasi del Levitico dell'encomiata traduzione, certamente aumenterà in un desiderio di vieppiù internarsi nello studio di tale lingua, e della divina legge, ed in seguito acquisterà maggior cognizione ancora nelle altre scienze.Osservate di grazia, o diletti fratelli, e considerate, come il difetto della nostra nazione di essere mancante nella pronunzia, e nelle cognizioni della patria lingua, quasi non si estenda, fuorchè nelli nostri fratelli che dimorano nell'impero romano-germanico; poichè quelli che sortirono dalla Spagna e dal Portogallo trattano tra essi in commercio, e nelle famiglie la lingua spagnuola a perfezione, e quelli che abitano l'Italia, parlano a dovere l'italiano, e così li francesi la francese, e l'inglese in Inghilterra; che anzi i nostri fratelli orientali parlano bene il turco e l'arabo, ed i polacchi la lingua di quel paese, con la sola distinzione, che essendo essi originati dalla Germania, parlan tra essi un tedesco assai corrotto, il che non fa torto appresso la nazione dominante, la quale non parla quella lingua, ed essi sono abbastanza instrutti nella lingua del paese.Noi soli che abitiamo la Germania non abbiamo scusa di giustificarci del cattivo modo con cui si borbotta tra noi la patria lingua, abitando in mezzo ad una nazione che la parla a perfezione, e che vanta scrittori abili nella poesia, e nella rettorica in quella identica lingua. Noi all'opposto non abbiamo pensato mai di profittare, nè di far instruire le nostre proli, per modo che la conoscano e la trattino nel vero suo sistema, essendosi sempre avvezzati a farli instruire dalli [pg 35] maestri polacchi li quali parlano la lingua nel modo più barbaro ed il più corrotto, e che possedendola malamente, come si è detto, pure così sfigurata la insegnano alli loro discepoli, tuttochè questo contegno sia del tutto opposto alli dettami delli nostri maggiori e dottori antichi, insegnando, che non si ammettino nelli tribunali, se non se quelli e soli giudici che sono esperti in tutte le lingue, perchè non siano astretti a servirsi de' dragomani, come vediamo un chiaro esempio ne' cortigiani del nostro pio re Ezecchia, che erano ministri degni di un tale sovrano, e che erano tanto buoni conoscitori delle lingue degli assiri, che dissero agli ambasciatori del re di Assiria, che essi parlassero siriaco, dacchè loro l'intendevano; e se li cortigiani della nostra capitale che conoscevano sì perfettamente la propria lingua, si facevano un dovere di conoscere la lingua de' loro vicini, come giustificaremo la nostra trascuratezza noi che non conserviamo la purità della nostra santa lingua, se non per quello che contiene il canone della scrittura santa, e che popolando li paesi de' sovrani, e conversando con popoli che sì bene parlano il tedesco, facciamo tra essi la figura delle gaze e de' papagalli, giacchè l'ebreo idioma deve essere adoperato ad un uso, ed il tedesco ad un altro: il primo per il divino culto, per le preghiere ed intelligenza delle sacre carte, ed il secondo per gli mondani affari, per il commercio, per trattare la società, per il jus, per la fisica, per le matematiche, e per tutti generalmente gli oggetti del mondo.Osservisi ancora, che li signori e gli eruditi delle altre nazioni entrano spesse volte con noi in controversia di religione, ed in discussioni scientifiche e morali, e che allora quando il savio israelita è astretto a tradurre un testo scritturale, o qualche assioma rabinico, non trova termini addattati e capibili dal soggetto che tratta seco; e però offusca le sue savie cognizioni con il barbaro modo con cui si spiega, con un contegno assai opposto a quello che ci ha prescritto il reale [pg 36] le salmista, cioè di raccontare alle altre nazioni le opere aspettanti alla divina gloria33, dacchè è ognuno tenuto a comunicare al publico ciò che riguarda la gloria e l'onnipossenza divina, e specialmente in questi tempi in cui (lodato Dio) la maggior parte degli stati che formano il nostro mondo cognito, conviene nel punto de' divini attributi, accordando tutti, ch'egli siaincomprensibile, onnipossente, scrutatore de' cuori, ch'egli conosca il passato, il presente, e l'avvenire, ch'egli condanni, e premj tutti a seconda delle proprie loro azioni, ch'egli ascolti le orazioni del genere umano, e provveda a' di lui bisogni, ch'egli regga il mondo con giustizia distributiva, e che il suo contegno sia santo, pio, misericordioso, e clementissimo, e così molti altri articoli che sono il fondamento della divina legge, la quale a noi fu rivelata mediante il nostro legislatore Mosè (che gode la vera pace), e nella quale non v'è minima disputa tra qualsivoglia religionista, perchè tutti li legislatori hanno bevuto le loro notizie dalla fonte della divina legge; e quindi è, che un uomo possa convenire con l'altro, senza andare in traccia del punto intorno al quale le rispettive religioni controvertono, perchè queste un tempo hanno formate le dispute le quali causarono tante distruzioni; ma peggio ancora costato avendo tanti rivi di sangue, ad onta di che è rimasto ognuno ne' suoi propri principj, e negli usi de' suoi antenati, in vigore de' quali un uomo non vanta diritto sopra l'altro, e conseguentemente non deve portar odio a' suoi fratelli che sono dati ad un altro culto, o di promuovere disputazioni che producono odio, dissapori ed alienazioni in offesa del creatore, e contra il publico e privato bene, del che tratteremo precisamente nelle opere di morale le quali si compilano, come si è notato alcap. 8; e la poca cognizione della patria lingua, produce, come dissi di sopra, questo cattivo effetto, [pg 37] che l'uomo dotto di una nazione non possa trattare con un altro uomo erudito di differente nazione, e ciò con sommo discapito e danno della società; e pure osserviamo, che i nostri più savi antenati, e li più divoti abbiano composti molti libri nelle scienze e nella morale in idioma arabo, come sono i libri riguardanti i doveri interni di Rabì Becai il vecchio, l'esposizione del codice misnico, e l'instruttore de' perplessi del nostro celebre Maimonide, e quanti altri libri rispettabili che scrissero i nostri fratelli spagnuoli, come potressimo noi fare nel nostro buon idioma tedesco, dacchè ogni lingua ha le sue grazie, e tutte atte sono a spiegare qualsivoglia materia.Goderemo dunque il bel vantaggio, che li giovani avendo appresa la scrittura santa dalla già lodata traduzione, mediante maestri pratici nella lingua tedesca, ed uscendo dalle nostre scuole averanno imparato il tedesco eloquentemente, e passando indi alle scuole più alte, lo apprenderanno a seconda delle regole grammaticali, e conseguentemente si perfezioneranno nella lingua, e resi poi adulti, tratteranno cogli eruditi delle altre nazioni, in materia di sacre lettere, e li testi che saranno per addurre li citeranno con quella purità di lingua con cui li averanno imparati, dacchè quando si apprende bene nell'infanzia, resta altamente impresso nell'umana fantasia; e così col mezzo di un tale metodo, e con l'ajuto della sopra lodata traduzione, si accostumerà la gioventù a parlare con eleganza, e si guarderanno sin dall'età giovanile dalle cattive espressioni che sentono dal volgo, e conosceranno apertamente di quale vantaggio sia il parlar bene, e quale sia l'effetto che produca in chi ci ascolta, poichè dall'esperienza si arriva a conoscere come pensi colui che ci parla; mentre un racconto istesso ripetuto da tre differenti soggetti, ha tre differenti gusti, cioè a seconda appunto delle grazie con cui l'espositore lo condisce, e quello ch'è meglio diretto e più a dovere spiegato, si rende più atto a persuadere l'uditore, e [pg 38] meglio ancor lo dispone al partito di quelle disposizioni a cui si cerca col di lui mezzo d'incamminarlo. Le composizioni poetiche sono di lor natura superiori a qualsivoglia rettorico discorso; conciossiacchè le poesie dirette con il dovuto metro, e debitamente disposte hanno l'attività di talmente operare sull'anima, che giungono a scuotere le più oppresse potenze; tuttociò però che si potrà dire della poesia, non sarà accordato dalli nostri fratelli tedeschi, come quelli li quali non conoscono la dolcezza, li fregi, la forza, dell'ebraica favella, appunto per non averla mai esaminata dal suo vero fondo; e quindi è, che la maggior parte de' libri sacri stati scritti come ispirati dallo Spirito Santo, onde instruire il popolo nelle sane sentenze e rassodarlo nel timor di Dio, furono scritti in versi, e tali sono li salmi di David, gli scritti di Job, e li proverbi unitamente alla cantica di Salomone: tale è ancora la maggior parte delle profezie d'Isaja, quelle di Geremia, e le altre di Ezecchiello, e così degli altri 12 profeti minori, come pure buona parte del Pentateuco, cioè la cantica del mar rosso, le profezie di Balaam, la cantica per il pozzo, ed i penultimi capitoli del Deuteronomio: opere sono elleno sì elevate e grandi, che una mente ben attenta e regolata ritrova in esse un non so che di divino; e pure la maggior parte della nostra nazione non fa intorno ad esse la menoma osservazione. Quantunque la maggior parte degli stati sì presenti, che passati hanno conosciuto, che la purità delle lingue porti seco diverse cognizioni, e fisiche, e morali, e perciò hanno rispettati e distinti li loro poeti, appunto perchè la poesia produce mirabili effetti nella natura e nello spirito, ed è una somma meraviglia il vedere, che nè in Germania, nè in Polonia già da tanti secoli si sia prodotto un distinto poeta, il che sarebbe compatibile in quelle nazioni le quali vanno prive di esempi ne' trapassati loro antenati, non così però negli ebrei, poichè, come abbiamo dimostrato di sopra, la maggior parte de' libri sacri ha coltivato la poesia, nè si può [pg 39] dire, che essa sia inutile, poichè di questa hanno fatto uso i profeti di Dio, e li nostri istessi re e principi della nazione, e li più rinomati poeti delle altre nazioni in questo illuminato secolo34hanno dovuto confessare, che il fasto, le grazie, la dolcezza, la forza, il pregio che in se racchiudono le poesie scritturali, abbiano superati li poetici componimenti delle altre nazioni e di tutti i tempi, e non già solamente quelle di Omero, di Pindaro, di Orazio; e perchè dunque le abbiamo noi abbandonate, e non seguitiamo il costume? Ciò è accaduto, perchè instrutti sin negli anni più verdi da imperiti maestri nella lingua in cui essi ci hanno educati, ed educati con frasi grossolane e popolari, non abbiamo gustata la dolcezza delle buone frasi e la forza della lingua, come fanno le altre nazioni; e però non abbiamo avuta una vera idea del fondo di questa lingua e de' progressi di cui è essa capace, ed in cui la provvidenza ha riposti tanti vantaggi onde perfezionare lo spirito a seconda appunto di quelle proposizioni col di cui mezzo noi siamo istrutti; poichè il discorso, spiegando l'interno dell'anima, dà saggio della sua propria abilità. Ora è impossibile, che si ottenga il desiderato fine, se non col mezzo di un discorso purgato da qualsivoglia equivoco, e con proporzioni esposte con garbo a quell'uditorio a cui esse sono indirizzate, e mancandovi una buona rettorica, necessaria per altro in ogni lingua da insegnarsi con grande impegno: se, dissi, manca la rettorica, per quanto siano sublimi le idee che uno da se stesso si forma, resteranno miseramente sepolte, ed il fuoco che lo occupa resta da se stesso soppresso; ed anzi si rende esso tanto meno attivo, quantochè non è punto capace di risvegliare negli altri la lor fantasia.Noi ci lusinghiamo però, che qualora i fanciulli comincino [pg 40] per l'avvenire ad imparare regolarmente la lingua ebraica, arriveranno a capire i sacri libri mediante la già lodata traduzione tedesca, in cui sono tradotti altresì li canti della sacra scrittura in versi tedeschi, purchè li maestri inculchino a' loro discepoli l'utilità e la necessità di questa lingua, e quanta attenzione si debba usare, onde li propri versi abbiano credito nel mondo savio, e che verseggiando a dovere, si giunga a persuadere e guadagnarsi lo spirito dell'uditorio, osservando la consonanza delle parole, la purità delle frasi, la forza degli esempi, e le parità, così insegnando i maestri, vedranno svegliarsi dal loro letargo i discepoli; e molti, da questo esempio animati, ne seguiranno le orme, sino a che una parte di essi giugnerà al desiderato fine di divenire buoni rettorici, ed insigni e distinti poeti.
CAPITOLO VII.OQuanto sono da stimarsi le cose che accadono in tempo oportuno, esclamò il più savio tra gli uomini30, e tale è appunto la presente felice combinazione che giustamente in questi momenti esce da' torchi la buona traduzione de' 5 libri di Mosè felicemente eseguita dall'eccellentissimo sig. Mendelssohn nell'allemanna favella, e come abbiamo detto al5 cap.la nostra nazione ne ricaverà sommo vantaggio, perchè instruendo i maestri i loro discepoli, spiegando loro col mezzo di questa felice traduzione estesa nell'idioma tedesco il più purgato, ed il più eccellente, sarà a mio credere il primo mezzo, onde incamminare la gioventù ebrea a ben parlare la lingua patria, ed apprendere con un tal mezzo più facilmente il genuino senso delle sacre carte; giacchè sino ad ora, essendo gli instruttori mancanti, e nella pronunzia e nella purità della lingua, non era possibile che potessero essi spiegare il testo [pg 32] ebreo, onde li fanciulli ne capissero il vero senso, poichè volendo spiegare ad altri col mezzo di una lingua che è a loro incognita e pellegrina, quanto gli uni perfettamente comprendono, appunto perchè possedono la forza della medesima lingua, si rende quindi indispensabile, che la lingua in cui si ha da tradurre, sia molto bene trattata da quello da cui viene essa spiegata, e che que' a' quali viene spiegata comprendan la vera purità della medesima, e che convengasi intieramente ne' termini, e così resterà altamente impresso nella mente dello studioso il fondamento della lingua, il che sino ad ora non poteva accadere, perchè si mancava nella buona pronuncia, e nella adequata cognizione della lingua; non avendo quindi il maestro li veri termini per spiegarsi con il discepolo in certe frasi che egli andava traducendo, nasceva perciò che lo scolare non giugnesse a penetrarne il senso, e però in luogo di giovare al discepolo, lo imbrogliava anzi, e l'obbligavano a dover alterare e contraffare con la irregolare spiegazione li sacri testi che sono pure testi di purità per ben 7 volte raffinati31, e ciò tanto più, quanto che i maestri non arrivando alla forza della grammatica ebraica32, e tanto meno la rettorica, e sentendo all'opposto li scolari da' loro maestri barbarismi, vengono questi nella loro mente sì altamente impressi, che non si scordano mai più in avvenire. All'opposto col mezzo di questa felice traduzione s'instruiranno tutti con una eguale formalità, accostumandosi a parlare elegantemente il tedesco, e ad apprendere a perfezione la grammatica ebrea, mediante le parafrasi che si sono già fatte intorno a questa utile traduzione.[pg 33]Nè avendo, come si è detto, saputo li maestri il valore nè dell'una, nè dell'altra lingua, hanno perciò tradotte le parole ebree da loro non intese con le più barbare e stravaganti espressioni tedesche, cosicchè li sacri testi, le poesie, e le sacre cantiche si ridussero insulse e del tutto alterate; e quindi appunto nacque, che molti scolari siano mal riusciti, ed abbiano sì malamente concepite le cose, che resi adulti ed abbandonate le scuole si appigliarono al commercio, ed essendosi ben di sovente incontrati nelle conversazioni degli innovatori, e nemici della rivelazione, sentendo a trattare con buon ordine e bellezza di lingua le loro proposizioni ereticali, sono stati presi dalla forza del dire, e così dalla tessitura, e si sono lasciati corrompere, misurando dall'eleganza la bontà delle cose, e tale è appunto l'uso de' sciocchi, i quali quelle cose che lor vengono spiegate nel modo che capiscono e che le aggradano, si danno per vinti, decidendo il tutto essere vero: e ciò deriva appunto, perchè non hanno da' loro maestri intese delle chiare verità nello spiegare la legge divina, nè comprendendo la forza della lingua con cui viene loro parlato, nè le poetiche frasi, nè gli ornamenti rettorici, determinano francamente, che la lingua ebrea non abbia alcun merito, e che non vi sia nè piacere, nè dolcezza nelle proposizioni scritturali, ed abbandonano quindi il sacro studio, dandosi in braccio alla miscredenza, ed alla irreligione, come si vedono quotidianamente gli esempi.Sentendo all'opposto il fanciullo in seguito alla sopraccitata traduzione tedesca la spiegazione della scrittura nel suo genuino senso, questa in essolui sì altamente s'imprime, che anco a fronte degli anni, e dell'età non fa smarrire di vista la bellezza della lingua sacra, il di lei laconismo, e la dolcezza, la grazia e la bellezza delle di lei poesie e rettoriche figure, cosicchè non resta sorpreso punto dalla bellezza delle spiritose frasi degli innovatori, dacchè egli è in grado di decidere rapporto ai vantaggi che la nostra sacra lingua vanta [pg 34] sopra tutte le altre, contenendo in poche parole profondissime questioni, nè contiene cose superflue, come le altre lingue, e però quelli che giungono a comprendere la nostra lingua a segno di conoscerne le radici delle sue voci, e come in conseguenza ogni voce sia analoga alla natura dell'oggetto che si denomina, come abbiamo spiegato nelli libri che abbiamo in somiglianti materie dati alla luce, e nella parafrasi del Levitico dell'encomiata traduzione, certamente aumenterà in un desiderio di vieppiù internarsi nello studio di tale lingua, e della divina legge, ed in seguito acquisterà maggior cognizione ancora nelle altre scienze.Osservate di grazia, o diletti fratelli, e considerate, come il difetto della nostra nazione di essere mancante nella pronunzia, e nelle cognizioni della patria lingua, quasi non si estenda, fuorchè nelli nostri fratelli che dimorano nell'impero romano-germanico; poichè quelli che sortirono dalla Spagna e dal Portogallo trattano tra essi in commercio, e nelle famiglie la lingua spagnuola a perfezione, e quelli che abitano l'Italia, parlano a dovere l'italiano, e così li francesi la francese, e l'inglese in Inghilterra; che anzi i nostri fratelli orientali parlano bene il turco e l'arabo, ed i polacchi la lingua di quel paese, con la sola distinzione, che essendo essi originati dalla Germania, parlan tra essi un tedesco assai corrotto, il che non fa torto appresso la nazione dominante, la quale non parla quella lingua, ed essi sono abbastanza instrutti nella lingua del paese.Noi soli che abitiamo la Germania non abbiamo scusa di giustificarci del cattivo modo con cui si borbotta tra noi la patria lingua, abitando in mezzo ad una nazione che la parla a perfezione, e che vanta scrittori abili nella poesia, e nella rettorica in quella identica lingua. Noi all'opposto non abbiamo pensato mai di profittare, nè di far instruire le nostre proli, per modo che la conoscano e la trattino nel vero suo sistema, essendosi sempre avvezzati a farli instruire dalli [pg 35] maestri polacchi li quali parlano la lingua nel modo più barbaro ed il più corrotto, e che possedendola malamente, come si è detto, pure così sfigurata la insegnano alli loro discepoli, tuttochè questo contegno sia del tutto opposto alli dettami delli nostri maggiori e dottori antichi, insegnando, che non si ammettino nelli tribunali, se non se quelli e soli giudici che sono esperti in tutte le lingue, perchè non siano astretti a servirsi de' dragomani, come vediamo un chiaro esempio ne' cortigiani del nostro pio re Ezecchia, che erano ministri degni di un tale sovrano, e che erano tanto buoni conoscitori delle lingue degli assiri, che dissero agli ambasciatori del re di Assiria, che essi parlassero siriaco, dacchè loro l'intendevano; e se li cortigiani della nostra capitale che conoscevano sì perfettamente la propria lingua, si facevano un dovere di conoscere la lingua de' loro vicini, come giustificaremo la nostra trascuratezza noi che non conserviamo la purità della nostra santa lingua, se non per quello che contiene il canone della scrittura santa, e che popolando li paesi de' sovrani, e conversando con popoli che sì bene parlano il tedesco, facciamo tra essi la figura delle gaze e de' papagalli, giacchè l'ebreo idioma deve essere adoperato ad un uso, ed il tedesco ad un altro: il primo per il divino culto, per le preghiere ed intelligenza delle sacre carte, ed il secondo per gli mondani affari, per il commercio, per trattare la società, per il jus, per la fisica, per le matematiche, e per tutti generalmente gli oggetti del mondo.Osservisi ancora, che li signori e gli eruditi delle altre nazioni entrano spesse volte con noi in controversia di religione, ed in discussioni scientifiche e morali, e che allora quando il savio israelita è astretto a tradurre un testo scritturale, o qualche assioma rabinico, non trova termini addattati e capibili dal soggetto che tratta seco; e però offusca le sue savie cognizioni con il barbaro modo con cui si spiega, con un contegno assai opposto a quello che ci ha prescritto il reale [pg 36] le salmista, cioè di raccontare alle altre nazioni le opere aspettanti alla divina gloria33, dacchè è ognuno tenuto a comunicare al publico ciò che riguarda la gloria e l'onnipossenza divina, e specialmente in questi tempi in cui (lodato Dio) la maggior parte degli stati che formano il nostro mondo cognito, conviene nel punto de' divini attributi, accordando tutti, ch'egli siaincomprensibile, onnipossente, scrutatore de' cuori, ch'egli conosca il passato, il presente, e l'avvenire, ch'egli condanni, e premj tutti a seconda delle proprie loro azioni, ch'egli ascolti le orazioni del genere umano, e provveda a' di lui bisogni, ch'egli regga il mondo con giustizia distributiva, e che il suo contegno sia santo, pio, misericordioso, e clementissimo, e così molti altri articoli che sono il fondamento della divina legge, la quale a noi fu rivelata mediante il nostro legislatore Mosè (che gode la vera pace), e nella quale non v'è minima disputa tra qualsivoglia religionista, perchè tutti li legislatori hanno bevuto le loro notizie dalla fonte della divina legge; e quindi è, che un uomo possa convenire con l'altro, senza andare in traccia del punto intorno al quale le rispettive religioni controvertono, perchè queste un tempo hanno formate le dispute le quali causarono tante distruzioni; ma peggio ancora costato avendo tanti rivi di sangue, ad onta di che è rimasto ognuno ne' suoi propri principj, e negli usi de' suoi antenati, in vigore de' quali un uomo non vanta diritto sopra l'altro, e conseguentemente non deve portar odio a' suoi fratelli che sono dati ad un altro culto, o di promuovere disputazioni che producono odio, dissapori ed alienazioni in offesa del creatore, e contra il publico e privato bene, del che tratteremo precisamente nelle opere di morale le quali si compilano, come si è notato alcap. 8; e la poca cognizione della patria lingua, produce, come dissi di sopra, questo cattivo effetto, [pg 37] che l'uomo dotto di una nazione non possa trattare con un altro uomo erudito di differente nazione, e ciò con sommo discapito e danno della società; e pure osserviamo, che i nostri più savi antenati, e li più divoti abbiano composti molti libri nelle scienze e nella morale in idioma arabo, come sono i libri riguardanti i doveri interni di Rabì Becai il vecchio, l'esposizione del codice misnico, e l'instruttore de' perplessi del nostro celebre Maimonide, e quanti altri libri rispettabili che scrissero i nostri fratelli spagnuoli, come potressimo noi fare nel nostro buon idioma tedesco, dacchè ogni lingua ha le sue grazie, e tutte atte sono a spiegare qualsivoglia materia.Goderemo dunque il bel vantaggio, che li giovani avendo appresa la scrittura santa dalla già lodata traduzione, mediante maestri pratici nella lingua tedesca, ed uscendo dalle nostre scuole averanno imparato il tedesco eloquentemente, e passando indi alle scuole più alte, lo apprenderanno a seconda delle regole grammaticali, e conseguentemente si perfezioneranno nella lingua, e resi poi adulti, tratteranno cogli eruditi delle altre nazioni, in materia di sacre lettere, e li testi che saranno per addurre li citeranno con quella purità di lingua con cui li averanno imparati, dacchè quando si apprende bene nell'infanzia, resta altamente impresso nell'umana fantasia; e così col mezzo di un tale metodo, e con l'ajuto della sopra lodata traduzione, si accostumerà la gioventù a parlare con eleganza, e si guarderanno sin dall'età giovanile dalle cattive espressioni che sentono dal volgo, e conosceranno apertamente di quale vantaggio sia il parlar bene, e quale sia l'effetto che produca in chi ci ascolta, poichè dall'esperienza si arriva a conoscere come pensi colui che ci parla; mentre un racconto istesso ripetuto da tre differenti soggetti, ha tre differenti gusti, cioè a seconda appunto delle grazie con cui l'espositore lo condisce, e quello ch'è meglio diretto e più a dovere spiegato, si rende più atto a persuadere l'uditore, e [pg 38] meglio ancor lo dispone al partito di quelle disposizioni a cui si cerca col di lui mezzo d'incamminarlo. Le composizioni poetiche sono di lor natura superiori a qualsivoglia rettorico discorso; conciossiacchè le poesie dirette con il dovuto metro, e debitamente disposte hanno l'attività di talmente operare sull'anima, che giungono a scuotere le più oppresse potenze; tuttociò però che si potrà dire della poesia, non sarà accordato dalli nostri fratelli tedeschi, come quelli li quali non conoscono la dolcezza, li fregi, la forza, dell'ebraica favella, appunto per non averla mai esaminata dal suo vero fondo; e quindi è, che la maggior parte de' libri sacri stati scritti come ispirati dallo Spirito Santo, onde instruire il popolo nelle sane sentenze e rassodarlo nel timor di Dio, furono scritti in versi, e tali sono li salmi di David, gli scritti di Job, e li proverbi unitamente alla cantica di Salomone: tale è ancora la maggior parte delle profezie d'Isaja, quelle di Geremia, e le altre di Ezecchiello, e così degli altri 12 profeti minori, come pure buona parte del Pentateuco, cioè la cantica del mar rosso, le profezie di Balaam, la cantica per il pozzo, ed i penultimi capitoli del Deuteronomio: opere sono elleno sì elevate e grandi, che una mente ben attenta e regolata ritrova in esse un non so che di divino; e pure la maggior parte della nostra nazione non fa intorno ad esse la menoma osservazione. Quantunque la maggior parte degli stati sì presenti, che passati hanno conosciuto, che la purità delle lingue porti seco diverse cognizioni, e fisiche, e morali, e perciò hanno rispettati e distinti li loro poeti, appunto perchè la poesia produce mirabili effetti nella natura e nello spirito, ed è una somma meraviglia il vedere, che nè in Germania, nè in Polonia già da tanti secoli si sia prodotto un distinto poeta, il che sarebbe compatibile in quelle nazioni le quali vanno prive di esempi ne' trapassati loro antenati, non così però negli ebrei, poichè, come abbiamo dimostrato di sopra, la maggior parte de' libri sacri ha coltivato la poesia, nè si può [pg 39] dire, che essa sia inutile, poichè di questa hanno fatto uso i profeti di Dio, e li nostri istessi re e principi della nazione, e li più rinomati poeti delle altre nazioni in questo illuminato secolo34hanno dovuto confessare, che il fasto, le grazie, la dolcezza, la forza, il pregio che in se racchiudono le poesie scritturali, abbiano superati li poetici componimenti delle altre nazioni e di tutti i tempi, e non già solamente quelle di Omero, di Pindaro, di Orazio; e perchè dunque le abbiamo noi abbandonate, e non seguitiamo il costume? Ciò è accaduto, perchè instrutti sin negli anni più verdi da imperiti maestri nella lingua in cui essi ci hanno educati, ed educati con frasi grossolane e popolari, non abbiamo gustata la dolcezza delle buone frasi e la forza della lingua, come fanno le altre nazioni; e però non abbiamo avuta una vera idea del fondo di questa lingua e de' progressi di cui è essa capace, ed in cui la provvidenza ha riposti tanti vantaggi onde perfezionare lo spirito a seconda appunto di quelle proposizioni col di cui mezzo noi siamo istrutti; poichè il discorso, spiegando l'interno dell'anima, dà saggio della sua propria abilità. Ora è impossibile, che si ottenga il desiderato fine, se non col mezzo di un discorso purgato da qualsivoglia equivoco, e con proporzioni esposte con garbo a quell'uditorio a cui esse sono indirizzate, e mancandovi una buona rettorica, necessaria per altro in ogni lingua da insegnarsi con grande impegno: se, dissi, manca la rettorica, per quanto siano sublimi le idee che uno da se stesso si forma, resteranno miseramente sepolte, ed il fuoco che lo occupa resta da se stesso soppresso; ed anzi si rende esso tanto meno attivo, quantochè non è punto capace di risvegliare negli altri la lor fantasia.Noi ci lusinghiamo però, che qualora i fanciulli comincino [pg 40] per l'avvenire ad imparare regolarmente la lingua ebraica, arriveranno a capire i sacri libri mediante la già lodata traduzione tedesca, in cui sono tradotti altresì li canti della sacra scrittura in versi tedeschi, purchè li maestri inculchino a' loro discepoli l'utilità e la necessità di questa lingua, e quanta attenzione si debba usare, onde li propri versi abbiano credito nel mondo savio, e che verseggiando a dovere, si giunga a persuadere e guadagnarsi lo spirito dell'uditorio, osservando la consonanza delle parole, la purità delle frasi, la forza degli esempi, e le parità, così insegnando i maestri, vedranno svegliarsi dal loro letargo i discepoli; e molti, da questo esempio animati, ne seguiranno le orme, sino a che una parte di essi giugnerà al desiderato fine di divenire buoni rettorici, ed insigni e distinti poeti.
OQuanto sono da stimarsi le cose che accadono in tempo oportuno, esclamò il più savio tra gli uomini30, e tale è appunto la presente felice combinazione che giustamente in questi momenti esce da' torchi la buona traduzione de' 5 libri di Mosè felicemente eseguita dall'eccellentissimo sig. Mendelssohn nell'allemanna favella, e come abbiamo detto al5 cap.la nostra nazione ne ricaverà sommo vantaggio, perchè instruendo i maestri i loro discepoli, spiegando loro col mezzo di questa felice traduzione estesa nell'idioma tedesco il più purgato, ed il più eccellente, sarà a mio credere il primo mezzo, onde incamminare la gioventù ebrea a ben parlare la lingua patria, ed apprendere con un tal mezzo più facilmente il genuino senso delle sacre carte; giacchè sino ad ora, essendo gli instruttori mancanti, e nella pronunzia e nella purità della lingua, non era possibile che potessero essi spiegare il testo [pg 32] ebreo, onde li fanciulli ne capissero il vero senso, poichè volendo spiegare ad altri col mezzo di una lingua che è a loro incognita e pellegrina, quanto gli uni perfettamente comprendono, appunto perchè possedono la forza della medesima lingua, si rende quindi indispensabile, che la lingua in cui si ha da tradurre, sia molto bene trattata da quello da cui viene essa spiegata, e che que' a' quali viene spiegata comprendan la vera purità della medesima, e che convengasi intieramente ne' termini, e così resterà altamente impresso nella mente dello studioso il fondamento della lingua, il che sino ad ora non poteva accadere, perchè si mancava nella buona pronuncia, e nella adequata cognizione della lingua; non avendo quindi il maestro li veri termini per spiegarsi con il discepolo in certe frasi che egli andava traducendo, nasceva perciò che lo scolare non giugnesse a penetrarne il senso, e però in luogo di giovare al discepolo, lo imbrogliava anzi, e l'obbligavano a dover alterare e contraffare con la irregolare spiegazione li sacri testi che sono pure testi di purità per ben 7 volte raffinati31, e ciò tanto più, quanto che i maestri non arrivando alla forza della grammatica ebraica32, e tanto meno la rettorica, e sentendo all'opposto li scolari da' loro maestri barbarismi, vengono questi nella loro mente sì altamente impressi, che non si scordano mai più in avvenire. All'opposto col mezzo di questa felice traduzione s'instruiranno tutti con una eguale formalità, accostumandosi a parlare elegantemente il tedesco, e ad apprendere a perfezione la grammatica ebrea, mediante le parafrasi che si sono già fatte intorno a questa utile traduzione.
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Nè avendo, come si è detto, saputo li maestri il valore nè dell'una, nè dell'altra lingua, hanno perciò tradotte le parole ebree da loro non intese con le più barbare e stravaganti espressioni tedesche, cosicchè li sacri testi, le poesie, e le sacre cantiche si ridussero insulse e del tutto alterate; e quindi appunto nacque, che molti scolari siano mal riusciti, ed abbiano sì malamente concepite le cose, che resi adulti ed abbandonate le scuole si appigliarono al commercio, ed essendosi ben di sovente incontrati nelle conversazioni degli innovatori, e nemici della rivelazione, sentendo a trattare con buon ordine e bellezza di lingua le loro proposizioni ereticali, sono stati presi dalla forza del dire, e così dalla tessitura, e si sono lasciati corrompere, misurando dall'eleganza la bontà delle cose, e tale è appunto l'uso de' sciocchi, i quali quelle cose che lor vengono spiegate nel modo che capiscono e che le aggradano, si danno per vinti, decidendo il tutto essere vero: e ciò deriva appunto, perchè non hanno da' loro maestri intese delle chiare verità nello spiegare la legge divina, nè comprendendo la forza della lingua con cui viene loro parlato, nè le poetiche frasi, nè gli ornamenti rettorici, determinano francamente, che la lingua ebrea non abbia alcun merito, e che non vi sia nè piacere, nè dolcezza nelle proposizioni scritturali, ed abbandonano quindi il sacro studio, dandosi in braccio alla miscredenza, ed alla irreligione, come si vedono quotidianamente gli esempi.
Sentendo all'opposto il fanciullo in seguito alla sopraccitata traduzione tedesca la spiegazione della scrittura nel suo genuino senso, questa in essolui sì altamente s'imprime, che anco a fronte degli anni, e dell'età non fa smarrire di vista la bellezza della lingua sacra, il di lei laconismo, e la dolcezza, la grazia e la bellezza delle di lei poesie e rettoriche figure, cosicchè non resta sorpreso punto dalla bellezza delle spiritose frasi degli innovatori, dacchè egli è in grado di decidere rapporto ai vantaggi che la nostra sacra lingua vanta [pg 34] sopra tutte le altre, contenendo in poche parole profondissime questioni, nè contiene cose superflue, come le altre lingue, e però quelli che giungono a comprendere la nostra lingua a segno di conoscerne le radici delle sue voci, e come in conseguenza ogni voce sia analoga alla natura dell'oggetto che si denomina, come abbiamo spiegato nelli libri che abbiamo in somiglianti materie dati alla luce, e nella parafrasi del Levitico dell'encomiata traduzione, certamente aumenterà in un desiderio di vieppiù internarsi nello studio di tale lingua, e della divina legge, ed in seguito acquisterà maggior cognizione ancora nelle altre scienze.
Osservate di grazia, o diletti fratelli, e considerate, come il difetto della nostra nazione di essere mancante nella pronunzia, e nelle cognizioni della patria lingua, quasi non si estenda, fuorchè nelli nostri fratelli che dimorano nell'impero romano-germanico; poichè quelli che sortirono dalla Spagna e dal Portogallo trattano tra essi in commercio, e nelle famiglie la lingua spagnuola a perfezione, e quelli che abitano l'Italia, parlano a dovere l'italiano, e così li francesi la francese, e l'inglese in Inghilterra; che anzi i nostri fratelli orientali parlano bene il turco e l'arabo, ed i polacchi la lingua di quel paese, con la sola distinzione, che essendo essi originati dalla Germania, parlan tra essi un tedesco assai corrotto, il che non fa torto appresso la nazione dominante, la quale non parla quella lingua, ed essi sono abbastanza instrutti nella lingua del paese.
Noi soli che abitiamo la Germania non abbiamo scusa di giustificarci del cattivo modo con cui si borbotta tra noi la patria lingua, abitando in mezzo ad una nazione che la parla a perfezione, e che vanta scrittori abili nella poesia, e nella rettorica in quella identica lingua. Noi all'opposto non abbiamo pensato mai di profittare, nè di far instruire le nostre proli, per modo che la conoscano e la trattino nel vero suo sistema, essendosi sempre avvezzati a farli instruire dalli [pg 35] maestri polacchi li quali parlano la lingua nel modo più barbaro ed il più corrotto, e che possedendola malamente, come si è detto, pure così sfigurata la insegnano alli loro discepoli, tuttochè questo contegno sia del tutto opposto alli dettami delli nostri maggiori e dottori antichi, insegnando, che non si ammettino nelli tribunali, se non se quelli e soli giudici che sono esperti in tutte le lingue, perchè non siano astretti a servirsi de' dragomani, come vediamo un chiaro esempio ne' cortigiani del nostro pio re Ezecchia, che erano ministri degni di un tale sovrano, e che erano tanto buoni conoscitori delle lingue degli assiri, che dissero agli ambasciatori del re di Assiria, che essi parlassero siriaco, dacchè loro l'intendevano; e se li cortigiani della nostra capitale che conoscevano sì perfettamente la propria lingua, si facevano un dovere di conoscere la lingua de' loro vicini, come giustificaremo la nostra trascuratezza noi che non conserviamo la purità della nostra santa lingua, se non per quello che contiene il canone della scrittura santa, e che popolando li paesi de' sovrani, e conversando con popoli che sì bene parlano il tedesco, facciamo tra essi la figura delle gaze e de' papagalli, giacchè l'ebreo idioma deve essere adoperato ad un uso, ed il tedesco ad un altro: il primo per il divino culto, per le preghiere ed intelligenza delle sacre carte, ed il secondo per gli mondani affari, per il commercio, per trattare la società, per il jus, per la fisica, per le matematiche, e per tutti generalmente gli oggetti del mondo.
Osservisi ancora, che li signori e gli eruditi delle altre nazioni entrano spesse volte con noi in controversia di religione, ed in discussioni scientifiche e morali, e che allora quando il savio israelita è astretto a tradurre un testo scritturale, o qualche assioma rabinico, non trova termini addattati e capibili dal soggetto che tratta seco; e però offusca le sue savie cognizioni con il barbaro modo con cui si spiega, con un contegno assai opposto a quello che ci ha prescritto il reale [pg 36] le salmista, cioè di raccontare alle altre nazioni le opere aspettanti alla divina gloria33, dacchè è ognuno tenuto a comunicare al publico ciò che riguarda la gloria e l'onnipossenza divina, e specialmente in questi tempi in cui (lodato Dio) la maggior parte degli stati che formano il nostro mondo cognito, conviene nel punto de' divini attributi, accordando tutti, ch'egli siaincomprensibile, onnipossente, scrutatore de' cuori, ch'egli conosca il passato, il presente, e l'avvenire, ch'egli condanni, e premj tutti a seconda delle proprie loro azioni, ch'egli ascolti le orazioni del genere umano, e provveda a' di lui bisogni, ch'egli regga il mondo con giustizia distributiva, e che il suo contegno sia santo, pio, misericordioso, e clementissimo, e così molti altri articoli che sono il fondamento della divina legge, la quale a noi fu rivelata mediante il nostro legislatore Mosè (che gode la vera pace), e nella quale non v'è minima disputa tra qualsivoglia religionista, perchè tutti li legislatori hanno bevuto le loro notizie dalla fonte della divina legge; e quindi è, che un uomo possa convenire con l'altro, senza andare in traccia del punto intorno al quale le rispettive religioni controvertono, perchè queste un tempo hanno formate le dispute le quali causarono tante distruzioni; ma peggio ancora costato avendo tanti rivi di sangue, ad onta di che è rimasto ognuno ne' suoi propri principj, e negli usi de' suoi antenati, in vigore de' quali un uomo non vanta diritto sopra l'altro, e conseguentemente non deve portar odio a' suoi fratelli che sono dati ad un altro culto, o di promuovere disputazioni che producono odio, dissapori ed alienazioni in offesa del creatore, e contra il publico e privato bene, del che tratteremo precisamente nelle opere di morale le quali si compilano, come si è notato alcap. 8; e la poca cognizione della patria lingua, produce, come dissi di sopra, questo cattivo effetto, [pg 37] che l'uomo dotto di una nazione non possa trattare con un altro uomo erudito di differente nazione, e ciò con sommo discapito e danno della società; e pure osserviamo, che i nostri più savi antenati, e li più divoti abbiano composti molti libri nelle scienze e nella morale in idioma arabo, come sono i libri riguardanti i doveri interni di Rabì Becai il vecchio, l'esposizione del codice misnico, e l'instruttore de' perplessi del nostro celebre Maimonide, e quanti altri libri rispettabili che scrissero i nostri fratelli spagnuoli, come potressimo noi fare nel nostro buon idioma tedesco, dacchè ogni lingua ha le sue grazie, e tutte atte sono a spiegare qualsivoglia materia.
Goderemo dunque il bel vantaggio, che li giovani avendo appresa la scrittura santa dalla già lodata traduzione, mediante maestri pratici nella lingua tedesca, ed uscendo dalle nostre scuole averanno imparato il tedesco eloquentemente, e passando indi alle scuole più alte, lo apprenderanno a seconda delle regole grammaticali, e conseguentemente si perfezioneranno nella lingua, e resi poi adulti, tratteranno cogli eruditi delle altre nazioni, in materia di sacre lettere, e li testi che saranno per addurre li citeranno con quella purità di lingua con cui li averanno imparati, dacchè quando si apprende bene nell'infanzia, resta altamente impresso nell'umana fantasia; e così col mezzo di un tale metodo, e con l'ajuto della sopra lodata traduzione, si accostumerà la gioventù a parlare con eleganza, e si guarderanno sin dall'età giovanile dalle cattive espressioni che sentono dal volgo, e conosceranno apertamente di quale vantaggio sia il parlar bene, e quale sia l'effetto che produca in chi ci ascolta, poichè dall'esperienza si arriva a conoscere come pensi colui che ci parla; mentre un racconto istesso ripetuto da tre differenti soggetti, ha tre differenti gusti, cioè a seconda appunto delle grazie con cui l'espositore lo condisce, e quello ch'è meglio diretto e più a dovere spiegato, si rende più atto a persuadere l'uditore, e [pg 38] meglio ancor lo dispone al partito di quelle disposizioni a cui si cerca col di lui mezzo d'incamminarlo. Le composizioni poetiche sono di lor natura superiori a qualsivoglia rettorico discorso; conciossiacchè le poesie dirette con il dovuto metro, e debitamente disposte hanno l'attività di talmente operare sull'anima, che giungono a scuotere le più oppresse potenze; tuttociò però che si potrà dire della poesia, non sarà accordato dalli nostri fratelli tedeschi, come quelli li quali non conoscono la dolcezza, li fregi, la forza, dell'ebraica favella, appunto per non averla mai esaminata dal suo vero fondo; e quindi è, che la maggior parte de' libri sacri stati scritti come ispirati dallo Spirito Santo, onde instruire il popolo nelle sane sentenze e rassodarlo nel timor di Dio, furono scritti in versi, e tali sono li salmi di David, gli scritti di Job, e li proverbi unitamente alla cantica di Salomone: tale è ancora la maggior parte delle profezie d'Isaja, quelle di Geremia, e le altre di Ezecchiello, e così degli altri 12 profeti minori, come pure buona parte del Pentateuco, cioè la cantica del mar rosso, le profezie di Balaam, la cantica per il pozzo, ed i penultimi capitoli del Deuteronomio: opere sono elleno sì elevate e grandi, che una mente ben attenta e regolata ritrova in esse un non so che di divino; e pure la maggior parte della nostra nazione non fa intorno ad esse la menoma osservazione. Quantunque la maggior parte degli stati sì presenti, che passati hanno conosciuto, che la purità delle lingue porti seco diverse cognizioni, e fisiche, e morali, e perciò hanno rispettati e distinti li loro poeti, appunto perchè la poesia produce mirabili effetti nella natura e nello spirito, ed è una somma meraviglia il vedere, che nè in Germania, nè in Polonia già da tanti secoli si sia prodotto un distinto poeta, il che sarebbe compatibile in quelle nazioni le quali vanno prive di esempi ne' trapassati loro antenati, non così però negli ebrei, poichè, come abbiamo dimostrato di sopra, la maggior parte de' libri sacri ha coltivato la poesia, nè si può [pg 39] dire, che essa sia inutile, poichè di questa hanno fatto uso i profeti di Dio, e li nostri istessi re e principi della nazione, e li più rinomati poeti delle altre nazioni in questo illuminato secolo34hanno dovuto confessare, che il fasto, le grazie, la dolcezza, la forza, il pregio che in se racchiudono le poesie scritturali, abbiano superati li poetici componimenti delle altre nazioni e di tutti i tempi, e non già solamente quelle di Omero, di Pindaro, di Orazio; e perchè dunque le abbiamo noi abbandonate, e non seguitiamo il costume? Ciò è accaduto, perchè instrutti sin negli anni più verdi da imperiti maestri nella lingua in cui essi ci hanno educati, ed educati con frasi grossolane e popolari, non abbiamo gustata la dolcezza delle buone frasi e la forza della lingua, come fanno le altre nazioni; e però non abbiamo avuta una vera idea del fondo di questa lingua e de' progressi di cui è essa capace, ed in cui la provvidenza ha riposti tanti vantaggi onde perfezionare lo spirito a seconda appunto di quelle proposizioni col di cui mezzo noi siamo istrutti; poichè il discorso, spiegando l'interno dell'anima, dà saggio della sua propria abilità. Ora è impossibile, che si ottenga il desiderato fine, se non col mezzo di un discorso purgato da qualsivoglia equivoco, e con proporzioni esposte con garbo a quell'uditorio a cui esse sono indirizzate, e mancandovi una buona rettorica, necessaria per altro in ogni lingua da insegnarsi con grande impegno: se, dissi, manca la rettorica, per quanto siano sublimi le idee che uno da se stesso si forma, resteranno miseramente sepolte, ed il fuoco che lo occupa resta da se stesso soppresso; ed anzi si rende esso tanto meno attivo, quantochè non è punto capace di risvegliare negli altri la lor fantasia.
Noi ci lusinghiamo però, che qualora i fanciulli comincino [pg 40] per l'avvenire ad imparare regolarmente la lingua ebraica, arriveranno a capire i sacri libri mediante la già lodata traduzione tedesca, in cui sono tradotti altresì li canti della sacra scrittura in versi tedeschi, purchè li maestri inculchino a' loro discepoli l'utilità e la necessità di questa lingua, e quanta attenzione si debba usare, onde li propri versi abbiano credito nel mondo savio, e che verseggiando a dovere, si giunga a persuadere e guadagnarsi lo spirito dell'uditorio, osservando la consonanza delle parole, la purità delle frasi, la forza degli esempi, e le parità, così insegnando i maestri, vedranno svegliarsi dal loro letargo i discepoli; e molti, da questo esempio animati, ne seguiranno le orme, sino a che una parte di essi giugnerà al desiderato fine di divenire buoni rettorici, ed insigni e distinti poeti.